A 78 anni dall'armistizio un incontro sorprendente

A 78 anni dall'armistizio un incontro sorprendente
di autore Redazione - Pubblicato: 31-12-2021 00:00

IL FATTO - In Grecia i familiari di Angelo Riccardi di Sant’Ambrogio sul Garigliano hanno conosciuto la famiglia Kollias che lo tenne nascosto ai tedeschi nel 1943.Tutti i dettagli

Foto con Joannes Kollias

A distanza di 78 anni dall’armistizio dell’8 settembre 1943 che lasciò centinaia di migliaia di soldati italiani allo sbando e in balia dei tedeschi, è avvenuto un incontro a dir poco sorprendente tra Joannes Kollias e Antonio e Francesco Riccardi, rispettivamente, figlio e nipote di Angelo Riccardi di Sant’Ambrogio sul Garigliano. La famiglia Riccardi da molti anni intrattiene rapporti di amicizia con alcune famiglie di Almirì, località posta a circa 8 Km da Isthmia, dove durante l’occupazione italiana, Angelo con altri Finanzieri aveva trascorso quasi due anni.

Con l’armistizio gli 8 finanzieri di stanza a Kato-Almirì non molto lontano dal canale di Corinto, nel Peloponneso, rimasero, come tutti i militari italiani nei Balcani, senza ordini e privi di ogni punto di riferimento. Sin dal giorno successivo all’8 settembre i tedeschi, che erano già presenti sul territorio greco, occuparono le postazioni italiane, disarmando i militari  e facendoli prigionieri. La famiglia Kollias che aveva ottimi rapporti con Angelo Riccardi, con immensa umanità e grande generosità, lo tenne nascosto presso la propria abitazione per una decina di giorni, esponendosi a forte rischio di vita, in quanto i tedeschi lo cercavano ovunque, perché avevano catturato gli altri e mancava soltanto lui.

Casa fam. Kollias oggi

I Kollias di giorno lo facevano nascondere in un uliveto vicino ad un pozzo, distante circa 300 metri dalla casa. Una mattina i soldati tedeschi perquisirono l’abitazione Kollias, ma fortunatamente non lo trovarono, tuttavia nel giro di pochissimo tempo la guerra mostrò il suo volto peggiore. Il 18 settembre Angelo fu catturato e non ebbe neanche il tempo di salutare quella famiglia che aveva fatto tanto per lui. Fu creduto morto perché in quei giorni i tedeschi fecero precipitare un treno pieno di italiani nel canale di Corinto e molti corpi furono spinti dalla corrente del mare nella baia di Almirì. Angelo invece, il venti settembre, fu rinchiuso in un vagone merci e, dopo un lungo e disumano viaggio durato dodici giorni, condotto nel Lager III A di Luckenwalde a sud di Berlino, dove rimase prigioniero e adibito ai lavori coatti fino alla sua liberazione nel 1945

Quest’incontro inaspettato e straordinario ha scatenato forti emozioni per l’intensità di un rapporto di affetto che si era instaurato a suo tempo e non è stato mai dimenticato. E’ stato possibile riannodare i fili dell’intera vicenda  grazie alla premura di Kitsos Konstantinos (Kostas) il quale è riuscito ad organizzare un incontro che è andato oltre ogni umana immaginazione; Antonio Riccardi si è molto commosso nell’ascoltare i racconti estremamente dettagliati e nel visitare il luogo del nascondiglio del padre.   

Angelo Riccardi





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