Il fattore Frosinone e i collegi elettorali accorpati: anche per questo la destra è nel caos

Politica - I leader dei partiti guardano al loro interesse territoriale, in questo contesto osservando la richiesta che FDI ha fatto per avere il proprio candidato alle regionali in Sardegna potrebbe farlo per avere fra due anni il candidato sindaco di Frosinone, città del collegio del Presidente provinciale di FDI. Se oggi FDi avesse presentato un proprio candidato a Cassino sarebbe stato difficile poter chiedere anche quello della prima città della provincia

Il fattore Frosinone e i collegi elettorali accorpati: anche per questo la destra è nel caos
di autore Lello Valente - Pubblicato: 08-02-2024 19:29 - Tempo di lettura 4 minuti

Le logiche della politica spesso non sono capite da chi non legge con attenzione gli scenari sui territori. Non ho contezza se Fratelli d’Itali abbia realmente un accordo con il Partito Democratico, non mi stupirebbe più di tanto; ci sono situazioni personali e territoriali che condizionano pesantemente le scelte politiche, rendendo possibile ciò che politicamente sembrerebbe impossibile.

Cassino aveva con Frosinone uno stretto rapporto politico, avevamo i collegi elettorali in comune e questo implicava una interconnessione continua tra le due città. Con la riduzione del numero dei parlamentari e la ridefinizione dei collegi, Cassino non ha con Frosinone più alcun terreno comune di politica se non l’amministrazione Provinciale dove si vota con il sistema proporzionale, le elezioni regionali dove le liste si votano con sistema proporzionale e le europee dove si vota sempre con sistema proporzionale, quindi ognuno per sé.

Con questa logica i leader dei partiti guardano al loro interesse territoriale, in questo contesto osservando la richiesta che FDI ha fatto per avere il proprio candidato alle regionali in Sardegna potrebbe farlo per avere fra due anni il candidato sindaco di Frosinone, città del collegio del Presidente provinciale di FDI.

Se oggi FDi avesse presentato un proprio candidato a Cassino sarebbe stato difficile poter chiedere anche quello della prima città della provincia. Si obietterà che c’è un sindaco uscente, e non c’era anche un Presidente uscente alla Regione Sardegna?

Fra due anni, quando si voterà al Comune di Frosinone, ci sarà ancora la Giunta di Centrodestra alla Regione e ci sarà ancora il Governo nazionale di Centrodestra, due fattori importanti per essere più forti a Frosinone.

Ci saranno le regionali dove i candidati del nord verranno a pascolare sui nostri territori nei quali mancando una forte leadership non potranno fare altro che riconfermare la sudditanza nei confronti di chi viene dal nord della provincia ed ha in Frosinone l’epicentro dei propri interessi politici. Sono del nord due consiglieri regionali di FDi e sono del nord due Consiglieri provinciali su tre.

Il paradosso politico è che nel collegio della Camera dei deputati di Cassino abbiamo un parlamentare di Frosinone, questo rende Cassino ancora più periferica e Frosinone ancora più centrale. Si aggiunga che al sud non c’è nemmeno un Consigliere regionale di nessun partito!

E poi ci sono i rapporti personali non proprio costruttivi tra Lega e FDI ed anche questo fattore incide sulle strategie politiche territoriali, vedasi elezione del Presidente della SAF e soprattutto che i due responsabili provinciali di Lega e FDI insistono tutti e due sulla città di Frosinone.

La responsabilità politica di Fratelli d’Italia non è quella di non aver voluto proporre al tavolo di Centrodestra di Cassino un proprio candidato tra i sei che si erano detti disponibili, quello è un fatto tutto interno ad un partito, la responsabilità è che se questa scelta fosse stata comunicata prima, forse si sarebbe potuto scegliere un percorso alternativo, anche partecipando alle primarie alle quali proprio FDI si è sempre opposto, e lo stesso candidato del Centrodestra l’avv. Arturo Buongiovanni avrebbe potuto avere una legittimità maggiore.

Nel nostro sistema politico che si intreccia con quello elettorale ci sono troppe storture tutte a discapito della rappresentatività dei territori e degli elettori, storture figlie di un populismo trasversale che ha contagiato anche partiti che mai avrebbero fatto a meno del radicamento e della militanza. Tornare indietro e tornare ad un sistema della giusta rappresentanza, con il sistema proporzionale e riportare i collegi alle loro originarie composizioni ristrutturando anche il numero dei Parlamentari è impresa al momento impossibile, servirebbe una nuova assemblea costituente, ma manca la classe politica all’altezza. È il cane che si morde la coda, per avere una classe dirigente all’altezza dobbiamo cambiare il sistema elettorale, ma per cambiarlo abbiamo bisogna di una classe dirigente che non sia questa.

In questa logica va vista anche la scelta di FDI di non presentare un proprio candidato a Cassino e rafforzare la propria presenza nel collegio nord della Provincia, rimane il problema che al sud non abbiamo saputo fare lo stesso lavoro di squadra fatto al nord.

Non mi appassionano recondite ricerche di accordi sottobanco tra FDI ed il PD, ci sono sempre stati in passato tra la vecchia gestione di FI e lo stesso PD, oggi cambiando l’ordine dei fattori il risultato è sempre lo stesso. 

Ma esiste una logica di appartenenza alla quale è difficile sottarsi, sarebbe pericoloso farlo in un quadro già molto precario per le ragioni suesposte, ritengo che FDI si aggiunga pacificamente al Centrodestra di Cassino a sostegno dell’Avv. Buongiovanni, non avrebbe alcuna giustificazione politica una scelta diversa, soprattutto nella logica di ciò che avverrà fra due anni a Frosinone.





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