CRONACA - Ieri a San Giorgio a Liri i funerali dell'albergatore. Presenti anche il parroco e il sindaco di Castelforte. Ad aprire il corteo i piccoli della scuola calcio. Il racconto e le immagini della giornata
I piccoli della scuola calcio ad aprire il corteo funebre, le lacrime del sindaco di San Giorgio a Liri Francesco Lavalle, uno dei suoi ex allievi. E poi il ricordo del parroco di Castelforte: “Giovanni era ossessionato dal pensiero di andare in pensione, voleva continuare a gestire il suo hotel a Suio perché era innamorato del suo lavoro. Ed è proprio nel suo posto di lavoro, all’Hotel ‘Nuova Suio’, che Giovanni Fidaleo, 66 anni, ha incontrato la morte: freddato martedì scorso da Giuseppe Molinaro, appuntato dei carabinieri, che poi è andato a costituirsi.
Ieri per San Giorgio a Liri e Castelforte è stato il giorno del dolore, quello dell’ultimo saluto. A celebrare la messa nella chiesa di San Rocco di San Giorgio a Liri, oltre a don Marcello Hoca, parroco del comune della Valle dei Santi, c’era anche don Fabio Gallozzi, prete di Castelforte. E sempre dal comune del Sud Pontino è giunto anche il sindaco Angelo Felice Pompeo: in fascia tricolore ha guidato il corteo funebre al fianco del primo cittadino di San Giorgio a Liri Francesco Lavalle.
Per permettere un’ampia partecipazione, il sindaco Lavalle ha chiuso tutto il centro di San Giorgio. In centinaia erano ad aspettare dinanzi la casa di Giovanni di San Giorgio a Liri dove c’è stata una lunga sosta prima proseguire verso la chiesa di San Rocco. L’abbraccio con i parenti, le lacrime, gli abbracci. Ma nessuna disperazione urlata. Un silenzio quasi surreale, a tratti inaspettato. La compostezza ha accompagnato anche le altre fasi della cerimonia funebre. Sono stati sempre i piccoli della scuola calcio a guidare il corteo funebre alla parrocchia dove poi si sono svolte le esequie.
Nessuno dei familiari ha preso la parola, hanno ascoltato in silenzio quelle dei tanti amici. A ricordare la figura di Giovanni è stato il parroco di Castelforte, che ha raccontato un recente aneddoto: “Giovanni era benvoluto dalla comunità castelfortese per il lavoro che svolgeva ma non solo, e so che era molto talmente appassionato del suo lavoro al punto tale che la sua più grande preoccupazione era la pensione, perché lui non ci voleva andare in pensione, stava infatti trovando un modo per poter andare in pensione ma per continuare a svolgere il suo lavoro in hotel. Aveva preparato una sorpresa di un viaggio alla sua famiglia, ma adesso sarà chiamato a vivere un nuovo ‘viaggio’: noi continueremo a stare con lui e a pregare per lui perché una persona la si ama sempre”.
Molto provato il sindaco di San Giorgio a Liri, Francesco Lavalle, che è stato un suo allievo di scuola calcio diversi anni fa. Con queste parole ha voluto salutare il suo mister: “La scomparsa di Giovanni ha sconvolto la comunità di San Giorgio a Liri. Un grave lutto che suscita rabbia, per come sono accaduti gli eventi. Un dolore grande che ci lascia inermi, in silenzio.
È difficile per me, in questo caso, discernere il pensiero personale da quello istituzionale, da sindaco, perché Giovanni è stato consigliere comunale al servizio della comunità, ma nei miei ricordi di ragazzo c’è prima l’uomo generoso e appassionato che ha saputo far rinascere il calcio giovanile nel nostro paese quando non c’era più nulla.
Giovanni, con il suo metodo e il suo modo di fare, ci ha riportati al campo sportivo e ci ha fatto riappassionare al calcio. E, da allora, quel legame con noi non si è mai sciolto.
Ora Giovanni non c’è più. Lascia la moglie e due splendidi figli. È questo è difficile da accettare per chi gli ha voluto bene. Ci consola appena sperare che quanto accaduto non sia inutile, che possa servire da monito per le scelte che vengono fatte in certi ambienti”.
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