"Per la ripartenza occorre più lavoro e meno burocrazia"

"Per la ripartenza occorre più lavoro e meno burocrazia"
di autore Redazione - Pubblicato: 06-01-2021 00:00

ECONOMIA - La Cisl ha stilato un decalogo per rimettere in moto il Paese. Da Cassino parla Francesco Cuzzi: "Bisogna rimettere i giovani al centro dell’agenda politica e tutelarne gli interessi, con l’obiettivo di colmare il divario occupazionale"

Il segretario della Cisl-Università Francesco Cuzzi

"La parola “crisi" ha dominato il 2020. I pesanti effetti sociali ed economici della pandemia hanno prodotto una netta discontinuità, chiamando le istituzioni a un inedito sforzo di integrazione. Dobbiamo adesso costruire un nuovo e moderno Patto Sociale, sul quale dovranno determinarsi le dinamiche della crescita e dello sviluppo, del lavoro e inclusione sociale nei prossimi anni. Per molto tempo non ci sarà data una seconda opportunità". Ne è convinta la Cisl che ha stilato un elenco di dieci punti con le priorità da affrontare per la ripartenza.

Il numero uno della Cisl-Università di Cassino, Francesco Cuzzi, tra le altre cose evidenzia: "Bisogna ripartire dalle fondamenta". Ovvero? "Lavoro, istruzione e formazione". Quindi il sindacalista spiega: "E' necessario incrementare i fondi e gli investimenti in istruzione e formazione per colmare il gap con l’Europa in termini di spesa, competenze, e numero di laureati; ripensare l’impostazione dei curriculum per favorire un’istruzione che non insegni un lavoro specifico, ma che fornisca alle persone gli strumenti e le competenze da applicare trasversalmente a qualunque tipo di lavoro".

E sempre la Cisl evidenzia poi: "Bisogna sviluppare una strategia per il potenziamento delle competenze digitali che coinvolga scuole, università, imprese, e pubblica amministrazione, e aumentare la consapevolezza della popolazione sulle nuove tecnologie intelligenti e sulle opportunità che esse offrono; scardinare l’idea che la formazione sia limitata a un momento specifico della vita, antecedente a quello lavorativo, e investire in meccanismi di apprendimento continuo e permanente con un’ottica di lungo periodo".

Quindi sempre il sindacalista di Cassino, aggiunge: "I giovani sono stati la categoria maggiormente colpita dalle turbolenze economiche dell’ultimo decennio. Già prima della diffusione della pandemia, nel 2019, il tasso di disoccupazione giovanile in Italia (30%) era il doppio della media in UE (15%) e tre volte superiore al tasso riscontrato nella fascia di popolazione adulta in Italia (10%).

Bisogna rimettere i giovani al centro dell’agenda politica e tutelarne gli interessi, con l’obiettivo di colmare il divario occupazionale; spendere in inclusione sociale per sbloccare l’ascensore sociale, che in Italia è ormai bloccato; contrastare la fuga e incentivare il ritorno dei cervelli; migliorare le possibilità di accesso al mondo del lavoro tramite ulteriori decontribuzioni contrattuali, e nuovi meccanismi di apprendistato"

Infine, lo smart working. Chiosa Francesco Cuzzi: "Il futuro del lavoro è agile".





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