"Quattro passi in Ciociaria" - Tramontiamo al mare?

"Quattro passi in Ciociaria" - Tramontiamo al mare?

RUBRICHE - Bastano 40 minuti di macchina, da Cassino, per terminare la giornata guardando un tramonto sull'acqua. Tra i tanti luoghi affascinanti da visitare c’è il Porticciolo romano di Gianola, dove si può arrivare sia in auto, sia seguendo dei sentieri naturalistici immersi nel Parco regionale di Gianola e del Monte di Scauri. Ce lo fa scoprire Giulia Zaccardelli

<strong>Giulia Zaccardelli</strong>
Giulia Zaccardelli

La natura come fonte inesauribile di conoscenza. Che è piacere. Che è conoscenza.

Non è Ciociaria, ma a due passi da noi c’è il mare. Appena 40 minuti di macchina e possiamo terminare la giornata guardando un tramonto sull’acqua.
Che accoglie tutti i giorni il sole, creando giochi di colori e di luci suggestivi.


E noi? Dove siamo e cosa facciamo ogni giorno, a quell’ora?


Soprattutto ora che siamo di nuovo in zona arancione, mi chiedo spesso se riusciamo a dedicarci del tempo, a regalarci dei minuti preziosi, da sottrarre alla quotidianità, per viverci in una dimensione più emotiva, e meno lavorativa. A negarci, di tanto in tanto, al ruolo che ricopriamo, per scoprire chi altri possiamo essere, e cos’altro possiamo provare.
E così, il mare.


Tra i tanti luoghi affascinanti da visitare c’è il Porticciolo romano di Gianola, dove si può arrivare sia in auto, sia seguendo dei sentieri naturalistici immersi nel Parco regionale di Gianola e del Monte di Scauri.

Ci troviamo in una piccola insenatura, su cui si affaccia tanta vegetazione selvatica, e si ha la sensazione di sentirsi protetti: dalle alture che circondano il mare; dagli alberi che incorniciano il paesaggio che, tra un verde brillante e tutte le tinte di blu, che dal mare sfumano nel cielo, sembra un dipinto fatto a mano.

Maggio e Febbraio, Porticciolo visto da un sentiero retrostante

In lontananza riconosciamo il promontorio di Gaeta, presente da qualsiasi punto della terraferma il nostro sguardo decida di poggiarsi sulla linea dell’infinito del mare.
Il porticciolo romano è un luogo appartato, da raggiungere appositamente, o da ammirare come premio per esserti immerso nei percorsi di Gianola.


Facciamo chiarezza sull’origine del nome: anticamente qualsiasi insenatura rocciosa presso cui approdavano le imbarcazioni, anche se priva di costruzioni per l’attracco, era definita “portus”, cioè porto. Un esempio è il Porto Cofenello, che sorge ad oriente di questa spiaggia, in cui è assente qualsiasi traccia umana.

Anche l’attributo romano ha ben poco a che fare con la sua origine storica.


Facciamo un passo indietro e ritorniamo al I sec. a.C., quando Cesare ha il dominio su Roma, e si circonda di ufficiali dell’esercito. Uno di questi, Mamurra, a capo delle legioni in Gallia e Britannia, si fa costruire la villa i cui resti possiamo ammirare appena sopra questa insenatura. Nel lembo di spiaggia antistante fa costruire anche una struttura muraria per il suo allevamento ittico, con un complesso sistema di celle, in modo da sfruttare anche fonti di acqua dolce attigue.


È proprio su questa costruzione che, nel più vicino 1930, il marchese Carlo Afan de Rivera, proprietario di una villa dietro la spiaggia, realizza un porto per l’ormeggio delle imbarcazioni personali e da pesca, sue e di tutti i reali d’Italia che in quel luogo trovano riparo.

Ecco quindi che il nome Porticciolo romano è in realtà improprio.

Tuttavia il nome crea una vera e propria suggestione, alimentata anche dalla vista di questi due bracci di pietra, che si guardano e ci permettono di camminare sull’acqua e sulla storia, raccontata dal basamento, appena visibile al di sotto del mare, di malta, calce, pozzolana e tufo del cavalier Mamurra.


Il tramonto, da questa insenatura, è possibile ammirarlo nei giorni in cui non c’è foschia, dal braccio di pietra che troviamo sulla sinistra. È un’esperienza molto intima, resa ancora più intrigante dalla consapevolezza di trovarsi su un lembo di terra che ha una storia antica da raccontare, e una verità, che contraddice il comune sentire, da portare a galla.





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