"Non bastano le iniziative, adesso serve anche una sede fisica"

Politica - Per promuovere un reale cambiamento culturale le donne di Cassino chiedono un luogo che possa essere punto di riferimento. A margine dell’iniziativa “Donne e Pace” tenutasi il 25 Novembre presso il Palazzo della Cultura, le donne dell’Associazione "Se non ora quando" hanno ribadito al Sindaco le loro richieste

"Non bastano le iniziative, adesso serve anche una sede fisica"
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 11-12-2023 14:47 - Tempo di lettura 3 minuti

A margine dell’iniziativa “Donne e Pace” tenutasi a Cassino il 25 Novembre presso il Palazzo della Cultura, le donne dell’Associazione Se non ora quando Cassino,hanno ribadito al Sindaco, presente all’iniziativa, la loro opportuna necessità di avere una sede.

“Nel corso di questi 12 anni la nostra associazione è diventata punto di riferimento per un numero crescente di donne, ha raccolto intorno a sé speranze ed aspettative, ha avviato progetti per la promozione di azioni positive per l’uguaglianza. Ha realizzato mostre, presentazioni di libri, visite culturali, progetti di lettura nella scuola primaria, interventi nella scuola secondaria per la promozione di una cultura che rimuova gli stereotipi di genere e volta alla diffusione dei diritti umani.

Riteniamo fondamentale avere un luogo fisico, utile punto di riferimento per le ragazze e le donne della nostra città che possa essere di aiuto alla prevenzione di tutti i tipi di violenza, attraverso l’incontro, la condivisione, la sorellanza, il rafforzamento dell’ autostima, un luogo dove le donne possono percepire di non essere sole. Tutte pratiche necessarie per produrre un cambiamento culturale non più procrastinabile.

Qui a Cassino dal 2011 ne abbiamo ciclicamente fatto richiesta a tutte le amministrazioni che si sono succedute, ma non abbiamo ricevuto risposte. La Casa delle Donne, di cui già l’attuale amministrazione si era fatta promotrice nel momento del suo insediamento, ritenendola una risorsa necessaria, lungi dall’ essere un luogo ghettizzato é un segnale di civiltà che tantissime città hanno.
Chiediamo all’amministratore comunale una presa di responsabilità  adeguata all’urgenza di questi tempi, che ci spinge a chiedere conto, con i fatti e non più con parole vuote,  di questa nostra richiesta.

Gli eventi di violenza di questa estate, dal femminicidio del 27 maggio di Yialis Pena Santiago qui a Cassino, allo stupro di Palermo, alle agghiaccianti violenze sulle bambine di Caivano, al femminicidio di Giulia Cecchettin e altre 108 donne (fino ad ora) deve segnare uno spartiacque in ogni città, perché queste uccisioni non sono un Destino! L'assenza totale dello Stato, in tutte le sue ramificazioni, nel compito di prevenzione, dà il permesso di agire violenza e sopraffazione come un diritto e chi subisce può solo tacere.

Ma la violenza è una responsabilità sociale, ha intorno una varietà di elementi che la nutrono, la legittimano e ne consentono la normalizzazione. Tra questi elementi ci sono la sottovalutazione, il silenzio collettivo e individuale che aiutano a giustificarla e a renderla un elemento con il quale si può convivere.
Dobbiamo tutti insieme ripensare e ricostruire le relazioni nell'orizzonte dell'uguaglianza e per farlo è necessario un paradigma culturale che aiuti a cambiare la mentalità, il linguaggio, che promuova la parità nel riconoscimento delle differenze.

In questo riteniamo utile il nostro contributo attraverso gli strumenti culturali e socio sanitari di cui siamo portatrici. La società, la famiglia, la scuola, le istituzioni tutte sono chiamate in causa perché questo 2023 sia effettivamente uno spartiacque. Confidiamo in una risposta di reale fattività a questa nostra ennesima richiesta".





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