La quarta ondata e la pandemia dei non vaccinati

La quarta ondata e la pandemia dei non vaccinati

RUBRICHE - L'approfondimento settimanale di Angelo Franchitto sull'andamento dei contagi in Italia e i raffronti con quel che accade altrove: in Austria lockdown solo per i non vaccinati. Tra i No Vax ecco quali sono le categorie più a rischio: sos per gli under 40

Nelle ultime settimane stiamo registrando dei numeri di nuovi contagi che indicano una quarta ondata della pandemia causata dal Covid-19. Fortunatamente, in Italia, i numeri sono molto più bassi rispetto a Regno Unito e, soprattutto, dei Paesi dell’est Europa.

Si tratta dell’impatto della vaccinazione di massa, che da noi ha abbondantemente superato l’ottanta per cento della popolazione vaccinabile e continuiamo a cercare di vaccinare anche i più scettici e i più giovani. Un lavoro faticoso, ma che da risultati. Infatti, chi non si vaccina rischia il contagio sei volte di più rispetto a coloro che sono stati immunizzati.

Soprattutto, oggi rischia chi non ha il vaccino e ha meno di 39 anni. Anche se il rischio è quattro volte di più per coloro che superano i 40 anni di età. Sono dati che arrivano dalle analisi fatte dall’Istituto Superiore di Sanità e che riguardano l’incidenza dei positivi al Coronavirus in rapporto su 100 mila abitanti. Ugualmente, il dossier sulle infezioni riporta anche che nessun immunizzato tra i 12 e i 59 anni è, fino ad oggi, finito in terapia intensiva. Mentre la categoria più a rischio resta quella degli over 60.

Dunque, in questo momento, in Italia come in Europa e nel mondo, si parla di una “pandemia dei non vaccinati”. Vero è anche che questa espressione viene utilizzata per primo dal ministro della Salute tedesco Jehns Spahn. Così il ministro descrive la situazione dell’emergenza Coronavirus in Germania.

Mentre in Italia, sia il Ministro Speranza che il Generale Figliuolo continuano a monitorare la situazione per mantenerla sotto controllo anche nel futuro prossimo. Ma, resta il rischio che la curva ricominci a salire proprio a Natale. Semplicemente, quello che sappiamo è che sarà occasione di stare in famiglia ed aumenteranno nuove occasioni di socialità.

Purtroppo, da parte del Governo non c’è, al momento, intenzione di imporre restrizioni come lo scorso anno. Purtroppo, perché senza restrizioni, il virus a più libertà di circolazione, si muoverà tra non vaccinati come tra i soggetti già immunizzati. Come sappiamo, e come sperimentiamo quotidianamente, più il virus circola, maggiore è la sua capacità di infettare. Dunque, nelle prossime settimane, sicuramente arriveranno indicazioni in merito ai comportamenti da tenere durante le feste.

Ma un esempio di come affrontare la questione dei No Vax arriva dall’Austria. Infatti, a seguito di un’impennata dei nuovi contagi, ma anche un aumento dei ricoveri e delle terapie intensive, sono iniziati nel Paese nuovi lockdown. Ma, attenzione, questa volta non come il 2020, ma solo la popolazione non vaccinata subirà il trattamento. Queste sono dunque le misure annunciate dal cancelliere Alexander Schallenberg. L’uomo, preoccupato per l’epidemia di Covid che in Austria sta riprendendo vigore interviene, ma in maniera selettiva. Secondo quanto annunciato dal cancelliere, qualora la soglia dei 500 ingressi sarà superata, solo i non vaccinati vedranno vietato l’accesso a bar, ristoranti, eventi culturali e strutture ricreative.

Oltrepassati i 600 ingressi, chi non ha fatto nemmeno una dose di vaccino uscirà di casa solo per lavoro e urgenza. Quanto sta avvenendo nei paesi europei dove si parla della cosiddetta “pandemia dei non vaccinati” è una condizione che fa riflettere sulla sempre maggiore necessità di incrementare il ritmo di somministrazione delle terze dosi e, contestualmente di proseguire con il completamento delle prime dosi. Dopo l’estate si ragiona sulla necessità di dare una data precisa di fine validità del Green pass.

Ma, cosa più importante è che con la curva dei contagi in risalita, così come è in questo momento in tutta Europa, pensare a una sospensione del Green Pass non è possibile nemmeno da prendere in considerazione. Infatti, sia i numeri che registriamo, sia anche per la condizione climatica che, andando incontro alla stagione fredda, certo non favorisce un’ulteriore riduzione della circolazione del virus. Come sappiamo, i mesi freddi dell’autunno e dell’inverno favoriscono le infezioni respiratorie, come raffreddore e influenza. A sottolinearlo è il presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico. In questo momento è importante avere uno sguardo sul futuro e cercare di anticipare il virus per evitare di fare un passo indietro.

Proprio per queste ragioni, il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo in una circolare chiede alle Regioni di rinforzare la propria opera di informazione e sensibilizzazione in merito alla campagna vaccinale anti Covid-19. Per esempio, fino ad oggi le Autorità sanitarie hanno fornito indicazioni sulla somministrazione delle dosi booster del vaccino secondo il solo criterio anagrafico. Vale a dire che si è parlato degli over 60, ai quali si affiancano anche il personale sanitario, i soggetti con elevata fragilità e i soggetti vaccinati con il monodose della Jhonson&Jhonson.

Pertanto, al momento non sono previste somministrazioni per ulteriori potenziali gruppi target. Questo significa che non vengono inseriti tra i destinatari del richiamo vaccinale il personale scolastico, come in un primo momento si era invece pensato di fare. Ma sono esclusi anche le forze di sicurezza e quelle della difesa, chi si occupa di volontariato e altre categorie di lavoratori. Tutto ovviamente salvo eventuali future raccomandazioni da parte delle competenti Autorità sanitarie. Questo significa che la terza dose per tutti non è scongiurata definitivamente, ma è possibile una postazione nel tempo. Intanto è importante continuare a osservare l’andamento della pandemia e la possibilità di rallentare, a livello globale la sua crescita. Si tratta di una lotta per il bene comune.

Infatti, affinché il vaccino ci tuteli per un periodo consistente è importante che non circoli il virus e che non si formino varianti in grado di bucare le nostre difese. Ma, a quasi due anni dall’inizio della pandemia, ci sono ormai centinaia di varianti di coronavirus in circolazione per il mondo. Questo significa che più il virus riesce a diffondersi più tende a mutare. Alcune versioni, come la variante alpha e la delta, si sono già rivelate più contagiose e quindi in grado di diventare prevalenti. Mentre, negli ultimi giorni nel Regno Unito i nuovi casi di coronavirus sono sempre più riconducibili al AY.4.2, un sottolignaggio della variante delta che chiamano “delta plus”. Certamente, sulla sulla nuova variante sono in corso diverse analisi per capire se sia più contagiosa e se possa comportare più rischi rispetto ad altre varianti. La presenza della delta plus è stata riscontrata anche in altri paesi europei, Italia compresa. Anche se per ora non sembra essere particolarmente diffusa, bisogna evitare che si propaghi e che vada ad incidere sulla pandemia dei non vaccinati.





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