"La crisi della Reno de Medici è l'ultimo sintomo del declino di Cassino"

Opinioni - Fabio Marino a testa bassa contro il primo cittadino: "Beandosi di 200 metri pedonalizzati in pieno centro - senza uno straccio di visione strategica del futuro della nostra Città, sotto nessun profilo -, Salera e i suoi hanno da sempre volentieri dimenticato, a cominciare dalle frazioni e dalle periferie, il 90% del territorio comunale. Questi segnali dimostrano inequivocabilmente che l'elezione del prossimo Sindaco è la madre dell'ultima battaglia e lo stallo interno al mio Partito non continuerà a lungo. Davanti a qualche violinista da Titanic che fa melina mentre la nave affonda, gli Iscritti di FdI non resteranno impassibili"

"La crisi della Reno de Medici è l'ultimo sintomo del declino di Cassino"
di autore Redazione - Pubblicato: 18-01-2024 18:49 - Tempo di lettura 4 minuti

La crisi della "Reno de Medici" non è che l'ultimo sintomo del rapido declino di Cassino e del suo territorio. Sembrano preistorici i tempi in cui si lavorava per la Provincia del Lazio Meridionale, eppure era meno di 15 anni fa. Questi segnali dimotrano inequivocabilmente che l'elezione del prossimo Sindaco è la madre dell'ultima battaglia: quella per tentare una rinascita territoriale che l'amministrazione di sinistra ha contrastato e non ha agevolato con un'inerzia colpevole.

Beandosi di 200 metri pedonalizzati in pieno centro - senza uno straccio di visione strategica del futuro della nostra Città, sotto nessun profilo -, Salera e i suoi hanno da sempre volentieri dimenticato, a cominciare dalle frazioni e dalle periferie, il 90% del territorio comunale di una città oggi allo sbando, attonita, depressa. Il sistema occupazionale lasciato in balia dei "piani alti"; l'organizzazione sanitaria ereditata da D'Amato rivelatasi disastrosa; l'inquinamento sempre più massiccio; il traffico che taglia le gambe alle attività produttive e ai singoli Cittadini sono la certificazione del fallimento di un sindaco che ha fatto di una discutibile estetica e della cancellazione dei luoghi della memoria la carta d'identità della sua politica.

Nessun gesto, clamoroso o no, di contrasto davanti al crollo di Stellantis, del suo indotto e della storica cartiera. Silenzio tombale davanti alle scelte sanitarie dissennate della Regione ai tempi di Zingaretti e una protesta soltanto isterica oggi che il governo regionale appartiene alla Destra. Un traffico ingestibile perché prima si pensa "a farsi belli" e poi, forse, a un PUT. Io credo che sia giunto il momento, nella speranza che non sia troppo tardi, di dotare il Comune di un vero e proprio piano industriale, con idee coraggiose che tentino un rilancio vero di Cassino.

Non è il tempo degli spot casuali su questo o quel tema, e nemmeno dell'arroganza arroccata di un potere che voleva cambiare il mondo e invece ha solo affossato le speranze della nostra Città. Io sono già al lavoro per presentare ai Cassinati una proposta complessiva fattibile e credibile, a cominciare da un'iniziativa che restituirà a Cassino la Sanità pubblica che merita e a un'adeguata celebrazione "futuribile" dei 1.500 anni della nostra Abbazia, anniversario che cadrà nel 2029.

Allo stesso tempo, però, sottolineo che lo stallo interno al mio Partito non continuerà a lungo. Davanti a qualche violinista da Titanic che fa melina mentre la nave affonda, gli Iscritti di FdI non resteranno impassibili. Sono pronto, infatti, all'autoconvocazione dei Tesserati per assumere decisioni da sottoporre agli Organi superiori. Sono certo che un Partito degno di nota vuole cogliere l'opportunità di restituire alla Destra il governo della nostra Città: abbiamo uomini e idee, potremo avere uno storico consenso. Siccome i discorsi "contro" non mi interssano, spero che tiferemo, tutti insieme, per Cassino e per i Cassinati.

Fabio Marino





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