CRONACA - Oggi 1.746 casi in Regione, ma diminuiscono i decessi. Dal 16 gennaio la zona rossa potrebbe scattare in automatico: ecco i nuovi criteri
Si è appena conclusa alla presenza dell'assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato l’odierna videoconferenza della task-force regionale per il COVID-19 con i direttori generali delle Asl e Aziende ospedaliere, Policlinici universitari e l’ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
“Oggi su quasi 12 mila tamponi nel Lazio (-276) si registrano 1.746 casi positivi (+203), 17 i decessi (-37) e +1.113 i guariti. Diminuiscono i decessi, mentre aumentano i casi, i ricoveri e le terapie intensive. Il rapporto tra positivi e tamponi - dice l'assessore Alessio D'Amato - è a 14% ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende a 6,3%. i casi a Roma città scendono a quota 600". Domani è intanto in programma il vertice Governo-Regioni sul nuovo Dpcm: si valuta la proposta dell'Iss, ovvero scatta la zona rossa in automatico con 250 casi ogni 100mila abitanti. Rischiano Veneto ed Emilia Romagna.
Dopo aver rivisto la soglia dell'indice Rt, abbassandola ad 1 per entrare in zona arancione (era a 1,25) e a 1,25 anziché ad 1,50 per passare alla zona rossa, l'esecutivo punta ad inserire la nuova modifica nel Dpcm che entrerà in vigore dal 16 gennaio.
La proposta è stata avanzata dall'Istituto superiore di Sanità e condivisa dal Comitato tecnico scientifico: se l'incidenza settimanale dei casi supera i 250 casi ogni centomila abitanti, la Regione è automaticamente in zona rossa. L'incidenza è un parametro fondamentale secondo gli esperti e la soglia ottimale è 50 casi ogni 100mila abitanti poiché è l'unica che garantisce "il completo ripristino sull'intero territorio nazionale" del contact tracing. Con i dati attuali il Lazio dunque non rischierebbe visto che ad oggi l'incidenza è al di sotto dei 200.000 casi.
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