Green pass in fabbrica, c'è chi dice no. Si accende lo scontro

Green pass in fabbrica, c'è chi dice no. Si accende lo scontro
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 10-08-2021 00:00

ECONOMIA - Il segretario provinciale della Fiom Donato Gatti rilancia le parole di Landini: "Abbiamo fatti i protocolli per la sicurezza nelle aziende quando i lavoratori non erano vaccinati". Marsella della Fim-Cisl: "A volte le decisioni possono sembrare drastiche ma parliamo di salute e sicurezza"

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Maurizio Landini a Cassino

“Fabbriche e uffici sono stati messi in sicurezza, è inaccettabile punire chi non ha il certificato. Le mense aziendali non possono essere equiparate ai ristoranti”. Sono le parole di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil che, in ieri, in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”, ha criticato le multe previste per il personale scolastico che si presenta sul luogo di lavoro senza il Green pass sanitario e anche la norma dell’ultimo decreto del governo che equipara le mense aziendali ai ristoranti.

“Il sindacato sta invitando tutti i lavoratori a vaccinarsi e non abbiamo nulla di principio contro il Green pass, ma in nome di ciò non è accettabile introdurre una logica punitiva e sanzionatoria nei confronti di chi lavora”, ha detto Landini.


Poi il leader della Cgil ha aggiunto: “Mi domando se chi ha deciso questa regola sia stato negli ultimi tempi dentro una mensa aziendale. Beh, dovrebbe andarci. Nessuno - ha ribadito - può sostenere che gli uffici o le fabbriche costituiscano oggi potenziali focolai per la diffusione del virus. Non deve passare il messaggio sbagliato che i vaccini ed il Green pass, pur fondamentali, da soli siano sufficienti a sconfiggere il virus. Non è così, purtroppo”. Un rischio possibile? Quello di abbassare la guardia.

“Basti guardare - ha aggiunto Landini - proprio il caso delle mense aziendali. “Il governo dice di volerle regolare al pari delle attività di ristorazione. Ma le mense aziendali hanno i turni, il plexiglass, la sanificazione periodica. Non sono un ristorante ma un servizio per chi lavora. Se il governo pensa che il vaccino debba essere obbligatorio, lo dica e approvi una legge. Non si può pensare di raggiungere il medesimo obiettivo in maniera surrettizia, a danno di chi lavora. È una forzatura controproducente rispetto all’obiettivo di realizzare la vaccinazione per tutti”.

Parole, quelle del segretario generale della Cgil, che hanno acceso il dibattito e hanno scaldato ancor di più il clima di questa calda settimana di agosto. La Fiom-Cgil con il segretario della federazione Frosinone e Latina, Donato Gatti, rilancia: "Abbiamo fatti i protocolli per la sicurezza nelle aziende quando i lavoratori non erano vaccinati, questo dibattito è surreale. Condivido in pieno quanto affermato da Maurizio Landini.

Diversa è invece la lettura della Fim-Cisl che con Mirko Marsella dice: “Il tema è molto delicato, prima o dopo delle decisioni andranno prese. Quello che oggi io mi sento di dire è che bisogna sensibilizzare il più possibile persone per convincerle a vaccinarsi. A volte le decisioni possono sembrare drastiche ma anche in questo caso parliamo di salute e sicurezza nella fabbriche.

I numeri - ha aggiunto - sono lì a dirci come i più penalizzati in questa fase, quelli che cioè finiscono in terapia intensiva, sono i non vaccinati. Il vaccino, oggi, è l’unica misura per combattere il Covid. Quando, e se ci sarà un’altra valida alternativa, allora si potrà discutere”.





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