Covid, ecco gli altri vaccini che potrebbero avere l'ok

Covid, ecco gli altri vaccini che potrebbero avere l'ok

RUBRICHE - Non solo Pfizer, Astrazeneca e Moderna. Altri sono in fase di valutazione. L'approfondimento di Angelo Franchitto

<strong>Angelo Franchitto<br></strong>
Angelo Franchitto

Conoscere è il vero vaccino

A seguito di un rallentamento delle vaccinazioni per i controlli legati a un lotto di vaccini AstraZeneca, si torna a chiamare i cittadini per essere vaccinati.  Oltre a Pfizer, Moderna ed al ripristinato AstraZeneca, nuovi vaccini sono in fase di approvazione. Questo significa che, in linea teorica, aumenta il numero di dosi a disposizione per la vaccinazione della popolazione. In questo caso c’è Novartis, stabilimento austriaco.  Tutto pronto per la produzione delle nuove dosi vaccino anti-Covid. I governi si stanno muovendo per fare accordi preliminari al fine di prenotare le dosi CureVac. Ad oggi, quello che sappiamo del colosso elvetico, è che le prime forniture potrebbero arrivare in estate.

L’obiettivo di Novartis, che lavora in partnership, è quello di garantire 50 milioni di dosi entro la fine dell’anno in corso e, di ulteriori 200 milioni di dosi da realizzare nel 2022. Quello che è sicuramente importante dire, e che va sottolineato, è che lo stabilimento austriaco di Novartis gioca un ruolo importante in questo lavoro. Infatti si tratta di uno stabilimento che ha tutte le capacità per lavorare alla produzione di vaccini a RNA messaggero, così come funziona già per Pfizer e altri vacci anti Covid già approvati. Ma attenzione, il vaccino CureVac, la cui produzione è altamente complessa, si tratta di un prodotto farmaceutico composto da più parti che verranno realizzate in forma sfusa.

Poi, una volta consegnate a CureVac, l’ente si occuperà di tutte le altre fasi della produzione, fino al riempimento delle famose fiale che verranno distribuite nei centri vaccinali. Grazie al contributo di CureVac e Novartis, si arricchisce la disponibilità di vaccini utili per immunizzare la popolazione. Soprattutto si tratta di una responsabilità etica. Cioè i centri che produrranno il nuovo vaccino stanno facendo tutto ciò che è in loro potere per dare una mano alla scienza medica per uscire al più presto da questa pandemia. Inoltre è importante che questo lavoro sta avvenendo grazie a una collaborazione. CureVac e Novartis si stanno espandendo al fine di ottenere capacità aggiuntive per la produzione di mRNA.

Si lavora su questa nuova tecnologia al fine di soddisfare al meglio la crescente domanda di vaccini che permettano di sbloccare questa situazione di chiusure e limitazioni continue. Ma la verità è che, la campagna vaccinale contro Covid procede a macchia di leopardo. Infatti, come leggiamo dai dati che vengono comunicati ogni giorno in TV, esiste un Italia a più velocità. Le regioni si muovono in maniera autonoma e con ritmi differenti. Il vaccino CureVac offre ottime notizie perché, una volta che anche queste fiale arriveranno sul mercato, di sicuro accelereranno la campagna di vaccinazione che è molto (troppo) lenta, proprio a causa delle scarsità delle dosi e dei ritardi delle aziende farmaceutiche.

A questo dobbiamo aggiungere anche che, il comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA sta revisionando il NVX-CoV2373, un’ulteriore vaccino anti-COVID‑19 che andrà ad aggiungersi a quelli già approvati. Il nuovo siero viene sviluppato da Novavax CZ AS. Ad ogni modo, la decisione di approvazione finale di avviare la revisione ciclica si basa sui risultati preliminari fatti grazie a una serie di studi di laboratorio e da studi clinici preliminari negli adulti. Queste analisi portano a dei suggerimenti che vengono letti da persone esperte che studiano se il vaccino induce la produzione di anticorpi e componenti del sistema immunitario che proteggono il nostro organismo dall’infezione da coronavirus SARS-CoV-2, responsabile di COVID-19.

Essendo questi dei vaccini ancora in fase sperimentale, quindi non presenti sul mercato, l’azienda al momento è impegnata a condurre studi clinici sulle persone per valutare la sicurezza, l’immunogenicità (che consiste nella capacità di innescare una risposta contro il virus) e l’efficacia finale del vaccino contro la malattia. Durante tutto questo lavoro, l’EMA è impegnata a esaminare i dati provenienti da questi e da altri studi clinici man mano in cui diventano disponibili.

La fase della revisione ciclica proseguirà fino a quando l’ente europeo non avrà a sua disposizione sufficienti prove a sostegno che permetta di formalizzare e dare l’autorizzazione all’immissione in commercio. Durante questo periodo l’EMA valuterà inoltre che il vaccino rispetti anche tutti gli usuali standard di efficacia, sicurezza e qualità farmaceutica. Generalmente parliamo di tempi molto lunghi. Ma, evidentemente, è necessario capire la straordinarietà del periodo che stiamo vivendo. Sebbene non sia possibile prevedere una tempistica complessiva.

Comunque sappiamo che la procedura dovrebbe essere più breve rispetto a quella ordinaria. Infatti, anche grazie al lavoro già svolto durante la revisione ciclica e tenendo conto di come si è proceduto per i vaccini già in commercio. Infine, allo Spallanzani di Roma verrà testato lo Sputnik, il vaccino russo. Insomma, la campagna vaccinale continua. Per avere più dosi da iniettare al giorno, è necessario avere più tipologie di vaccini.

Aspettiamo le nuove approvazioni che permetteranno di sveltire la campagna vaccinale, soprattutto per arrivare a immunizzare almeno l’80% della popolazione. La cosa importante è che stiamo cercando di fare sempre più vaccinazioni. Solo grazie ai vaccini supereremo questa fase di limitazioni che stiamo sperimentando.





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