“Ci mancano le nostre manifestazioni”. Il grido di dolore di Carlo Medagli

“Ci mancano le nostre manifestazioni”. Il grido di dolore di Carlo Medagli
di autore Redazione - Pubblicato: 17-03-2021 00:00

IL FATTO - L’amministratore nazionale dell’Unione coltivatori italiani è anche presidente provinciale di Frosinone. Da tanti anni organizza diversi eventi a Belmonte Castello. Le speranze e la proposta: "Se si possono fare mercati, che attirano sempre tantissimi clienti, non vedo perché non si possa organizzare percorsi enogastronomici, ovviamente rispettando regole che servano a tutelare la salute di tutti"

“Ci mancano le nostre manifestazioni” è il “grido" d’allarme e di dolore che Carlo Medagli lancia a nome delle tante categorie interessate alle manifestazioni culturali ed enogastronomiche.

L’amministratore nazionale dell’UCI (Unione coltivatori italiani) è anche presidente provinciale di Frosinone. Da tanti anni organizza diversi eventi nel suo paese, Belmonte Castello, ma non solo. Manifestazioni che hanno sempre, oltre allo scopo puramente ludico, anche quello di promuovere le produzioni locali che sono al centro delle iniziative enogastronomiche e dell’evento più importante che cura con dedizione da anni: “Quando il tempo si fa gusto”.

Carlo Medagli, spesso si parla di queste manifestazioni soltanto come appuntamenti “leggeri” per divertirsi, degustare prodotti di qualità e ascoltare musica. Da quando c’è il Covid sembra quasi che reclamare il ripristino di questi eventi sia come chiedere la luna, o peggio come chiedere di pensare al divertimento nonostante la pandemia sia ancora in atto.

“Mi rendo conto che davanti alla gravità della situazione, ai tanti decessi, possa sembrare una mancanza di rispetto. Ma dietro questi eventi, come dietro a tutte le attività commerciali “demonizzate” perché legate al tempo libero, ci sono persone che lavorano, intere categorie ferme da un anno, che non lavorano e quindi non incassano soldi che servono a sostenere le loro famiglie.

Io organizzo da anni diversi eventi sul territorio e conosco tutte le persone che lavorano attivamente per queste manifestazioni. Ci sono gli stand delle aziende agricole che producono e lavorano prodotti tipici del territorio, ci sono i musicisti, ci sono i ragazzi che lavorano nell’organizzazione, quelli che noleggiano le attrezzature necessarie, dal palco alle luminarie. Aziende, persone, famiglie intere sono coinvolte in questi eventi che sembrano non indispensabili.

Questi appuntamenti sono importanti per l'intera filiera e per chi ci lavora, senza contare il bisogno di evasione che appartiene a ognuno di noi, anche a chi ha avuto casi di Covid in famiglia, perché è naturale andare avanti e sperare di tornare alla vita di tutti i giorni. Purtroppo la diffusione del coronavirus sta provocando gravi ripercussioni non solo a livello sanitario, ma anche dal punto di vista del tessuto economico-sociale del nostro Paese”.

Nel 2020 è saltato tutto, secondo lei cosa succederà in questo 2021?

“Di solito dalla stagione primaverile fino ad arrivare alle porte di quella autunnale tutta l'Italia pullula di manifestazioni che valorizzano i prodotti enogastronomici e le tradizioni culinarie locali.

Tutti momenti di aggregazione che adesso, in molti casi, rischiano di scomparire. Ovviamente tutti speriamo che in questo anno ci sia un miglioramento, ma anche se il Governo dovesse dare il via libera, temo che tante manifestazioni e sagre non saranno in grado di ottemperare ai requisiti e le misure richieste, poi resta la paura da parte dei cittadini del contagio, anche se sono convinto che con la buona volontà di tutti, si potrebbe lavorare in sicurezza, certo cambiando tanti dettagli e apportando modifiche, ma non sarebbe impossibile lo svolgimento delle manifestazioni.

Se si possono fare mercati, che attirano sempre tantissimi clienti, non vedo perché non si possa organizzare percorsi enogastronomici, ovviamente rispettando regole che servano a tutelare la salute di tutti. Saranno ancora mesi molto difficili anche per questo importante settore del nostro Paese. Con la vaccinazione si aprono degli spiragli che ci fanno guardare avanti con fiducia. “Speriamo”.





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