Un bambino su dieci ha dipendenza dai social: ecco la ricerca dell'Unicas

Cronaca - TikTok di giorno, YouTube e WhatsApp di notte, guardare e non postare: questo è quello che emerge da una ricerca sul rapporto fra gli under 14 e i social, condotta dal dipartimento di Scienze umane, sociali e della salute dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale e coordinata dal professor Simone Digennaro che non è concorde con il ministro Valditara che intende vietare l'uso dei telefono in classe anche a scopo didattico: "Non è il divieto che risolve il problema”

Un bambino su dieci ha dipendenza dai social: ecco la ricerca dell'Unicas
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 06-09-2024 19:06 - Tempo di lettura 2 minuti

Bambini sotto la lente Unicas per oltre un anno: un under 14 su dieci risulta essere dipendente dai social. Questo è in estrema sintesi quello che emerge da una ricerca sul rapporto fra i giovanissimi e i social, condotta dal dipartimento di Scienze umane, sociali e della salute dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale e coordinata dal professor Simone Digennaro (CLICCA QUI PER SCARICARLA), secondo cui quasi il 12% della cosiddetta Generazione Alpha, cioè i nati dal 2010 in avanti, avrebbe già una dipendenza dai social. Il problema sarebbe evidente soprattutto tra le ragazzine, che sono anche quelle che subiscono di più l’ideale del corpo magro e il desiderio di essere attraenti, con l’aumento dell’utilizzo dei social che sembra accompagnato all’aumento della propria insoddisfazione corporea.

Secondo la ricerca condotta dai docenti Unicas il 99% dei giovani adolescenti utilizza app di messaggistica istantanea, mentre l'88% fa uso dei social network. TikTok risulta essere il social network più utilizzato, con il 76.74% dei rispondenti, seguito da Instagram con il 69.86% e Pinterest con il 43.37%. Ma se nella lista includiamo YouTube, la piattaforma di Google sale in testa alla classifica, con una percentuale di utilizzo pari all’86%. Tra le app di messaggistica, WhatsApp è la più utilizzata, con il 95.72% dei rispondenti che ne fanno uso, seguita da Telegram (25.23%).

Altri social utilizzati, ma in misura minore, sono Twitch (30.03%), Snapchat (29.92%), BeReal (29.61%), Discord (19.7%), X (12.09%), Facebook (11.15%). I principali social network usati dalla Gen Alpha sono gli stessi di quelli utilizzati dalla Gen Z, con un’importante differenza: l’utilizzo massiccio di Youtube nei giovani dai 10 ai 14 anni dimostra che la generazione Alpha fa prevalentemente un uso passivo dei social network: tra le attività più svolte, cioè, c’è quella di guardare foto e video di amici, streamer e influencer.

Il controllo parentale? Non è costante. Da quel che emerge dalla ricerca il 43,5% degli intervistati ha spiegato di non essere affatto controllato. Nel dettaglio: il 32,92% degli alunni e delle alunne di prima media ha dichiarato di non essere controllato, percentuale che sale al 39,11% per le seconde e al 57% per le terze medie. Per quanto riguarda nello specifico i profili social, sembra esserci una maggiore attenzione: il 68,7% del campione ha raccontato che i genitori sarebbero a conoscenza di tutti i loro account; il 23,7% ha ammesso che i genitori sarebbero a conoscenza solo di alcuni; il 6,57% che non sarebbero a conoscenza di alcun loro profilo. Digennaro ha sottolineato che “rispetto al passato i genitori hanno maggiore consapevolezza e sono in grado di controllare meglio le attività online dei figli” ma che “rimangono ancora molti ambiti non presidiati, soprattutto per effetto del costante aumento di social e opportunità di connessione”.

Dallo studio emerge infine anche un’altra cosa, forse pure più preoccupante: quasi il 12% degli intervistati mostra valori superiori alla soglia di dipendenza dai social, misurata attraverso la Bergen Social Media Addiction Scal,  uno strumento che rileva appunto il grado di dipendenza dalle piattaforme attraverso una scala di valutazione. Nonostante che la maggioranza riporti un valore medio di 12.42, cioè abbastanza sotto la soglia di allarme (fissata a 19), oltre il 10% ha uno stato di dipendenza e le ragazzine mostrano valori più vicini alla soglia rispetto ai ragazzini, che hanno fatto registrare un punteggio inferiore di 0.91 sulla scala. Nel dettaglio, il 16,07% delle femmine ha un valore compreso tra 16 e 19, contro il 13,05% dei maschi; inoltre, il 58% di chi ha superato la soglia di dipendenza è costituito da persone di sesso femminile.

Nel commentare i risultati, Digennaro ha evidenziato che “le nuove generazioni stanno sviluppando nuovi modi di comunicare, relazionarsi e socializzare” e che sarebbe meglio evitare di demonizzare questa cosa: “Dobbiamo avere consapevolezza degli effetti negativi che un utilizzo sbagliato ed eccessivo della tecnologia può determinare” ma “è necessario tenere conto che la Gen Alpha ha avuto un’accelerazione forzata nell’utilizzo della tecnologia e dei social per effetto della pandemia e che questi ragazzi sono figli dei Millennial, abituati a condividere foto, video e storie proprio di loro. La Gen Alpha è la prima a essere davvero online dalla nascita, è un fenomeno nuovo che va studiato e capito”. Per questo, Digennaro ritiene che la decisione del ministro Valditara sul divieto dei telefoni nelle scuole, anche a scopo didattico, sia “un approccio potenzialmente sbagliato”, perché “non è il divieto che risolve il problema”.





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