Lo smart working e il lavoro delle donne al tempo del Covid: ecco come cambia. E perchè siamo indietro

Lo smart working e il lavoro delle donne al tempo del Covid: ecco come cambia. E perchè siamo indietro
di autore Redazione - Pubblicato: 10-10-2020 00:00

CULTURA - A Cassino la presentazione del libro "Lavorare è una parola" con l'ex segretaria generale della Cgil Susanna Camusso. A promuovere l'evento il comitato "Se non ora quando" di Susanna Di Mambro. La consigliera regionale Marta Bonafoni: "Rimettere le donne al centro di un dibattito pubblico capace di porre fine alle disuguaglianze"

Le donne e il lavoro. Il lavoro che cambia a seguito della pandemia. Lo smart working: opportunità o penalità per le donne? Il lavoro agile prevede il diritto alla disconnessione? Questi e altri temi sono stati affrontati venerdì pomeriggio nella sala Restagno del Comune di Cassino nell'ambito dell'evento organizzato dal comitato "Se non ora quando" che vede in prima linea Susanna Di Mambro.

Un parterre tutto femminile al tavolo, ad eccezione del sindaco Enzo Salera: "beato tra le donne". A moderare l'incontro è stata la giornalista Laura D'Onofrio, al suo fianco Susanna Camusso, già segretaria generale della Cgil; la consigliera regionale Marta Bonafoni; le ricercatrici Anna Italia e Ornella La Tegola. Un incontro che si è svolto in totale sicurezza, così come prevedono le normative anti-Covid e con una platea interessata che ha riservato applausi e apprezzamenti.

Si è parlato del valore dello Statuto dei lavoratori, definito come la legge con cui la Costituzione entra in fabbrica e in tutti i luoghi di lavoro, a cinquant’anni dalla sua nascita e dopo la pandemia che ha messo in crisi tutto il mondo del lavoro, e quello delle donne ancora di più.
Il lavoro per noi donne - hanno spiegato le organizzatrici e alcune delle relatrici nei loro interventi non è stato solo lo strumento per ottenere un salario con cui vivere, ma molto di più. Attraverso il lavoro abbiamo conquistato autonomia e liberazione, realizzando il nostro vivere anche fuori dagli schemi familiari, costruendo la nostra dignità senza “appartenere” a qualcuno, cercando infine di acquisire piena parità con i lavoratori uomini. Lo Statuto dei lavoratori garantiva lo stesso valore alle persone! Ma a cinquant’anni di distanza stiamo ancora lottando per combattere le disuguaglianze di genere, siamo più della metà della popolazione del mondo e dobbiamo tuttavia sentirci soggetti svantaggiati bisognosi di tutele particolari!

POSTI DIRIGENZIALI SOLO PER UOMINI

Si è messo in evidenza il fatto che, ad esempio, a proposito dell'ambito universitario, solo il 7% dei rettori sono donne; in politica è servita la doppia preferenza di genere, ovvero l'obbligo delle quote rosa per avere una degna rappresentanza femminile. E a proposito di politica la consigliera regionale Marta Bonafoni ha evidenziato: "Ragionare oggi del lavoro, comporta un ripensamento a tutto tondo, comprensivo di tanti altri aspetti: la materia ambientale, quella sanitaria, i flussi migratori, le connessioni tra i territori, la digitalizzazione, le disparità di genere, le disabilità. Diseguaglianze che il Covid ha fatto disastrosamente riaffiorare spezzando gli equilibri con effetti immediati. Moltissime le famiglie italiane che hanno dovuto rimodulare le proprie abitudini, tanti in smart working, tantissimi costretti a chiudere le proprie attività, altri occupati contemporaneamente tra l’istruzione dei figli, la salute, le incombenze domestiche, l’assistenza sanitaria.Tutto questo, ha pesato ancora di più sulle spalle delle donne. Per questo declinare la parola “lavoro” con i loro diritti e garanzie deve essere sì uno spunto di ragionamento ma anche il motore per muovere le azioni future per rimettere le donne al centro di un dibattito pubblico capace di porre fine alle disuguaglianze".

DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE

E quindi a proposito di smart working si è fatta sentire la voce del sindacato. L'ex segretaria generale ha parlato di "diritto alla disconnessione" ed ha spiegato: "Il 68% delle donne lamenta che non c'è una maggiore condivisione del lavoro domestico anche se il 52% degli uomini ritiene che ci sia, bisognerebbe chiedere agli uomini cosa intendono per condivisione, è maggiore la condivisione del lavoro di cura dei figli ma per le donne si ferma al 45%. Anche sotto il profilo dell'innovazione tecnologica ci sono maggiori discriminazioni, in genere è più alta la quota di uomini con pc e altri strumenti di lavoro aziendali. Le donne dispongono meno degli uomini di spazi dedicati in casa. D'altra parte, le lavoratrici sono quelle che si sono più attrezzate per acquisire le competenze necessarie. Lo smart working non può essere lavoro da casa, deve essere regolato, deve essere lasciato spazio alla flessibilità e all'autoorganizzazione, altrimenti diventa solo lavoro fordista dentro le mura di casa".

L'ORGOGLIO DI "SE NON ORA QUANDO"

Le organizzatrici si dicono soddisfatte dell'ottima riuscita dell'evento e sottolineano: "Crediamo sia urgente un impegno concreto delle istituzioni per combattere con forza queste discriminazioni. Nel 2020 abbiamo ancora davanti a noi una differenza salariale tra uomini e donne a parità di mansioni e, per poter lavorare le donne sono costrette a superare ancora ostacoli su ostacoli! Siamo donne e abbiamo imparato che dalle crisi ci sono sempre dalle opportunità da cogliere… Se non ora quando?"

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