CULTURA - Parla Cinzia Rizza, docente di lettere e molto attiva in ambito sociale e culturale nella nostra provincia e Presidente dell’Associazione Terraferma
La lettura per bambini di diverse età: benefici per lo sviluppo psicologico ed emotivo.
L’importanza di stimolare il nostro futuro. Siamo entrati nella settimana conclusiva del progetto nazionale “Io leggo perché”. Abbiamo voluto affrontare l’argomento con Cinzia Rizza docente di lettere e molto attiva in ambito sociale e culturale nella nostra provincia e Presidente dell’ Associazione Terraferma, da sempre in prima linea in progetti che stimolino i bambini ad avvicinarsi al fantastico mondo dei libri e volontaria Nati per Leggere.
" Un adulto che legge ad alta voce ad un bambino compie un atto d’amore,- ci racconta
Cinzia Rizza- e ciò ha risvolti importanti per lo sviluppo della personalità del piccolo sul piano
relazionale, emotivo, cognitivo, linguistico, sociale e culturale.
Nell’esperienza condivisa della lettura e dell’ascolto, adulto e bambino entrano in sintonia reciproca attraverso i mondi che prendono vita tra le pagine del libro, in una comunicazione intensa e piacevole fatta di emozione, amicizia, complicità, fiducia, che rinsalda il loro legame affettivo. Con Terraferma prosegue Cinzia Rizza- abbiamo voluto diffondere l’importanza di questi fattori, rafforzando il rapporto adulto/bambino.
Leggere fa bene
Sotto il profilo culturale, infine, la trasmissione di storie e racconti da adulti a bambini è
stato visto come uno dei canali del passaggio di valori, messaggi etici e tradizioni da una
generazione all’altra.
Il nostro segreto per solleticare l’interesse e la curiosità, è quello di far diventare il libro nelle
loro mani uno strumento magico e allettante, capace di introdurli nel mondo simbolico che
è racchiuso nelle sue pagine, attraverso la relazione con l’adulto che lo propone. Un mondo
fatto di emozioni, gioie, paure, fantasie, affetti, eventi, scoperte, come in fondo l’universo
stesso del bambino.
E’ importante saper leggere non “al” bambino ma “con” il bambino, in una comunicazione
reciproca e ricca- conclude Cinzia Rizza -."
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