Affettività e carcere, l'Unicas sbarca in Regione

Affettività e carcere, l'Unicas sbarca in Regione
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 02-12-2021 00:00

L'INIZIATIVA - Si tratta della prima ricerca in Italia nel post pandemia. Il rettore Dell'Isola ha ribadito l'impegno dell'ateneo nel settore penitenziario. Responsabile scientifica l'avvocato Grieco che ha illustrato lo studio con il prof. Digennaro. Presente all'incontro anche la senatrice Cirinnà. Tutti i dettagli

L'Università di Cassino sbarca in Regione per presentare la ricerca "Affettività  e carcere". Hanno preso parte all'evento il neo rettore Marco Dell'Isola, il presidente del Consiglio regionale Marco Vincenzi e, tra gli altri, è intervenuta la senatrice Monica Cirinnà. Ad illustrare la ricerca dell'Unicas sono stati l'avvocato Sarah Grieco, responsabile scientifica dello studio e il professore dell'Unicas del dipartimento di Scienze Motorie, Simone Di Gennaro.

Il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Devid Porrello, a conclusione dell’incontro per la presentazione “Affettività e carcere, un progetto di riforma tra esigenze di tutela contrapposte” che si è svolto alla Pisana, ha spiegato: "Ci è stata presentata una ricerca dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale che ci ha portato la voce nei detenuti sul tema di come vivono la propria affettività.  L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Lazio sarà il motore per tradurre le conclusioni legislative di questo lavoro in un disegno di legge da inviare al Parlamento”.

Si tratta della prima ricerca post pandemia di questo genere che si svolge in Italia e vede coinvolti circa 230 detenuti. Il rettore Marco Dell'Isola ha ribadito l'impegno dell'Unicas nel settore penitenziario.

Dalla ricerca sono emersi numerosi disagi socio-affettivi e relazionali, dovuti soprattutto al sovraffollamento che non consente la predisposizione di locali adeguati, dove poter effettuare colloqui con i propri familiari. Insufficienti sono considerati gli spazi verdi dotati di attrezzatura per bambini e i colloqui telefonici, di soli dieci minuti ciascuno, con costi sproporzionati e in assenza di privacy.

Inadeguati gli spazi per l’affettività, inesistenti quelli per l’intimità, considerata dalle persone detenute fondamentale per preservare il rapporto con il proprio partner. Gestite da operatori esterni, sono a pagamento le email sia in uscita sia in entrata. Le restrizioni e i contatti con il mondo esterno sono considerati inadeguati dalla maggior parte delle persone detenute intervistate.

Di qui la proposta dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale, volta a modificare la normativa vigente in modo da poter permettere il colloquio intimo, a prevedere soluzioni differenti per gli incontri tra adulti e per quelli tra persone detenute adulte e bambini, e a istituzionalizzare il colloquio pranzo, oggi nella discrezionalità della direzione dell’istituto penitenziario, nonché a rivedere la disciplina delle comunicazioni telefoniche

Monica Cirinnà, relatrice in commissione Giustizia del Senato di un disegno di legge d’iniziativa del Consiglio regionale della Toscana, volto appunto a modificare le norme in materia di relazioni tra le persone detenute e i propri familiari e i propri affetti - “persone innocenti all’esterno che scontano anche loro una pena”, come ha sottolineato Cirinnà durante il suo intervento in sala Mechelli del Consiglio - ha riferito anche delle difficoltà che incontra il disegno di legge di cui è relatrice. “Non credo che il Parlamento approverà mai la legge della Regione Toscana, ma - ha esortato Cirinnà - chiedo a tutte le regioni e di presentarne una analoga, a cominciare dal Consiglio regionale del Lazio”. 

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