POLITICA - Il professor Plutino si è soffermato sui numerosi tentativi (e sui relativi fallimenti) per una legge organica che regolamenti la struttura e il ruolo dei partiti politici. Presente anche l’on. Sesa Amici, eletta più volte parlamentare alla Camera dei Deputati, nelle liste del PDS, dei DS e del PD
Martedì 18 luglio, alle ore 18,30, presso la sede di Iperion in via Carducci, ha avuto luogo la seconda parte del seminario dedicato all’analisi dell’emergenza politica in cui versa la democrazia italiana e alla crisi della Forma-Partito nell’ambito delle istituzioni democratiche, secondo le indicazioni dell’art.49 della Costituzione repubblicana.
Il prof. Plutino si è soffermato sui numerosi tentativi (e sui relativi fallimenti) per una legge organica che regolamenti la struttura e il ruolo dei partiti politici. Tra i nodi problematici affrontati decisiva è stata la surdeterminazione tra le norme per il finanziamento dei partiti e la loro legittimazione politica. Un intreccio di istanze spesso contrastanti che sono poi esplose nella vicenda processuale di Tangentopoli e nella fine della cosiddetta “prima Repubblica” in quanto repubblica fondata sul ruolo politico dei partiti. Dal passaggio epocale al terzo millennio, proviene la deriva populista che ha radicalmente mutato la dinamica interna dei partiti sia attraverso lo sviluppo di una galassia correntizia, sostanzialmente priva di ragioni e di radici socio-culturali, sia attraverso un’organizzazione fortemente leaderistica in chiave “antipolitica”, come documenta esemplarmente l’irresistibile ascesa del partito-azienda di Forza Italia e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
In questa prospettiva, la situazione odierna appare contrassegnata dal paradosso storico di una poderosa riemergenza di formazioni politicamente identitarie e/o reazionarie, da sempre pregiudizialmente all’opposizione dei progetti di riforma e di ammodernamento delle istituzioni repubblicane imposti dal profondo mutamento del quadro geo-politico internazionale; e, proprio per questo, sprovviste di un autentico progetto di governo che sia capace di trascendere i vincoli di contesto socio-economico determinati sia dai nuovi assetti del mercato mondiale, sia dalle strutture comunitarie dell’Ue. Di qui una latente schizofrenia dell’attuale destra radicale tra le rivendicazioni identitarie declinate reattivamente nelle forme della comunicazione politica e sul piano dei diritti civili, di contro alla sostanziale continuità che, smentendo le posizioni critiche del recente passato, sigilla il mantenimento delle politiche emergenziali attuate dai “governi tecnici” (da Mario Monti e da Mario Draghi) in perfetta consonanza con le istanze provenienti dagli organismi internazionali ai quali l’Italia partecipa.
Ha poi preso la parola l’on. Sesa Amici, eletta più volte parlamentare alla Camera dei Deputati, nelle liste del PDS (1998), dei DS (2001 e 2006), del PD (2008), e nominata Sottosegretario di Stato ai rapporti con il Parlamento nel governo di Enrico Letta (2013) e successivamente nei governi di Matteo Renzi e di Paolo Gentiloni.
Il suo intervento ha toccato i punti salienti della recente storia politica italiana a partire dalla prospettiva critica (e auto-critica) delle formazioni e di partiti della sinistra.
Decisiva, a parere di Sesa Amici, è oggi la riscoperta del partito come organizzazione e rappresentanza di una determinata parte della società e della cultura politica la cui tradizione genealogica va costantemente rammemorata e attualizzata nella vita dei circoli e dei militanti. Ciò presuppone l’abbandono dell’idea illusoria del partito-sistema, ovvero del partito-stato che, in nome delle responsabilità istituzionali, è costretto a percorrere la via compromissoria delle alleanze e degli accordi con altre formazioni politiche pur molto distanti dalle radici sociali e culturali della sinistra democratica.
La forma-partito, al contrario, esige l’accettazione e lo sviluppo dell’intrinseca, irrinunciabile “parzialità” del punto di vista. L’esser-parte non significa, infatti, chiusura e rifiuto pregiudiziale del confronto con l’altro in nome di istanze dettate da un’ideologia identitaria, sostanzialmente refrattaroa alla logica dialettica della vita democratica e, perciò, tendendenzialmente autoritaria.
La parzialità che investe la forma-partito coincide piuttosto con l’apertura caratteristica di una “pars totalis”, con la capacità, cioè, di una visione sintetica in grado di abbracciare e comprendere la complessa totalità dei processi sociali, a partire da un’angolazione dirimente sul piano dei valori e delle urgenze da soddisfare.
Interessanti sono state altresì le questioni sollevate dai numerosi intervenuti tra cui:
Giuseppe Grilli, Ermisio Mazzocchi, Ettore Quadrini, Ettore Urbano e Lello Valente.
A tutti è stato rinnovato l’invito a partecipare ai prossimi incontri, previsti nel programma della Scuola, che riprenderà i suoi lavori dopo la pausa estiva.
Per comunicazioni: iperion_scuola@libero.it
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