"A Cervaro non si riesce a firmare una proposta di legge nazionale"

Cassinate - Lo sfogo di una donna che da giorni cerca di sottoscrivere una proposta a cui tiene tanto e che i promotori hanno inviato a tutti i comuni italiani.

"A Cervaro non si riesce a firmare una proposta di legge nazionale"
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 05-11-2023 11:38 - Tempo di lettura 2 minuti

Una proposta di legge di iniziativa popolare per cercare di evitare che le donne in dolce attesa possano procedere all’interruzione volontaria di gravidanza. Non un referendum per chiedere di abolire l’aborto, ma una sorta di deterrente. Di cosa si tratta? Il 16 Maggio 2023 è stata depositata alla Corte Suprema di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare che introduce nell’art.14 della legge 194 del 22 maggio 1978 il comma 1-bis: «Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso». Insomma, non una cancellazione ma una modifica della 194. A promuovere l’iniziativa sono state diverse associazioni cattoliche. Servono almeno 50.000 firme entro il 7 novembre per poter procedere al Referendum e oltre ai banchetti è possibile firmare in tutti i comuni italiani all’ufficio anagrafe, basta presentarsi dotati di un documento di riconoscimento.

In tutti i comuni, tranne uno: quello di Cervaro. Corinna Marandola, cittadina del comune del cassinate, racconta infatti la sua odissea. Da giorni, in quanto cattolica praticante e condividendo lo spirito della proposta di legge, sta cercando di dare la sua adesione, invano. A raccontare i disagi riscontrati è proprio la donna, che spiega: “Sono mamma di 4 figli e di Giacomo Maria, sono molto sensibile alla vita, credo nel valore della vita fin dal concepimento. Per questo motivo  ci tenevo ad apporre la firma alla proposta di legge.

Nei giorni scorsi ho chiamato l’ufficio elettorale del mio comune chiedendo informazioni sugli orari per recarsi in Municipio a firmare ma mi sono sentita rispondere che loro di questa proposta di legge non erano a conoscenza. In tutti gli altri comuni della zona era possibile, anche a Cassino, dove però mi hanno risposto che non potevo firmare in quanto la firma andava apposta nel comune di residenza. Ho quindi contattato uno dei referenti della proposta di legge che ha chiamato nuovamente il comune di Cervaro ed ha inviato la Pec”.

Problema finalmente risolto? Non ancora, e non è detto che lo sarà. A raccontare l’odissea per apporre una firma è sempre Corinna Marandola, che spiega: “Il giorno successivo all’invio della Pec, al comune di Cervaro ancora nessuno era a conoscenza di questa proposta di legge e nessuno mi ha dato quindi  possibilità di firmare. Dopo varie peripezie mi hanno detto che avevano ricevuto la pec ma ancora non avevano attivato il servizio. Tutto è rinviato alla prossima settimana nella speranza che ci sia il segretario e si possa firmare, altrimenti c’è il rischio che il tempo scade e io pur volendo fortemente questa legge non possa contribuire con la mia firma. Purtroppo - lo sfogo amaro della signora -  ho dovuto constatare che il mio comune non viaggia di pari passo con la Nazione Italia, sono rimasta molto dispiaciuta. Mi domando come mai anche chi professa valori cattolici poi non fa nulla. I cittadini dovrebbero essere parte più attiva se vogliono istituzioni all'altezza di dare risposte adeguate alle proprie esigenze”





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