Politica - Alcuni interventi istituzionali e politici hanno introdotto elementi meno in sintonia con lo spirito dell’iniziativa: il messaggio del 'Comitato Art.11' è apparso fuori luogo così come l’intervento della consigliera comunale Mercedes Galasso. Ecco perché
L’evento Beato Iftar ha rappresentato un momento significativo di condivisione e di dialogo, permettendo alla comunità islamica di Cassino di esprimere i valori di fraternità, spiritualità e accoglienza che il mese di Ramadan porta con sé. Il messaggio dell’imam, dott. Salah Ramadan Elsayed Abouelnour, ha ricordato con profondità i principi di pace, uguaglianza e solidarietà propri dell’Islam, sottolineando l’importanza dell’incontro tra culture e della reciproca comprensione.
In questo contesto, è stato positivo vedere una partecipazione così ampia e sentita, segno di un dialogo interculturale sempre più radicato nella realtà cittadina. Tuttavia, alcuni interventi istituzionali e politici hanno introdotto elementi meno in sintonia con lo spirito dell’iniziativa.
Il Comitato Art. 11, per esempio, ha portato un messaggio politico sulla pace che, pur condivisibile nel merito, è apparso fuori luogo in un’occasione essenzialmente religiosa. Allo stesso modo, l’intervento della consigliera comunale Mercedes Galasso, nel ribadire l’impegno per spazi riservati alla comunità musulmana nei cimiteri, ha espresso rispetto, ma anche un’impostazione che rischia di sottolineare la separazione più che l’integrazione.
Eppure, l’integrazione esiste già nella realtà quotidiana, senza necessità di interventi simbolici. Ne è prova diretta la disposizione delle sepolture nel cimitero cittadino: accanto alla tomba di mia moglie riposa un musulmano, separate solo da un semplice corridoio di passaggio. Questo è il segno più autentico di una convivenza naturale, che non ha bisogno di divisioni formali. Rimasi inorridito quando quella tomba fu deturpata da un atto vile, ma la successiva ricollocazione dimostrò che il rispetto e la civiltà possono prevalere su ogni forma di intolleranza.
Un altro aspetto che avrebbe potuto arricchire ulteriormente l’evento è la presenza di rappresentanti di altre confessioni religiose. Se il fine era davvero favorire il dialogo e la comprensione reciproca, un’apertura in tal senso avrebbe potuto rafforzare il messaggio di unione e condivisione.
Tuttavia, al di là di queste considerazioni, Beato Iftar resta un’iniziativa importante, che dimostra come la comunità islamica sia parte integrante del tessuto cittadino, contribuendo con il proprio bagaglio culturale e spirituale a una società più ricca e aperta. La vera convivenza si costruisce nei gesti quotidiani e nel rispetto reciproco, senza bisogno di retorica o di barriere simboliche. L’armonia tra le comunità nasce dalla comprensione, dalla conoscenza e dalla volontà di camminare insieme nel rispetto delle differenze.
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