La babele delle scuole, dove chi prima si alza comanda

La babele delle scuole, dove chi prima si alza comanda
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 08-01-2022 00:00

IL FATTO - In Ciociaria si allunga la lista dei comuni pronti ad emanare ordinanze per la chiusura, Regione e Governo continuano a insistere sulla riapertura lunedì, Provincia non pervenuta. I presidi ai sindaci: "Non assicuriamo di riuscire a sostituire il personale". Sacco: "Basta muoversi a macchia di leopardo, ora creiamo una cabina di regia provinciale"

Tutti in classe il 10 gennaio. Anche i bambini dell'asilo nido e della scuola materna, in età non vaccinabile, e quelli della primaria dove la percentuale di vaccinati è al di sotto del 10% (nel Lazio va un po' meglio, supera il 12%, ma in ogni caso le vaccinazioni nella fascia 5-11 anni sono iniziate solo il 16 dicembre): così ha deciso il Governo nella persona del ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi.

Alcune Regioni hanno iniziato a mostrare distinguo: De Luca non ha risparmiato severe critiche all'esecutivo guidato da Mario Draghi e ha annunciato la serrata fino a febbraio, in Campania. Ieri gli andava così, oggi potrebbe decidere di prorogare a marzo. Nel Lazio il Governatore Zingaretti è invece fedele alla linea del Governo che il Pd sostiene con convinzione ma molti sindaci della Ciociaria (e non solo) hanno iniziato a mostrare pollice verso diramando ordinanze di chiusure. Loro a differenza di De Luca, optano per una sola settimana di chiusura In questo caos totale, la voce della Provincia neanche si è sentita. I presidi, invece, chiedono di uno sto di due settimane

Siamo alle solite: chi è competente in materia? I sindaci, i presidenti di Regione o il governo? O regna l'anarchia e ognuno fa quel che gli pare? Quest'ultima ipotesi sembra quella preponderante, soprattutto in Ciociaria. Circa un terzo dei 91 comuni hanno diramato ordinanza di chiudere già ieri. Tra i restanti due terzi, almeno la metà fanno filtrare l'ipotesi di farlo oggi. Morale della favola: lunedì saranno aperte in presenza le scuole in meno di un terzo dei comuni.

Definire questa babele imbarazzante è il minimo visto e considerando che sono ormai (purtroppo) due anni che le scuole devono fare i conti con queste problematiche. Una proposta per provare a tenere unita la Provincia arriva dal sindaco di Roccasecca.

Spiega Sacco: "A Roccasecca stiamo valutando insieme ai dirigenti se ordinare la chiusura delle scuole per la prossima settimana. La diffusione del virus, in questa fase, suggerisce cautela ed anche ai fini del contenimento del contagio sui territori è opportuno che nasca una cabina di regia che favorisca soluzioni univoche e condivise perché muoversi a macchia di leopardo, come sta accadendo, con ordinanze sindacali in ordine sparso, non aiuta a migliorare la situazione e serve solo ad ingenerare incertezza e confusione tra i cittadini".

Il Governo non è intenzionato a fare retromarcia, la Regione nemmeno. A far sentire la loro voce sono quindi i dirigenti scolastici che in una missiva indirizzata agli amministratori del territorio spiegano che non sono in grado di garantire il regolare servizio nel caso in cui l'attività s svolga in presenza, visto l'alto numero dei contagi anche tra il personale. Sembra di essere su Scherzi a parte, invece è l'amara realtà: a 48 ore dalla possibile riapertura ognuno fa quel che gli pare.





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