Politica - Beato Iftar: la comunità islamica chiede rispetto, risponde alle ombre politiche e rivendica il diritto a una piena cittadinanza
di Massimiliano Evangelista*
In qualità di Presidente del Centro Islamico Culturale La Luce, desidero rispondere pubblicamente all’articolo pubblicato su LeggoCassino riguardo l’iniziativa Beato Iftar, tenutasi presso la nostra sede con grande partecipazione e spirito di condivisione.
L’articolo, pur affrontando alcuni temi rilevanti, solleva osservazioni che riteniamo doveroso chiarire, con l’intento di continuare a promuovere un dialogo costruttivo e rispettoso tra le diverse anime della nostra comunità. (LEGGI QUI: Cassino, Beato Iftar: riflessioni sull'integrazione e ombre politiche)
Sulla necessità di parlare di pace
Mai come oggi è fondamentale parlare di pace. In un mondo segnato da conflitti dolorosi, come quello tra Russia e Ucraina e il drammatico genocidio in corso in Palestina, richiamare alla pace non è mai abbastanza.
Con gli amici del Comitato Art. 11 è proprio il grido esasperato alla pace che condividiamo: lo scorso anno abbiamo partecipato attivamente a una fiaccolata, e un’altra è già in programma per quest’anno. Parlare di pace non è una scelta politica, è un dovere umano e spirituale.
Sulla questione dei cimiteri
Ad oggi, nel Comune di Cassino, pur essendo previsti dalle normative vigenti, non esistono spazi predisposti per i cittadini di fede musulmana che siano conformi ai dettami dell’Islam.
Questo causa notevoli difficoltà quando un musulmano muore: le salme, spesso, devono essere spedite nei Paesi d’origine con costi esorbitanti. Si tratta di un vuoto importante, sia a livello pratico che simbolico.
Confidiamo che le istituzioni possano colmarlo, riconoscendo il diritto di ogni cittadino a essere rispettato anche nel momento del commiato.
A nome dei musulmani del cassinate, ringrazio pubblicamente la Consigliera Comunale, Avv. Mercedes Galasso, che si sta impegnando attivamente presso il Comune di Cassino su questo fronte. Mi dispiace, ma la tomba del musulmano che si trova accanto a quella di sua moglie non è conforme ai precetti dell’Islam.
Sulla presenza di altre confessioni religiose
Come già accaduto in passato, anche in questa occasione altre confessioni religiose erano state invitate e avevano inizialmente accettato l’invito. Purtroppo, per motivi logistici, non hanno potuto partecipare.
Sullo Stato laico e i diritti religiosi
A mio avviso – e parlo sulla base della mia esperienza di musulmano in Italia – è sempre opportuno ricordare che l’Italia è uno Stato laico. Ogni individuo ha il diritto di vivere appieno la propria religione, e lo Stato ha il dovere di garantirlo.
I diritti sanciti dalle norme vigenti non sono questioni politiche e non dovrebbero mai essere trattati come tali.
Anche se tutelati dalle leggi nazionali, europee e internazionali, questi diritti spesso restano inattuati. Un esempio concreto è la mancata intesa tra lo Stato italiano e l’Islam, prevista per le confessioni acattoliche: un tavolo è aperto dal 1990, ma proprio per ragioni politiche, l’intesa non si è mai conclusa con nessun governo.
L’assenza di questa intesa limita fortemente la possibilità per i musulmani in Italia di vivere pienamente e liberamente la propria religione.
In ogni caso, abbiamo apprezzato molto le sue osservazioni e saremmo lieti di incontrarla di persona per approfondire insieme questi temi e altri al fine di favorire un dialogo aperto e costruttivo.
*Presidente Centro Islamico Culturale La Luce – OdV
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