Insegnanti e personale Ata: si va verso l'obbligo vaccinale a scuola

Insegnanti e personale Ata: si va verso l'obbligo vaccinale a scuola

RUBRICHE - Personale scolastico: circa duecentomila unità sono ancora senza copertura, ma il Governo è deciso a riportare gli alunni in presenza. La didattica a distanza crea un aumento di disparità sociale. L'approfondimento di Angelo Franchitto

<strong>Angelo Franchitto<br></strong>
Angelo Franchitto

Conoscere è il vero vaccino

Nonostante alcuni problemi di tipo organizzativo o altre difficoltà, la vaccinazione di maestri e professori, bidelli e amministrativi nelle nostre scuole è alta. Infatti, dati alla mano, parliamo di un 85 per cento di personale vaccinato con la prima dose, ma anche di un 75 per cento con una immunità completa (dati del giornale “la Repubblica” del 20/07/2021). Insomma i numeri sono soddisfacenti. Ma, in realtà, non c’è una distribuzione omogenea in tutte le regioni. Insomma, abbiamo ancora scuole con un numero molto basso di personale vaccinato.

Soprattutto, ancora parliamo di scuole che non sono in grado di garantire la didattica in presenza dalla prossima metà di settembre, quando inizierà il prossimo anno scolastico. Parliamo di una situazione anomala, ma molto problematica a livello di organizzazione del lavoro. Insomma, a queste condizioni non è possibile riprendere con una didattica in presenza al cento per cento.

Ma nemmeno è pensabile di continuare, per il terzo anno a portare avanti un discorso di DAD, così come è stato fatto sino ad oggi. Abbiamo visto che, per mille motivi, la didattica a distanza crea un aumento di disparità sociale, aumentano gli abbandoni scolastici e paga anche l’apprendimento degli studenti a tutti i livelli.

In tutto questo discorso, già molto complesso di suo, rientra anche la questione nel dibattito pubblico che riguarda l’obbligo vaccinale. Sicuramente si tratta di una mossa serva per il personale sanitario e anche per quello scolastico. Ad oggi non sappiamo ancora se si riuscirà ad estendere l’obbligo. Ma quando parliamo di obblighi, in generale, stiamo parlando di una coercizione che lo Stato fa, nei confronti dei cittadini, per cui la persona non ha possibilità di scegliere. Mentre, il vaccino è qualcosa che condiziona la persona che lo subisce, anche a livello di salute e di rischi a cui si va incontro. Per questo è difficile poter parlare di obbligo vaccinale.

Ciò nonostante, le vaccinazioni sono e restano una priorità assoluta. Anche se è importante, anzi fondamentale che ci sia una scelta etica da parte di tutti i cittadini, il governo deve  comunque prendere in considerazione possibili iniziative stringenti per tenere a bada il virus, ma soprattutto, per far comprendere alle persone l’importanza di scegliere di fare il vaccino. Le scuole devono rimanere aperte.

Si tratta di un messaggio che ha un grande peso sul futuro della scuola, della formazione dei giovani e per combattere tutte le forme di discriminazione che oggi si stanno invece accentuando. A parlare è anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Secondo il ministro c’è stata una risposta. Molto responsabile da parte della classe docente e di questo bisogna tenere conto. Di obbligo vaccinale per gli insegnanti, bisogna parlarne in Consiglio dei ministri e la decisione va presa dall’intero collegio.

Poi aggiunge che da tempo il governo ha messo la scuola in presenza come priorità assoluta. Bisogna assolutamente evitare un nuovo anno  come l’ultimo. Tutto questo potrebbe essere possibile anche perché oggi, soprattutto grazie ai vaccini, calano le ospedalizzazioni. Certamente, accanto a una questione prettamente sociale ed educativa, c’è una questione sanitaria che, anche a seguito dell’andamento delle nuove varianti, non è assolutamente da sottovalutare. Per questo, il ministro della Salute Roberto Speranza, ha la possibilità di condividere il proprio parere su questi temi.

Anche il Comitato tecnico scientifico sta dando un contributo fondamentale per capire come stiamo gestendo l’epidemia e come ragionare per migliorare e vincere il virus. Oggi è importante capire se la soglia vaccinati a ridosso di agosto, e a un mese e mezzo dalla riapertura delle scuole, cresce. Insomma, come sarà la scuola del futuro è tutto da pensare a seconda di come il nuovo mondo si muoverà e di come evolverà questo virus. Poi, di fronte a un vuoto presente in troppe regioni, bisogna anche accelerare sulle restrizioni scolastiche. Per esempio, il professore “no vax” è una figura dura da digerire ma, da una parte, le defezioni sono soprattutto tra il personale Ata e il problema centrale dei giovani studenti.

Nel mondo della scuola, chi segue la posizione di favorire l’obbligo vaccinale sono coloro che vedono la scuola come una comunità di persone e un’istituzione fondamentale per l’educazione e la formazione delle nuove generazioni.

Di questo avviso sono anche gli stessi dirigenti scolastici. Infatti, se la popolazione no vax a scuola dovesse restare intorno alle duecentomila unità, risulterebbe impensabile togliere un numero così alto di docenti dall’insegnamento. In questo caso l’unica strada da seguire resta il ricorso all’obbligo vaccinale. Mentre, se la popolazione scolastica non immunizzata dovesse restare bassa, si potrebbe anche attuare un sistema di spostamenti dei docenti non vaccinati ad altri compiti. Ma c’è anche chi pensa che l’obbligo del vaccino possa essere un’idea sospesa per il momento.

Prima bisogna pensare a un sistema meno coercitivo e soprattutto che non leda la sensibilità delle persone. Per esempio un Green Pass scolastico potrebbe essere uno strumento valido come incentivo. Ma sicuramente meno duro da sopportare rispetto ad un obbligo. Queste sono le riflessioni che i nostri governanti stanno facendo in prospettiva delle riaperture delle scuole.





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