Taglio dei parlamentari, il Pd si schiera. Ma a sinistra c'è chi dice No

Taglio dei parlamentari, il Pd si schiera. Ma a sinistra c'è chi dice No
di autore Redazione - Pubblicato: 09-09-2020 00:00

NAZIONALE - Il segretario dei democratici Nicola Zingaretti ha chiesto all'assemblea nazionale di sostenere il Sì nella campagna referendaria. La maggiorana dà l'ok, il rapporto con il M5S si consolida. Restano i dubbi e le perplessità della base. Anche a Cassino cresce la fronda dei contrari. Conte ieri sera alla Festa dell'Unità: «Il Mes? In questo momento né io né Gualtieri ci sentiamo di dire sì o no»

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla festa nazionale del Pd (Festa dell'Unità) a Modena, ANSA/ELISABETTA BARACCHI

A due settimane dal referendum sul taglio dei parlamentari, il Pd prende ufficialmente posizione: mantiene fede al patto di Governo siglato un anno fa con il Movimento Cinque Stelle e dopo aver votato Sì in Parlamento lo scorso 12 ottobre (nelle tre precedenti votazioni alle Camere durante il “Conte uno” con il governo M5S-Lega si era sempre opposto) sosterrà anche la battaglia referendaria che, se approvata, taglierà 345 parlamentari: la Camera passerà da 630 deputati a 400 e il Senato da 315 a 200.

Zingaretti alla direzione del Pd ha  rinnovato il suo appello all'unità del partito. «Il Pd in questo scenario così denso di rischi e così ricco di opportunità è al governo del Paese. Rivendico la scelta di dare vita al governo, sofferta anche da me, ma lungimirante». Poi ha spiegato che subito dopo il referendum bisognerà intervenire necessariamente sulla legge elettorale. Ma la decisione dell’assemblea nazionale del Pd sembra non essere in linea con l’umore della base dell’elettorato di sinistra, in gran parte ostile alla riforma. Per il No è schierata l’ala sinistra del Pd ed anche il padre nobile dei dem Romano Prodi ha di recente annunciato il suo voto contrario. Il segretario del Pd dal canto suo, pur sottolineando che non intende cedere all’antipolitica, è finito però sotto il fuoco incrociato. Da una parte i detrattori, dall’altra i militanti. A Cassino l’amministrazione comunale di centrosinistra che governa la città è quasi tutta schierata per il No e la stroncatura arriva anche dal professore dell’Unicas, il docente di diritto costituzionale, professor Marco Plutino, che all’indomani dell’assemblea del Pd spiega: «Esprimo una opinione strettamente personale, non da portavoce nazionale di "Democratici per il No". Per me questo è un partito da rifondare completamente, a partire dalle regole. Del resto non abbiamo avuto risposta dall'organo di garanzia nazionale, ormai denegata giustizia».

Sono tante le voci contrarie  nel vasto arcipelago della sinistra. Per il No si battono anche il movimento de “Le Sardine” che a gennaio avevano contribuito in maniera determinante alla vittoria del Pd in Emilia Romagna. Sinistra contro sinistra: un copione che si ripete, anche questa volta. Come già avvenuto nel referendum del 2016, senza andare necessariamente troppo indietro nel tempo. Di contro Zingaretti incassa il plauso del M5S che però con il ministro Di Maio e il  capo politico Vito Crimi respingono al mittente le condizioni del segretario del Pd sull’utilizzo del Mes. E ieri sera, intervenendo per la prima volta alla festa nazionale dell’unità di Modena, il premier Giuseppe Conte - accolto calorosamente dal popolo della sinistra - intervistato da Maria Latella ha precisato: «La posizione di Zingaretti sul Mes la conosco e io sono consapevole che c'è un dibattito in corso, non lo nego. Il mio è un atteggiamento molto laico, non è "Mes sì-Mes no" a prescindere. Stiamo elaborando dei progetti, elaboriamoli, vediamo cosa serve alla sanità. E poi come un buon padre di famiglia, valutiamo i flussi di cassa e decidiamo di conseguenza. In questo momento né io né Gualtieri ci sentiamo di dire sì o no. La rivalità con Draghi? Non esiste»





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