"Il confronto sulla ciclabile è finito fuori pista"

"Il confronto sulla ciclabile è finito fuori pista"
di autore Mario Costa - Pubblicato: 24-10-2020 00:00

OPINIONI - Il professor Mario Costa replica alle critiche social e coglie l'occasione per ribadire i costi e le finalità del progetto fornendo i paragoni con quanto fatto in altre città

Mario Costa
Mario Costa

Già vicesindaco di Cassino

Il confronto sulla corsia ciclabile, come prevedibile visti i troppi concorrenti scesi in pista, era destinato inevitabilmente a finire fuori dalla carreggiata sua propria. E così è stato, purtroppo. Comunque, un dato positivo si è avuto: chi voleva capire, ha capito. Ora però che qualche biricchino, dalla capoccia sempre fresca – beato lui! - di “Maidirecassino” ci ha omaggiato sui social con un fotomontaggio nel quale, nelle eleganti vesti del nobile Marchese del Grillo, compariamo, noi calvi quasi fin dalla nascita, con una folta criniera da far invidia al più nobile dei purosangue, con su in alto la famosa frase : “Me dispiace ma… io so’ io…”, siamo forse legittimati a tirare le conclusioni dell’ “aulico” dibattito su tale “rivoluzionaria innovazione”(!?) importata anche nella nostra città. Non prima però di aver fatto sapere loro, di non essere affatto lusingati dal lusinghiero (forse per alcuni) accostamento a tale nobiltà. Proprio noi, figli del popolo, a completo agio, da sempre, solo in compagnia di quelli del nostro modesto ma tosto lignaggio.

Ciò detto, veniamo a noi, alle cose che abbiamo chiare.

Primo. Pur tra qualche incomprensione, ora è, o dovrebbe finalmente essere chiaro a tutti che la corsia ciclabile non è una pista ciclabile. Quest’ultima è riservata esclusivamente alle bici; l’altra alle bici e alle auto. Quando non ci sono ciclisti sulla carreggiata, gli automobilisti possono tranquillamente occupare la parte della strada contrassegnata dalle strisce gialle e dal disegno a terra di una bici. Una “consapevolezza”, questa, che non deve essere di esclusivo appannaggio dei soli giovani patentati. Anche quelli con la patente in tasca da quel dì, come noi, devono diventarne consapevoli, assolvendo il dovere di aggiornarsi sulle novità del codice della strada.

Secondo. La corsia costa - ripetiamo - sei mila euro e non 84 mila come detto da tre disinformati consiglieri che pensavano, forse, di informare. A meno che la cifra – 78 mila euro di differenza da quella reale – non sia stata sparata a bella posta a beneficio dei sostenitori della tesi “spreco di danaro pubblico”. Così come sbraitava stamani, rivolto agli operai intenti a disegnare le strisce, un accalorato esercente di un’attività del centro cittadino, vittima fuorviata, poverino, da quella informazione falsa e ingannevole.

Terzo. Che non c’è dunque “spreco di denaro”, trattandosi di modesta somma ben spesa per il fine che si vuole perseguire nell’interesse collettivo. Vale a dire incoraggiare l’uso della bici in una città pianeggiante che ben si presta all’utilizzo di tale mezzo di locomozione, peraltro salutare. Per chi lo usa, o comincerà ad usarlo nel tempo a venire, e per la collettività ove, alleggerendo man mano – si spera - il traffico nel centro cittadino, migliorerà anche la qualità dell’aria, contenendo i numerosi sforamenti delle polveri sottili.

Quarto. Che ci siano sempre altri problemi, ed anche più importanti, chi potrebbe negarlo? Ciò non significa però che qualsiasi cosa si faccia, abbia sempre ragione quello che si alza per dire che ci sono tante altre cose da fare. Come se la nostra vita, anche quella della sfera personale, non ci riservasse sempre cose da fare, problemi da risolvere. Ovvio che mentre ci occupiamo di uno, ce ne siano sempre di altri.

Quinto. Ma per quale motivo noi cassinati, con tanti studenti, in una realtà sede di università, nell’uso della bici dovremmo essere da meno di città, non diciamo del livello di Firenze, Verona, Bologna, Milano, volendo restare solo in Italia dove si vedono le corsie ciclabili, ma da meno anche di quei medi centri delle dimensioni della nostra Cassino quali Vasto, Sulmona, per citarne qualcuno, senza allontanarci troppo dall’abbazia?

“E Quindi?”, interrogava polemicamente a commento di un nostro precedente scritto su facebook un concittadino, ad occhio e croce nostro coetaneo, probabilmente riottoso alla corsia ciclabile. Cosa rispondere? L’invito amorevole è di montare quanto prima in bici e pedalare. Oppure faccia come meglio crede. Compreso il “criticare a prescindere”, se è questo che lo fa star bene.





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