Tentata concussione, la sindaca di San Vittore finisce sotto indagine

Tentata concussione, la sindaca di San Vittore finisce sotto indagine
di autore Redazione - Pubblicato: 10-06-2023 00:00

CRONACA - Nadia Bucci, assieme ad un consigliere comunale di maggioranza, avrebbe spinto la dipendente di una cooperativa addetta alla biblioteca alle dimissioni volontarie

Tentata concussione: il sindaco di San Vittore del Lazio, Nadia Bucci, è finita sotto indagine insieme ad un consigliere comunale di maggioranza. I fatti risalgono ad alcuni anni fa quando, secondo l'accusa, il sindaco del piccolo comune del Cassinate, insieme ad un consigliere comunale di maggioranza avrebbe tentato di far presentare le dimissioni ad un dipendente della cooperativa che si occupava della biblioteca comunale con l'intento di farla riassumere con mansioni diverse e con un nuovo contratto. 

Sarebbero tre le persone coinvolte: in due hanno effettivamente presentato le dimissioni e sono state poi riassorbite, mentre per il dipendente è poi scattato il licenziamento. Nei giorni scorsi la procura di Cassino ha concluso le indagini e ora il sindaco del paese dovrà difendersi. Nadia Bucci, dopo la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari, si è detta ottimista e certa della bontà del suo operato.

"Sono molto fiduciosa nella magistratura e nella giustizia, la mia posizione è assolutamente trasparente come lo è sempre stato l'esercizio del mio mandato amministrativo, sempre stato improntato alla correttezza e alla trasparenza, sempre al servizio della collettività alla quale cerco di dedicare tutto il mio tempo e nel migliore dei modi», ha detto la sindaca.

"Se tu non ti licenzi, avendo la cooperativa di cui sei dipendente terminato l'appalto nel comune di San Vittore del Lazio, ti potrò trasferire in altre sedi lavorative lontano da qui" avrebbe intimato il consigliere, e il sindaco, sempre rivolto alla dipendente , secondo l'accusa usando un tono minaccioso asseriva che non era possibile fare il passaggio diretto e se non avesse presentato volontariamente le dimissioni, si sarebbe scivolati in un contenzioso e, in tal caso, bene che le andava, sarebbe trascorsi due o tre anni di vertenza, e nel frattempo sarebbe rimasta fuori senza lavoro e senza retribuzione. I due indagati, come previsto dal codice, hanno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati.





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