"Passi di riscaldamento"

"Passi di riscaldamento"

RUBRICHE - Al via oggi la rubrica "Quattro passi in Ciociaria" a cura di Giulia Zaccardelli

<strong>Giulia Zaccardelli</strong>
Giulia Zaccardelli

La natura come fonte inesauribile di conoscenza. Che è piacere. Che è conoscenza.

Una realtà incontrovertibile, resa ancora più evidente dal Covid, e dalla conseguente chiusura che stiamo vivendo da circa un anno, è che noi uomini abbiamo bisogno di contatto con la natura.

In quanti, inizialmente, hanno provato un profondo senso di sollievo all’idea di non dover uscire di casa, per non affrontare il traffico, il trambusto quotidiano, lo stress che comporta il confrontarsi giorno dopo giorno con un mondo che va veloce, un mondo inquinato, un mondo che assorbe tutto il nostro tempo, e non ci restituisce minuti utili e sacri per noi stessi?


Diciamocelo, inizialmente la quarantena è stata accolta da molti come un modo per staccare la spina, per imparare di nuovo la lentezza dei gesti, la quotidianità del silenzio, l’abitudine alla calma.

Alle pendici del Monte Terminillo, ottobre 2020

Tuttavia, la chiusura totale che abbiamo vissuto durante il primo lockdown, dopo poco, ci ha portato all’esasperazione, facendoci toccare con mano l’estremo opposto dell’iperattività: il vuoto. Giornate intere trascorse in casa, a reinventarci, a soffermarci su di noi, sul nostro lavoro. Ma anche condivise con altre persone, in famiglia, in coppia, in coinquilinanza, o anche da soli.


Giorni in cui non abbiamo avuto modo di scegliere come e con chi vivere.

E un’esigenza si è fatta strada, prima in modo latente, con pensieri che il nostro cervello appena sfiorava, attorno ai quali ruotava ma senza osare possedere, perché tanto lontani da quello stile di vita forzato che stavamo vivendo; e poi, in modo sempre più incalzante, quelle idee sono diventate desideri, obiettivi da realizzare, realtà da vivere concretamente.


Con la riapertura a maggio abbiamo sentito tutti il fortissimo bisogno di evadere. Di riappropriarci dei nostri spazi all’esterno delle quattro mura domestiche, di crearci una nuova routine, e di vivere il più possibile fuori. In particolare, a contatto con la natura.

Verso Balzo tre confini, ottobre 2020

Si è così imposta un’esigenza molto forte, ossia quella di riscoprire il turismo lento. Lento, proprio come il tempo che abbiamo imparato ad amare durante il lockdown, ma anche come i passi con cui abbiamo iniziato, piano piano, a cambiare le nostre abitudini di vita.


E se in tanti, quest’estate, hanno optato per sfruttare il bonus vacanze presso località balneari, o in villaggi turistici dotati di tutti i comfort, tuttavia altrettanti hanno impiegato il loro tempo per riscoprire il proprio territorio.


Si è così diffuso il fenomeno del turismo lento, di cui i principali esponenti sono le associazioni culturali presenti sul territorio ciociaro e laziale, in generale, che hanno ravvisato un aumento di iscritti, passeggiatori ed escursionisti, ma soprattutto una maggiore voglia di uscire, di conoscere, di scoprire e di immergersi nella natura.


Ecco che arriviamo al nocciolo delle mie intenzioni: parlare del turismo lento e dei passi che ci permettono di scoprire la Ciociaria, di ambientarci in un luogo che ci appartiene, di cui sentiamo parlare di continuo, ma che non abbiamo sempre la fortuna di conoscere. Parlare di origini, di natura, e scoprire insieme, passo dopo passo, il grande rispetto e legame tra quest’ultima e l’uomo; ma anche per comprendere il filo che lega la nostra umanità alla natura in cui siamo immersi.





Articoli Correlati