Il progetto memoria all'I.C. di S. Elia Fiumerapido. Ospiti Lello Dell’Ariccia e Claudio Fano testimoni delle leggi razziali

Il progetto memoria all'I.C. di S. Elia Fiumerapido. Ospiti Lello Dell’Ariccia e Claudio Fano testimoni delle leggi razziali

SCUOLA - Il preside Nazario Malandrino: "Non facciamo finta che il razzismo non ci sia o che sia normale"

di Francesca Messina

All’Istituto Comprensivo di Sant’Elia Fiumerapido sono stati ospiti due rappresentanti della comunità ebraica di Roma, Lello Dell’Ariccia, presidente del Progetto Memoria, e Claudio Fano, entrambi testimoni delle atrocità vissute in Italia dagli ebrei ai tempi delle leggi razziali.

Gli allievi delle classi IV e V della scuola primaria, insieme ai compagni delle medie, sono stati catturati dal racconto toccante e denso di aneddoti dei relatori.

Partendo da un sondaggio su quali fossero cibi, giochi e sport preferiti, bambini e ragazzi hanno scoperto che in realtà molte cose che amano non sono originarie dell'Italia, né fanno parte della cultura del loro Paese. In seguito, guidati dai docenti, gli alunni hanno diffuso ciò che hanno imparato attraverso cartelloni, acrostici, calligrammi e vari elaborati, tutti centrati sul tema della xenofobia. L’incontro con i membri della comunità ebraica ha rappresentato un’occasione di riflessione preziosa per tutti: i ragazzi ne hanno ascoltato i racconti e hanno potuto rivolgere loro interrogativi sull’Olocausto e sul razzismo, fenomeno questo purtroppo ancora presente nella nostra società.

“Ho partecipato all’intera manifestazione - ha dichiarato il dirigente scolastico dell’I.C. di Sant’Elia Fiumerapido, Nazario Malandrino  - perché c’era bisogno di una pausa dall’attività amministrativa per sostenere l’impegno educativo della nostra Scuola, secondo soltanto a quello della famiglia... un impegno attento, costante, tenace. In tutte le fasi del percorso scolastico teniamo a mente che nessuno è immune dal virus del razzismo e dell’odio, virus antitetico all’apprendimento critico. Non ne è affatto immune il mondo dei Social, grazie al presunto anonimato che sembra togliere anche l’ultimo velo di controllo di sé, e che sempre più diviene spazio di emersione della parte più oscura e violenta, celata dentro un numero crescente di persone o dentro tutti noi, e nemmeno ne è immune lo Sport, considerato giustamente da molti genitori una valida alternativa alla dipendenza patologica da cellulare. Anche nello sport vi sono infatti molteplici e apparentemente banali esempi negativi: basti ricordare le violenze e le minacce razziste subite dai calciatori nella stagione 2021/2022, non solo nella Serie A, ma anche nei campionati dilettantistici, con il picco di violenze registrato nei campionati di Eccellenza e Terza categoria dove ben 151 arbitri sono stati aggrediti nei campi di calcio, soprattutto nei settori giovanili, e di questi 8 erano donne.

Se oggi - continua il preside - abbiamo genitori più aggressivi dei figli sui campi di calcio dobbiamo farci delle domande: il razzismo è vivo eccome oggi e - come durante la persecuzione degli ebrei -  il “nemico” è ancora la scorciatoia per attribuire colpe di ciò che non va, trovare un capro espiatorio: perché ci deve essere qualcuno colpevole di ciò che non va... oggi come allora. Come sempre. Non facciamo finta che il razzismo non ci sia o che sia normale, soprattutto ascoltando le testimonianze dei custodi della Memoria proseguiamo noi tutti la battaglia contro chi a Wannsee nel 1942 avrebbe voluto che tutto fosse nascosto e che nessuno ne parlasse. È importante e la Scuola continua a fare la sua parte. L’incontro ha rappresentato il momento conclusivo di un percorso didattico strutturato, che ha portato gli alunni dell’Istituto a smascherare gli stereotipi, sviluppando in tutti la consapevolezza che la nostra è una società multiculturale e che ciò rappresenta una straordinaria ricchezza”.





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