L'INTERVENTO - Il commissario del circolo replica all'intervista del consigliere comunale. E attacca: "Le sue sono critiche pretestuose, condite da insinuazioni al limite del pettegolezzo. Il partito non è un centro di collocamento, serve una politica nuova"
Riceviamo e, volentieri pubblichiamo, l'intervento del commissario del circolo Pd di Cassino, Romeo Fionda, dopo l'intervista pubblicata ieri sul nostro canale social al consigliere comunale Luca Fardelli (CLICCA QUI PER VEDERE L'INTERVISTA)
Ho ascoltato con molto interesse l’intervista del consigliere di opposizione, Luca Fardelli, persona simpatica e gentile, ma che dimostra con le sue stesse parole di non conoscere minimamente la storia del PD. Parla genericamente dello Statuto, senza, forse, averlo mai letto. Inoltre, tace sulla Carta dei Valori e sul Codice Etico.
La storia del PD di Cassino può tuttavia fornire insegnamenti e stimoli a chi sa leggerla, faccio alcune precisazioni:
Queste essenziali premesse di merito e di sostanza illuminano il nocciolo della questione, e cioè l’esigenza di rinnovare profondamente le linee programmatiche dell’agire politico con scelte radicali che sappiano restituire l’immagine originale del ruolo e delle ambizioni del Partito democratico anche nella nostra Città.
Questo è il tema che, non solo a Cassino, ma in tutta Europa interroga il progressismo, la sinistra e la sua radice liberale e libertaria. Questa sfida si affronta e si vince mettendo da parte le polemiche pretestuose, le ricostruzioni di comodo, più o meno fantasiose, come inclina a fare Luca Fardelli.
Nel merito dell’intervista, appare evidente come il Fardelli non perda occasione per rivolgere critiche pretestuose, condite da insinuazioni al limite del pettegolezzo, sul Circolo del Pd, e sulla maggioranza amministrativa guidata dal sindaco Salera.
Del resto, com’è noto, il predetto consigliere sì è programmaticamente schierato sui banchi dell’opposizione alla maggioranza di centrosinistra che amministra il Comune di Cassino; ma, con una buona dose di malafede, tesse le lodi del Pd regionale, tanto per inventare e strumentalizzare inesistenti contrasti tra i livelli territoriali del Partito.
È il tipico atteggiamento dei nostalgici della vecchia politica politicante, cioè di chi pensa che il partito non sia un luogo di formazione e di dibattito, in cui si apprendono e si affinano gli strumenti essenziali per esercitare una cittadinanza attiva, ma un centro di collocamento per entrare nei ranghi del ceto dirigente o, peggio, per lucrare previlegi personali mettendosi al servizio di chi comanda. Una mentalità che, pertanto, si pone agli antipodi dell’idea di rinnovamento e di impegno che costituisce e deve costituire la stella polare del Partito Democratico in tutte le sue istanze rappresentative.
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