Giga Factory, Cassino pronta a partire. Il territorio sogna in grande

Giga Factory, Cassino pronta a partire. Il territorio sogna in grande
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 15-06-2022 00:00

IL FATTO - I complimenti di Zingaretti e Buschini: "Il settore della mobilità sostenibile rappresenta il futuro dell’automotive". Intanto domani in Fca lavora solo il montaggio, e Uliano della Fim-Cisl mette in guardia sul futuro di Stellantis: "Servono subito fondi e linee di indirizzo per la riconversione del settore, ma no a scelte ideologiche"

La nascita di un centro di produzione nazionale di batterie al litio in provincia di Frosinone è un’ottima notizia per tutto il territorio della regione.  Sono questi gli investimenti sui progetti per l’industria che come amministrazione abbiamo voluto sostenere e continueremo a farlo: innovativi, sostenibili, di ampia visione che coinvolgano diversi attori del Lazio, ma soprattutto in grado di creare nuova occupazione e generare sviluppo e crescita economica, in un’area che ne ha fortemente bisogno. Il settore della mobilità sostenibile rappresenta il futuro dell’automotive e avere un centro di produzione di batterie al litio qui nel Lazio a Piedimonte San Germano, significa essere protagonisti di un cambiamento in atto in un segmento importantissimo. Questo nuovo ente industriale potrà creare sinergie importanti capaci di attrarre nuovi investimenti rendendo il nostro territorio sempre più competitivo, anche a livello internazionale.

Così in una nota il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti dopo la notizia della nascita della giga factory a Cassino. (leggi qui: Nasce a Piedimonte il centro di produzione di batterie al litio per la mobilità sostenibile). Gli fa eco il consigliere Mauro Buschini: " “Grazie al lavoro della Regione Lazio e del Consorzio Industriale del Lazio nascerà a Piedimonte San Germano una nuova produzione di batterie al litio. Una produzione innovativa, sostenibile , capace di farci guidare la transizione verso l’elettrico anziché subirla passivamente. Lo stabilimento che nasce nella provincia di Frosinone avrà ripercussioni su tutto il territorio regionale, stimolerà nuova occupazione e potrà essere un esempio per il resto del Paese. Un plauso a Marco Delle Cese che ha iniziato questo percorso da presidente del Cosilam, insieme all’assessore Orneli, oggi conclusosi grazie alla determinazione di Francesco De Angelis e Nicola Zingaretti”.

Intanto, nelle stesse ore, dallo stabilimento Stellantis di Cassino è giunta notizia che domani lavorerà solo il montaggio: resteranno fermi Lastratura e Verniciatura causa bilanciamento del flusso produttivo. Per quel che riguarda la catena di montaggio, queste le novità: da domani 16 giugno il Montaggio farà il riempimento delle linee. Si partirà con 1 Grecale e 1 Alfa fino alle 12:00 con un impostato dai 300 ai 320 (in base al tratto di appartenenza). Dalle 12:00/12:30 il mix andrà con 1 Grecale e 2/3 Alfa in base alla richiesta fino a salire poi al vecchio impostato di 390 (in base al tratto). L'operazione dovrebbe durare un paio di giorni a partire da domani.

IL MONITO DI ULIANO

Il Segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano intervenendo all’iniziativa organizzata da Forza Italia oggi a Roma presso Sala Coletti al Palazzo dei gruppi Parlamentari, rispetto al voto espresso a Strasburgo la settimana scorsa sul pacchetto “FIT FOR 55” sul blocco della produzione di auto diesel e benzina nel 2035 – nel suo intervento ha dichiarato: “siamo dentro una tempesta perfetta determinata non solo dallo stop dei motori endotermici al 2035 - sono ormai anni che stiamo sollecitando il governo sulla necessità di politiche industriali per gestire le transizioni in corso nel settore – davanti a cali del 50% nella produzioni diesel e benzina – sottolinea Uliano – stiamo avendo già oggi con ripercussioni nella componentistica vedi casi della Bosch di Bari, Vitesco di Pisa, Denso di San Salvo, Marelli di Bari.


Quando si fanno operazioni di forzatura verso la decarbonizzazione come quella attuale – dice - andrebbero messe in campo politiche di sostegno alla reindustrializzazione del settore, per dare la possibilità alle aziende di ripensare le nuove produzioni soprattutto della componentistica – di cui l’Italia è leader in Europa – oggi la catena del valore dell’elettrico è quasi tutta estera. Bisogna prendere coscienza che non ci sarà nessuna transizione green se questa non è accompagnata da politiche di sostenibilità sociale, servono fondi per gli ammortizzatori sociali e per formare le persone sulle nuove produzioni , ma oggi su questo fronte siamo molto in ritardo rispetto a paesi come Germania e Francia.

Seppur in ritardo - ha detto Uliano - a luglio dello scorso anno si è insediato il tavolo per l’automotive che a fatica ha stanziato 8 mld per i prossimi 8 anni, un miliardo all’anno per la riconversione industriale. Nel mese di aprile 2022 sono stati deliberati gli incentivi all’acquisto delle nuove auto green, per i prossimi tre anni 650 milioni. Sono risorse che seppur necessarie – sottolinea il segretario - rischiano di drenare nei prossimi anni le risorse necessarie alla reindustrializzazione del settore. Oggi sono prioritarie le scelte di politica industriale sulla catena del valore della componentistica, favorire il processo di reindustrializzazione, sui fronti della motorizzazioni elettriche, digitalizzazione, connettività, guida autonoma e software che sempre di più riguardano le auto della mobilità del futuro.


I grandi gruppi del settore le stanno facendo ora le scelte dove allocare le nuove produzioni, non possiamo permetterci di arrivare tardi, bisogna intercettare gli investimenti, per questo abbiamo proposto al Min. Giorgetti un’azione diretta sulle multinazionali della componentistica presenti in Italia e un tavolo scientifico per individuare delle linee d’indirizzo e di sostegno nel settore per destinare subito le risorse stanziate nel fondo dell’automotive e attrarre nuovi investimenti nel Paese per riconvertire le produzioni.

Non vorrei - dice Uliano - che la partita sulla transizione della nuova mobilità diventi una partita ideologica, perché c’è anche un tema di carattere geopolitico che oggi deve farci riflettere sulle scelte che stiamo facendo sul settore - la catena del valore della nuova mobilità elettrica – ma anche le materie prime necessarie sono tutte in mano a paesi extra UE. Già oggi abbiamo un problema legato alla carenza di semiconduttori, con blocchi produttivi continui nonostante gli ordini.

Per questo - conclude Uliano - un tema d’indirizzo su dove andare con la nuova mobilità elettrica e digitale che accompagni il settore è sempre più necessaria. Ulteriori ritardi rischiano di farci rimanere fuori dalla transizione con perdite pesanti sul piano occupazionale e industriale. Nell’incontro del 23 giugno, giorno della convocazione del tavolo del settore automotive, ribadiremo i ritardi accumulati come paese nel rendere esecutive scelte di politica industriale necessarie per salvaguardare il settore e l’occupazione, chiederemo scelte precise rispetto alla partenza degli investimenti nel settore e alle posizioni che il governo intende assumere in seno al Consiglio ambiente europeo.





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