Accantonate le primule, si va verso la vaccinazione di massa

Accantonate le primule, si va verso la vaccinazione di massa

[RUBRICHE] L'approfondimento settimanale sul tema dei vaccini anti Covid a cura di Angelo Franchitto

<strong>Angelo Franchitto<br></strong>
Angelo Franchitto

Conoscere è il vero vaccino

In questi giorni si parla di vaccinazione per i settantanovenni e per le categorie più deboli. Ma si parla anche dei dipendenti scolastici. Insomma è sempre più una vaccinazione di massa. C'è da dire che in Europa, i vari Paesi affrontano questa fase in maniera differente, anche tra membri dell'Unione. Una idea era di realizzare le famose “Primule,” cioè delle aree per la vaccinazione dei cittadini.

Accantonata questa prima proposta, si guarda anche all'estero. Ma l'Unione Europea registra poche differenze tra una popolazione e l'altra. In realtà sono i Paesi extra europei a raccogliere un certo vantaggio nel fare vaccini e nell'iniziare a osservare una netta diminuzione dei nuovi contagi. Per questo parlare di vaccini significa soprattutto parlare del piano vaccinale. Cioè della strategia messa in atto per raggiungere l’obiettivo; immunizzare l’intera popolazione. Dopo un anno dall’inizio della pandemia da SARS-CoV-2/COVID-19, il nostro è ancora un Paese in emergenza.

La novità è la Sardegna, prima regione italiana a entrare in zona bianca. Si tratta della fascia più bassa di rischio Covid e scatta nelle Regioni dove l’Rt è inferiore a 1 e si verificano meno di 50 casi ogni 100mila abitanti per almeno tre settimane consecutive. Ma è anche la fascia dove il coprifuoco può essere posticipato, o addirittura tolto. La zona bianca vede la ripartenza per ristoranti, cinema, palestre e musei che possono aprire a orario pieno. I vaccini sono un valido aiuto per tenere i contagi sotto controllo e permetteranno, raggiunta l’immunità di gregge, di realizzare sempre più zone bianche. Ma vaccinare tutti gli italiani è complesso. Inoltre, abbiamo bisogno di un piano efficace per vaccinare tutti e farlo in sicurezza. In Italia, la strategia vaccinale è seguita dal ministro della Salute Roberto Speranza.

Il ministro ha presentato il 2 dicembre 2020 al Parlamento le linee guida della strategia per la vaccinazione anti-coronavirus. Una raccolta di materiali elaborati dal ministero della Salute, dal Commissario Straordinario per l’Emergenza, dall’Istituto Superiore di Sanità, Agenas e Aifa. In verità non è semplice capire la strategia vaccinale che stiamo seguendo.

Ma possiamo dire che, come previsto dal Piano stesso, la campagna di vaccinazione inizia con l’immunizzazione di personale medico e paramedico, gli anziani residenti nelle Rsa e gli over 80. Mentre, a partire dall’8 febbraio 2021, un nuovo documento aggiorna le categorie e l’ordine di priorità da seguire per la seconda fase della campagna vaccinale contro il Covid-19. In base alle evoluzioni, alle conoscenze e alle informazioni sui vaccini disponibili vengo resi noti quelli che sono i punti fondamentali del piano.

Ovviamente la vaccinazione è gratuita e garantita a tutti. Si tratta di un bene per la salute e ogni individuo ha diritto a essere tutelato. Un bene, il vaccino, che ha visto in data ​27 dicembre 2020, l’inizio della prima fase di vaccinazione in Italia ed Europa. Si parla del celebre Vaccine Day. Ma il processo di vaccinazione è anche legato a tutta una serie di impegni. Parliamo delle questioni legate alla logistica, all’approvvigionamento, allo stoccaggio e al trasporto dei vaccini. Tutti compiti di competenza del Commissario straordinario per la Governance del piano di vaccinazione.

Un’azione che viene assicurata dal coordinamento costante tra il ministero della Salute, la struttura del Commissario straordinario, le Regioni e le Province Autonome. Allo stesso tempo è importante tenere presente che esiste un sistema informativo per gestire in modo efficace, integrato, sicuro e trasparente la campagna di vaccinazione.

Proprio perché è qualcosa che tocca tantissime persone che hanno età diverse e che cercano informazioni da fonti diverse. Ma soprattutto è importante portare avanti un discorso legato allo stato di salute delle persone che ricevono il vaccino.

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Lo Stato si preoccupa della farmacosorveglianza e della sorveglianza immunologica, al fine di poter assicurare il massimo livello di sicurezza nel corso di tutta la campagna di vaccinazione. In particolare è importante la risposta immunitaria al vaccino.

Quanto più i vaccini contrastano il manifestarsi dei sintomi e con una copertura per un periodo lungo, tanto più la popolazione è protetta. Tutto questo significa uscire dal sistema delle chiusure e tornare a svolgere le proprie attività in sicurezza.

Sarà veramente così che andrà? Riusciremo a superare questo criterio delle fasce e dei colori?

L'idea di un piano vaccinale nazionale ha l'obiettivo di accompagnare la popolazione italiana verso la vaccinazione e l'immunizzazione delle comunità. Poter trovare una soluzione per consentire di riaprire tutte le attività in sicurezza, tornare a scuola in presenza e a fare sport di gruppo o esercizi in palestra, significa essere tutti immuni.

Dunque con la primavera e i vaccini a una fetta sempre più grande di popolazione, inizia il nostro percorso verso una riduzione dei rischi di contagio che andrà a verificare, solo in estate, se la quantità di persone vaccinate sarà sufficiente per tentare delle riaperture più permanenti.





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