L'isolamento di Cassino nasce da lontano e non è solo politico

L'isolamento di Cassino nasce da lontano e non è solo politico
di autore Lello Valente - Pubblicato: 16-09-2023 00:00 - Tempo di lettura 3 minuti

OPINIONI - L’Abazia ed i monaci benedettini sono la nostra storia, fanno parte della nostra vita, hanno avuto un contatto costante con la città e con il popolo. Un ruolo che nessuna decisione papale può cancellare. L'analisi di Lello Valente

di Lello Valente

L’isolamento di Cassino nasce da lontano e non è solo politico e strategico è anche religioso. Dopo la brutta faccenda che ha interessato un ex Abate di Montecassino, la corte papale  ha  subito approfittato per sottrarre alla storia di Cassino ed ai sacrifici dei cassinati anche la guida della diocesi. La mortificazione non è bastata, il Santo Padre ha infierito stabilendo che la stessa diocesi avesse come sede di fatto Sora e non Cassino e come guida Sora e non Cassino.  

L’intento punitivo è costante contro l’Abazia e contro di noi, valga anche l’impossibilità dei monaci benedettini di Montecassino di non potersi eleggere autonomamente il loro Abate, perché dal Vaticano viene imposto un nominativo estraneo al nostro territorio. Forse l’obiettivo è quello di fare dell’Abazia un eremo nel quale i monaci benedettini devono rimanere rinchiusi senza esercitare il loro ruolo di evangelizzazione verso il popolo.

L’Abazia ed i monaci benedettini sono la nostra storia, fanno parte della nostra vita, hanno avuto un contatto costante con la città e con il popolo, la Scuola San Benedetto, ha educato migliaia di giovani delle famiglie del cassinate, il Corteo Storico, l’immagine dell’Abate in soccorso delle crisi industriali che avrebbero messo sul lastrico migliaia di famiglie. Un ruolo che nessuna decisione papale può cancellare.

Il legame che da secoli lega Montecassino a Cassino, è un legame di fatto e di sostanza che non potrà essere scalfito da nessuna decisione, da nessun decreto, da nessuna bolla, è un legame che nasce nella culla della nostra storia e solo chi viene da un altro Continente non ha capito questo legame indissolubile  e non ha capito il torto che ci ha fatto e che continua a fare. E’ un legame che nasce nell’anno 529 d.C. e dopo tante distruzioni del Monastero rimane inalterato. 

Un esempio lampante di questo legame è che ancora oggi le donazioni del popolo del cassinate vengono fatte all’Abazia e non alla curia a conferma che il legame con l’Abazia è unico ed insostituibile.

Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, due grandissimi Papi legatissimi a Montecasisno, che ci hanno onorati della loro presenza tante volte, non avrebbero mai consentito una tale mortificazione alla storia dell’Abazia ed a quella dei cassinati, qualcuno ha sbagliato e sta pagando per i propri errori , ma questo è servito per liberare quelle azioni negative che covavano da tempo contro l’Abazia che ricordiamolo custodisce le spoglie di San Benedetto Patrono d’Europa.

Rispettiamo il Diritto Canonico, rispettiamo il Papa, ma  siamo cittadini  liberi di pensare che questo Papa non tiene in alcun conto la nostra storia e quella dell’Abazia e non rispetta la nostra storia.

Gli uomini di Chiesa sono obbligati all’obbedienza, fortunatamente in uno Stato laico e libero possiamo dire e scrivere liberamente dissentendo anche delle decisioni del Papa : tranne il Signore nessuno è infallibile.

L’abazia è stata distrutta fisicamente più volte, dai Longobardi, dai Saraceni, dagli Americani , oggi è distrutta moralmente dal Vaticano.

Non dobbiamo nulla all’obbedienza, protestiamo, questo ci è ampiamente consentito senza incorrere nel reato di lesa Maestà. Sperare in un atto di reminiscenza non costa nulla!





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