RUBRICHE - Credo che il mondo del cinema, un po’ come quello della lettura, della pittura e dell’arte in generale, meriti cura, aggiornamento, sensibilità e attenzione
di Vanessa Carnevale
Sono una patita del cinema, starei ore ed ore a perdermi tra le varie piattaforme alla ricerca del film perfetto, del classico intramontabile, della pellicola da rivedere e della novità del momento. Credo che questo mondo, un po’ come quello della lettura, della pittura e dell’arte in generale, meriti cura, aggiornamento, sensibilità e attenzione.
Non è facile destreggiarsi “nell’universo” degli attori, immedesimarsi nei panni di qualcuno lontano anni luce dalle proprie credenze e dalla propria personalità, vestire i panni di uno sconosciuto o osservare sé stessi proiettati sullo schermo, osservati da centinaia di occhi nella stessa sala, diventando così portatore o portatrice di un messaggio, di una fetta di storia, di un concetto che deve diventar proprio dei più e sostenuto della massa. Spesso mi sono interrogata se, oltre alla singola passione, si potesse creare qualcosa di più atto a connettere la mia sfera lavorativa (ambito psicologico) e quella legata al cinema. Dunque è stato particolarmente soddisfacente imbattermi nella “Cineterapia”, ovvero una terapia psicologica che si basa sulla visione dei film. Sappiamo in merito che quest’ultima nasce nella metà degli anni '90 e che il suo fondatore è lo psicoterapeuta statunitense Gary Solomon, il quale era un accanito sostenitore della teoria che la stessa carica emotiva di una storia cinematografica fosse tale da modificare lo stato psicofisico dello spettatore stesso, il quale (attraverso l’immaginazione, gli stati d’animo esperiti ed i vari confronti) riuscisse a calarsi nella vicenda e diventare così spettatore/attore.
I benefici della Cineterapia dunque quali sono?
-aumentare la capacità di sognare e di rievocare ricordi sepolti o latenti,
• rendere meno traumatiche paure profonde,
• favorire una riflessione interiore o sulle relazioni con i propri cari,
• aiutare ad operare una netta distinzione fra ciò che è bene e ciò che è male,
• identificazione nell’eroe di turno al fine di provare le sue stesse sensazioni sia di dolore che di felicità,
• cercare di capire che a volte non siamo i soli ad affrontare un determinato problema,
• un ruolo psicoeducativo volto a favorire l’elaborazione d’eventuali soluzioni, attraverso la proposizione di modelli cognitivi e comportamentali,
• una maggiore considerazione del punto di vista altrui (Cavaliere, 2016)
Spulciando su altri siti di ricerca psicologica inerente quest’ambito ho potuto, inoltre, imbattermi in temi davvero interessanti…ne cito alcuni emblematici:
“I film horror offrono alle persone la possibilità di articolare, identificare e gestire le loro paure prendendo un concetto astratto come la paura e concretizzandolo in stimoli che vengono proiettati su uno schermo televisivo o cinematografico (Walters, 2004).”
“Il desiderio di guardare la televisione per molto tempo, responsabile della messa in atto del binge watching, secondo Kubey e Csikszentmihalyi (2003), nasce da una reazione chimica cerebrale la quale favorisce il rilascio di endorfine, che comporta sensazioni di rilassamento e sollievo nello spettatore, che, così, desidera prolungare questa esperienza.
Questo meccanismo è simile a ciò che accade in chi fa abuso di alcol, sostanze e in chi soffre di gioco d’azzardo patologico. Il fenomeno del binge-watching può provocare importanti limitazioni nel funzionamento personale, sociale e lavorativo (https://www.therapycenter.it/cinema-e-psicologiaunaffascinante-relazione)
Insomma sono veramente tante le tematiche, nonché gli studi, che legano queste due sfere e questo tipo di terapia è affascinante e (a mio avviso) notevole. Spero di aver suscitato in voi della curiosità in merito, aspetto vostri pareri e spero di non essermi dilungata troppo.
PS: mi siete mancati!!!
Articolo precedente
La parola "pace" è desueta, la coscienza critica ormai smarritaArticolo successivo
"Di Rollo prenda le dovute distanze in maniera definitiva dalla giunta Salera"