Reno De Medici a rischio chiusura, l'sos dei sindacati

Reno De Medici a rischio chiusura, l'sos dei sindacati

ECONOMIA - Il 19 novembre cessano gli ammortizzatori sociali, i vertici aziendali non escludono il disimpegno per la cartiera di Villa Santa Lucia. Ieri il vertice a Unindustria e poi l'assemblea in fabbrica con i lavoratori

Nella migliore delle ipotesi ci sarà una drastica riduzione del personale, ma non si esclude neanche lo scenario peggiore: ovvero la chiusura e, quindi, il disimpegno per il sito ciociaro di Villa Santa Lucia. La data cerchiata in rosso è quella del 19 novembre: quello è il giorno in cui cesseranno gli ammortizzatori sociali per gli operai della cartiera “Reno De Medici”.

Tale ipotesi - la chiusura, appunto - era circolata già il mese scorso; ieri mattina, poi, nel corso del vertice nella sede di Unindustria a Cassino alla presenza dei vertici aziendali e dei sindacati, sembra essersi rafforzata al punto che, immediatamente, le organizzazioni sindacali hanno convocato un’assemblea nel piazzale della fabbrica che si è svolta ieri pomeriggio. Nel corso della riunione i lavoratori hanno palesato tutte le loro preoccupazioni e non si escludono clamorose proteste.

Ad aprire l'assemblea sono stati i rappresentanti delle varie organizzazioni sindacali, riferendo agli operai gli scenari cupi che sono stati ipotizzati in mattinata nel corso del vertice ad Unindustria. Ovvero? “L’azienda - ha spiegato Pasquale Legnante della Fistel Cisl - ci ha riferito di non aver ricevuto ancora nessun disco verde da parte della Procura, intanto il tempo passa e il 19 novembre scade la cassa integrazione straordinaria di 12 mesi per crisi aziendale, non è quindi possibile chiedere un altro periodo di cassa integrazione ordinaria.

Senza girarci intorno, la situazione è drammatica: l’azienda ci ha fatto sapere che per come si è messa la situazione, e considerando che sono andati persi una marea di volumi considerando anche quella che è la crisi del settore, nella migliore delle ipotesi ci sarà una riduzione del personale, nella peggiore c'è il rischio della chiusura definitiva”.

I lavoratori hanno iniziato a rumoreggiare, molta la paura per quello che potrà accadere: c’è il rischio molto concreto che vadano in fumo altre centinaia di posti di lavoro: compresi quelli dell’indotto, sono circa 300 gli operai occupati presso la cartiera di Villa Santa Lucia. Cosa fare per scongiurare la chiusura o, comunque, un ridimensionamento?

“Quanto sta avvenendo ha del surreale - spiega Pasquale Legnante - . Faremo una richiesta urgente al prefetto affinché vengano date rassicurazioni agli operai. Con questo non vogliamo condizionare il lavoro della Procura, che può e deve fare tutti gli accertamenti, ma allo stesso tempo non è possibile far passare i giorni senza sapere nulla anche perché servono una serie di autorizzazioni che non competono alla Procura ma vanno richieste alla Regione Lazio e ciò implica un’ulteriore perdita di tempo quindi il rischio di una chiusura - chiosa il sindacalista della Fistel Cisl - si fa sempre più concreto”.

I sigilli all’impianto, lo ricordiamo, erano scattati lo scorso 27 luglio e il 30 agosto l’istanza di dissequestro è stata rigettata. Quattro le persone finite sotto indagine, l'ipotesi d'accusa è quella di inquinamento ambientale. "L'azienda è certa di aver agito nel rispetto della legge nell'ottica di garantire sempre i massimi standard ambientali. Reno De Medici ribadisce la sua piena fiducia nell'operato della Magistratura e assicura totale disponibilità e massima collaborazione per fornire agli inquirenti tutti gli elementi utili per una chiara e veloce risoluzione della vicenda" avevano spiegato lo scorso mese di luglio i vertici aziendali.

Oggi l’azienda non rilascia alcuna dichiarazione ufficiale, ma quanto trapelato dal vertice ad Unindustria e palesato nell’assemblea di ieri pomeriggio in fabbrica è sufficiente a far tremare i polsi ai lavoratori e a un intero territorio già mortificato dalla desertificazione industriale.





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