Covid, vaccino agli under 12. Ecco perché anche i bambini vanno protetti

Covid, vaccino agli under 12. Ecco perché anche i bambini vanno protetti

RUBRICHE - Molti genitori chiedono se veramente è così necessario. I medici avvisano che se il virus continuerà a circolare e tra qualche mese potremmo avere mutazioni molto più aggressive. Tutto quello che c'è da sapere sull'argomento nel consueto approfondimento di Angelo Franchitto

<strong>Angelo Franchitto<br></strong>
Angelo Franchitto

Conoscere è il vero vaccino

di Angelo Franchitto

Il Covid è un problema che riguarda gli anziani, ma anche gli adulti e i giovani. Persino i bambini, che sono i meno soggetti alle conseguenze gravi della malattia sono però dei vettori del virus. In  Europa, l’Agenzia dei medicinali (EMA) raccomanda un’estensione del vaccino per Pfizer/BioNTech.

Infatti, il vaccino americano è studiato per essere  esteso anche ai più giovani. I ricercatori hanno fatto in modo da includere l’uso di questo vaccino anche nei bambini e adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni.

Anche se incertezze e dubbi continuano a dominare, continua la gestione della campagna vaccinale per bambini e adolescenti. Certamente, per giovani e giovanissimi il pensiero non è univoco. Per esempio, l’Italia e molti altri Paesi del mondo hanno deciso di somministrare il vaccino dai 12 anni in su.

Invece, il Regno Unito ha scelto di non vaccinare, per il momento, gli under 15. Ma la ricerca e la sperimentazione va avanti. Così, sempre da Pfizer e BioNTech arriva l’annuncio, a fine settembre, di risultati positivi della sperimentazione del loro vaccino anti Covid-19 nei bambini tra 5 e 11 anni di età.

In questo modo, il vaccino viene esteso anche ai più piccoli. Un modo per evitare che possano essere proprio loro a infettare i nonni. Dopo la terribile esperienza del 2020. Il Nord Italia è stato martoriato dalla pandemia che ha portato via una generazione. Abbiamo perso i nonni. Ora però, questo nuovo passo in avanti, ci permette di  realizzare una protezione sociale a tutela proprio dei soggetti più fragili. Intanto, i risultati degli studi di fase 2 e 3, comunicano le due aziende, danno esiti positivi.

Detto in altre parole, il vaccino Pfizer/BioNTech si sta rivelando sicuro, e viene ben tollerato dall’organismo. Inoltre, parliamo di un vaccino che produce una risposta immunitaria robusta proprio in una fascia di età molto molto giovane. Un risultato buono che otteniamo a fronte di dosaggi inferiori a quelli richiesti per destinatari più adulti. Comunque parliamo sempre di test nei quali viene utilizzato un regime a due dosi di 10 microgrammi, che sono somministrate a 21 giorni di distanza. Sicuramente è un quantitativo inferiore, rispetto alla dose di 30 microgrammi utilizzata per le persone di età pari o superiore a 12 anni, ma la copertura è ottima.

Molti genitori chiedono se veramente è così necessario vaccinare i bambini più piccoli contro il Covid. La risposta arriva dalla scienza. Sicuramente nessun aumento dei ricoveri viene oggi registrato tra i bambini a causa della variante Delta. Ma avvisano i medici che se il virus continuerà a circolare, tra qualche mese potremmo avere mutazioni molto più aggressive. Questo è il motivo per cui si chiede di vaccinare anche i più piccoli. Purtroppo, anche loro devono essere protetti come gli adulti.

Al momento questo è l’unico sistema che abbiamo per tutelare tutti. Sicuramente, la ripartenza delle scuole in presenza su tutto il territorio nazionale fa cresce, in maniera significativa, l’ansia nei genitori per il ritorno dei loro figli nelle aule scolastiche. La scuola è sicura, perché il lavoro fatto per la riapertura è stato tutto basato sulla possibilità di ritornare a fare lezione senza correre rischi per la salute di studenti, insegnanti, personale scolastico, collaboratori e famiglie.

Certamente, la sicurezza nelle scuole è legata al fatto che tutti ripettino le regole anti-Covid. Inoltre, sappiamo che con la variante Delta, che è si più contagiosa delle precendenti ma meno aggressiva, non porta (Almeno fino ad oggi così è stato) ad un incremento dei casi di positività nei minori. Dunque, possiamo dire che la malattia nei bambini continua a manifestarsi prevalentemente in forma leggera e i casi gravi sono rari.

Dunque, vista l’importanza della prevenzione e della necessità di dover immunizzare anche i più piccoli, esistono diversi studi in corso sui vaccini che riguardano Pfizer, ma anche Moderna. Vaccini che vengono testati per gli under 12. La speranza di tutta la comunità scientifica è quella che presto arrivino i risultati desiderati e l’approvazione da parte degli enti regolatori del farmaco, europeo e italiano. Anche perché ormai è pensiero comune che il vaccino sia molto importante anche nei più piccoli.

Fino ad oggi sono stati ricoverati in terapia intensiva, dati alla mano, solo 30 bambini su 700 a causa della sindrome infiammatoria multisistemica post-Covid. Si tratta di una sindrome non grave, ma se il virus continua a circolare liberamente nei bambini, che sono le categorie al momento più a rischio perché non vaccinati, questo può causare la conseguente nascita di nuove varianti. Cosa che intendiamo evitare il più possibile, anche perché potrebbero essere più aggressive nel bambino. Inoltre, nuove varianti potrebbero dare origine a situazioni ben più gravi di quelle che abbiamo osservato sino ad ora.

Detto questo, è giusto proteggere i bambini vaccinandoli così come si fa con i grandi. Ma, la decisione di vaccinare o meno i più piccoli è sempre una scelta politica. Intanto, l’OMS si è espressa dicendo che prima di procedere con la terza dose e con i bambini, sarebbe opportuno vaccinare i Paesi in via di sviluppo. Questi sono ancora in attesa della prima dose. Ovviamente, l’idea dell’OMS è quella di ridurre la circolazione del virus e ostacolare la nascita di nuove varianti.





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