Bimbe strappate alla zia, a Cassino arrivano gli avvocati di Bibbiano

Bimbe strappate alla zia, a Cassino arrivano gli avvocati di Bibbiano
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 11-04-2021 00:00

CRONACA - La signora ha presentato denuncia al Commissariato dopo che le sue due nipotine di 9 e 11 anni sono state affidate a una casa famiglia dagli assistenti sociali. A difendere la donna il pool di legali che si è occupato dello scandalo dei minori in Emilia Romagna. Il sindaco: "Chiederemo spiegazioni all'assessore". Maccaro: "Ritengo che l’allontanamento coatto non sia la scelta migliore, può provocare danni peggiori di quelli che si volevano evitare"

La Polizia dinanzi al Comune di Cassino (FOTO D'ARCHIVIO)

La notizia l'ha data in anteprima, nella giornata di ieri, il quotidiano Il Messaggero Frosinone. Ha raccontato di una donna di 43 anni, residente a Cassino, che nei giorni scorsi ha presentato denuncia al Commissariato di Polizia della città martire per abuso di potere e sottrazione di minori. "Le mie due nipotine di 9 e 11 anni che vivono con me dal 2017 sono state portate via dalle assistenti sociali senza alcun valido motivo" ha raccontato la donna alla collega Marina Mingarelli.

Secondo la ricostruzione de Il Messaggero le due bambine vivevano con la zia a causa di alcuni problemi psichiatrici che aveva avuto la mamma negli anni scorsi: decisione condivisa con il padre delle due bambine. La zia materna - stando anche al racconto di alcuni testimoni - si prendeva molto cura delle due bambine le quali vivevano molto serenamente.

Subito dopo Pasqua, però, l'amara sorpresa. "La signora è stata convocata presso l'ufficio dei servizi sociali di un Comune del Cassinate: le bambine sono state prese in carico dalle assistenti sociali, si pensava per un incontro con il padre. Ma quando la signora è tornata a riprenderle non c'erano più. Erano state accompagnate in una casa famiglia" riferisce sempre la cronaca del quotidiano romano.

Da nostri approfondimenti sulla vicenda, il Comune in questione risulta essere quello di Cassino, il tutore delle due bimbe è dunque il sindaco Enzo Salera. Da noi interpellato per avere spiegazioni in merito alla vicenda, il primo cittadino dice: "Non ne sono a conoscenza. Chiederemo una apposita relazione all'assessore ai Servizi Sociali". Concordano con lui il capogruppo del Pd, Gino Ranaldi, e il suo vice, Fabio Vizzacchero, che è anche presidente dell'apposita commissione (quella dei Servizi Sociali).

Neanche il capoufficio dei Servizi Sociali, Pasqualino Matera, interviene sul tema. Si attende probabilmente che si pronunci il Tribunale che potrebbe non convalidare il 403 e annullare quindi il provvedimento degli assistenti sociali.

L'articolo 403 del Codice Civile si applica quando vi è un grave pericolo per l'integrità fisica e psichica del minore. Solo l'urgenza e la necessità di porre rimedio ad una situazione di grave rischio giustifica tale provvedimento.

A decidere se convalidare o meno la misura adottata dalle assistenti sociali dovrà essere il Tribunale e, a difendere la donna di Cassino per far sì che possa riavere le bambine, arrivano gli avvocati che hanno fatto parte dell'ormai noto "caso Bibbiano", il piccolo centro dell'Emilia Romagna finito di recente al centro dello scandalo dei minorenni strappati ai genitori e affidati alle case famiglia.

L'assessore ai Servizi Sociali del Comune di Cassino Luigi Maccaro, da noi interpellato sul caso, spiega: "Appena sono venuto a conoscenza della vicenda ho sentito il responsabile del servizio sociale per assumere maggiori informazioni. Come è noto, gli assistenti sociali esercitano la funzione a loro assegnata dall’articolo 403 del codice civile, ovvero la possibilità di provvedere alla collocazione in luogo sicuro del minore che si trovi in condizioni di pericolo fisico e psichico talmente gravi da richiedere un intervento urgente. È l’unico caso, previsto dalla legislazione a tutela dei minori, in cui il potere degli assistenti sociali si equivale a quello dell’autorità giudiziaria".

Prosegue l'assessore: "Il provvedimento adottato adesso dovrà essere valutato dal Tribunale per i minori che, spero in tempi brevissimi, potrà confermare o revocare l’azione degli assistenti sociali. Personalmente ritengo che l’allontanamento coatto non sia mai la scelta migliore per tutelare i minori se non in casi gravissimi. Servirebbe, e su questo sto insistendo da due anni, un approccio multidisciplinare, un lavoro d’équipe che assicuri agli assistenti sociali la collaborazione di educatori e psicologi. Inoltre - conclude Maccaro - l’allontanamento andrebbe preparato perché è una misura molto delicata che, se gestita male, può provocare ai minori danni peggiori di quelli che si volevano evitare".





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