L'autorevolezza smarrita del mestiere più bello del mondo

Opinioni - Le pagelle della domenica, le reazioni al caso Borraccio e la morale degli abusivi. Il rispetto della nostra professione è solo un lontano ricordo, e la colpa è tutta nostra

L'autorevolezza smarrita del mestiere più bello del mondo
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 16-01-2024 20:02 - Tempo di lettura 3 minuti

Mettiamo subito in chiaro una cosa: Laura Borraccio è una persona fantastica. Cordiale, simpatica, affabile. Ogni giorno con il sorriso sulle labbra: a qualcuno può non essere simpatica, per carità, ma lei comunque fa di tutto per farsi voler bene. Con il nostro giornale ha sempre avuto un ottimo rapporto e ha scelto il nostro giornale anche per le inserzioni pubblicitarie delle elezioni primarie. Questa premessa è d’obbligo per fare alcune precisazioni all’indomani del nostro articolo di domenica, dove abbiamo riservato importanti critiche alla consigliera comunale per quanto lei aveva detto nel corso dell'incontro con gli altri concorrenti delle primarie (LEGGI QUI LE PAGELLE DI DOMENICA 14 GENNAIO).

Per tutta la giornata di ieri si sono succeduti una serie di messaggi, del tipo: “Che ti ha fatto Laura?”. “Sei arrabbiato con Laura?”. “Dici la verità, non ti ha pagato Laura?”. Ormai il livello del giornalismo locale è questo: se vai ad una conferenza stampa, ascolti una serie di fandonie che ne bastava la metà, e le riporti sul giornale, devi avere un problema con chi le ha dette. Oppure perché vuoi avvantaggiare gli avversari. E se tu rispondi che le hai scritte perché fai il giornalista, quasi ti ridono dietro.

E fanno bene. Fanno bene a riderci dietro. Se abbiamo perso quell’autorevolezza di cui la nostra professione godeva fino ad alcuni anni fa, sicuramente non siamo esenti da responsabilità. Ormai è passata l’idea che se scrivi un argomento che danneggia una parte, stai dall’altra parte. Che se scrivi determinati articoli è perché sei al libro paga di Tizio, se non scrivi di un argomento ti ha pagato Caio.

E se tu insisti dicendo che in realtà se scrivi o non scrivi determinate cose è perché conosci la tua professione e hai studiato per arrivare dove sei, e poi fai presente che il giornale ha una linea editoriale e che non si presta a fare il megafono o l'utile idiota di chi vorrebbe sfruttarti, continuano a guardarti con faccia sospetta e nessuno crede che lo stai facendo con consapevolezza e deontologia, ma che sicuramente lo stai facendo per avvantaggiare o svantaggiare qualcuno.

Beninteso, qui nessuno vuole ergersi ad eroe del giornalismo locale: ci sono gli inserzionisti, le pressioni politiche, le pubblicità della campagna elettorale, il rischio di perdere la pubblicità dei candidati: ogni giorno si cammina su un percorso ad ostacoli, i compromessi sono molteplici, talvolta - ahinoi - anche al ribasso. E la giornata, nel migliore dei casi, termina con una sfuriata telefonica o con minacce di querela. E già: perché noi che dobbiamo seguire norme deontologiche (e che entro il 31 gennaio dobbiamo versare la nostra quota annuale all’Ordine dei Giornalisti), rispondiamo di tutto ciò che scriviamo. Ma intorno a noi siamo circondati da persone che praticano abusivamente la nostra professione e che hanno contribuito a far scendere l’autorevolezza del giornalismo locale.

Sono gli stessi che fino a quando facevano carte false per farsi  concedere dalla giunta del Comune di Cassino un patrocinio per accedere ad un contributo regionale di 10.000 euro, avevano sempre la lingua pronta per far godere l’amministrazione comunale straparlando di  'bellezza che salverà il mondo' (neanche piazza Diamare fosse Times Square), e adesso che e fernuta a zezzenella vengono invece a farci la morale su presunti favoritismi, rilanciando comunicati e continuando dunque a fare un esercizio abusivo della professione, tra le altre cose.

Ma la colpa è nostra. Solo ed esclusivamente nostra. Che non abbiamo saputo relegare questi abusivi  in un angolo. Che non abbiamo saputo alzare la testa dinanzi a chi ci diceva di essere amici di Caio e nemici di Sempronio ad ogni articolo pubblicato o non pubblicato. Adesso, forse, è tardi per tornare indietro. Questo svilimento andava fermato per tempo.

Comunque sappiate che quando su queste colonne leggete critiche o elogi, non ci ha pagato nessuno. Anzi, rischiamo anche di perdere inserzioni, come avvenuto proprio domenica. Ci sembrava giusto farvelo sapere. Noi continuiamo comunque con orgoglio a fare il nostro lavoro: è uno sporco mestiere, ma qualcuno lo deve pur fare!





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