"Una manovra per ostacolare l'ascesa politica di Fonte"

"Una manovra per ostacolare l'ascesa politica di Fonte"
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 16-03-2021 00:00

GIUDIZIARIA - Dopo l'assoluzione dell'ex assessore di Cassino per la vicenda relativa ai "voti fantasma", adesso arrivano le motivazioni: i giudici non escludono che sia stata abilmente ordita una manovra per danneggiare l'allora candidato. E adesso Igor è pronto a tornare alla politica attiva. Ma... [LEGGI L'INTERVISTA]

Igor Fonte

Elezioni comunali di giugno 2016, comune di Cassino: Giuseppe Golini Petrarcone, sindaco uscente, è il favorito per la riconferma. Uno dei suoi uomini forti, un suo fidatissimo, è Igor Fonte. Già presidente dell'associazione "Impastato", tra il 2006 e il 2011 si era fatto notare per una serie di iniziative molto rilevanti in città. Poi la candidatura alle comunali del 2011 con l' Italia dei Valori e la vittoria alle elezioni. Dopo tre anni da consigliere, Giuseppe Golini Petrarcone lo porta con lui in giunta. Nel 2016 è uno degli alfieri della campagna elettorale.

Quelle elezioni, ormai è storia, le vinse al fotofinish il centrodestra di Carlo Maria D'Alessandro. Igor Fonte risultò essere il primo dei non eletti della lista Bene Comune: il suo seggio, così come prevede la legge elettorale per le elezioni del sindaco, andò a Giuseppe Golini Petrarcone. Che, secondo le molti voci che circolavano a ridosso del voto, a dicembre, dopo un periodo di sei mesi, si sarebbe dimesso proprio per lasciare spazio ad Igor Fonte in Consiglio comunale.

A ottobre del 2016, però, per l'ex assessore alla municipale, è iniziato un lungo calvario giudiziario. Si è visto recapitare un avviso di garanzia e si è dovuto difendere in Tribunale. Per cosa? I carabinieri nel corso delle indagini avevano accertato che al seggio 30 risultavano avere votato anche alcuni residenti all’estero che in realtà non erano neanche in città in quei giorni, nonostante dai verbali risultasse il contrario. Il magistrato dispose allora una perizia sulle schede ed emerse che una ventina di loro riportavano la preferenza per l’assessore alla Polizia Locale Igor Fonte, scritta dalla stessa mano.

Per lui era stata ipotizzato il reato di concorso morale in violazione della legge elettorale. Non avrebbe cioè compiuto azioni dirette ad ottenere quei voti in più. Ma avrebbe ispirato in qualche modo l’azione del presidente e della segretaria del seggio. Ha scelto il rito abbreviato e tuttavia ha dovuto attendere quattro lunghi anni, solo lo scorso mese di ottobre 2020 è arrivata la sentenza di assoluzione con formula piena. (LEGGI QUI: Il girone dantesco di Igor Fonte e quella vittoria in Tribunale da dedicare ai detrattori [VIDEO])

Nel corso di questi quattro anni Fonte ha spiegato più volte di sentirsi vittima di un complotto. Era per lui l'unica spiegazione possibile. "Perchè tutte queste schede con il mio nome?" domandava e si domandava. Adesso non è escluso che possa partire un'altra inchiesta della Magistratura per indagare su questo aspetto, perchè nelle motivazioni della sentenza di assoluzione si legge: "Non si può invero escludere, come affermato dal Fonte stesso nella sentenza del 18 febbraio 2020 che sia stata abilmente ordita in suo pregiudizio una manovra tesa a danneggiarne la reputazione ed a ostacolarne l'ascesa politica".

Le motivazioni della sentenza di assoluzione

IL RITORNO IN POLITICA

Sull'aspetto giudiziario farà eventualmente luce la Magistratura. Ma quelle parole pesano come un macigno. E' la tesi che Fonte ha sempre sostenuto. Infatti, a caldo, dice: "Ho dovuto subire una serie di offese gratuite inimmaginabili da persone con più scheletri negli armadi che un cimitero: giornali che mi davano del complottista... e mi fermo qui. Poi ci sono le motivazioni di una sentenza irrevocabile di assoluzione con formula piena. Naturalmente nemmeno una scusa da chi ha infangato il mio nome. Ma non le voglio neppure, ho avuto l'affetto e la stima incondizionata della mia famiglia e degli amici, quelli veri".

Poi, da noi intervistato, l'ex assessore argomenta: "Le motivazioni della sentenza confermano ciò che io ho sempre detto, e cioè che qualcuno voleva stroncarmi la carriera politica. Mentre io ho sempre collaborato con le Autorità, qualcuno screditava la mia persona. Chi rideva, adesso dovrebbe chiedermi scusa".

L'INTERVISTA

Assessore, scuse a parte, adesso potrà tornare a fare politica. E' motivato?

"Certamente la mia assoluzione e ora queste motivazioni spazzano via ogni dubbio, non nego che sono interessato".

Lei è un uomo di centrosinistra, è stato consigliere del Pd. Le piace il nuovo segretario Enrico Letta?

"Diciamo che in questo momento sono distanti anni luce dal Pd e da questo modo di intendere la politica. Vorrei ripartire, sì. Ma dall'associazionismo, non dai partiti".

Eppure il Comune è governato dal centrosinistra, il sindaco Salera è stato suo collega nella giunta Petrarcone.

"Questo è vero. Come è vero che nessun amministratore del Comune di Cassino mi ha fatto una telefonata da ottobre, quando cio è uscita la sentenza di assoluzione. In compenso mi ha chiamato il senatore Lorenzo Diana. Abbiamo promesso di incontrarci non appena possibile".

Ma restiamo a Cassino: possibile che da ottobre nessun politico l'ha contattata?

"Ho detto che non mi ha contattato nessun amministratore. Ho avuto invece colloqui con un vasto mondo dell'associazionismo che, anzi, mi pressa per tornare in campo".

E lei non lo esclude, giusto?

"No, non lo escludo. Non c'è più nessuna ombra su di me".





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