E adesso pedalare! Perchè è meglio accendere una piccola fiamma che maledire l'oscurità

E adesso pedalare! Perchè è meglio accendere una piccola fiamma che maledire l'oscurità
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 11-10-2020 00:00

OPINIONI - Due righe sulla pista ciclabile nel centro di Cassino e il dibattito che si è acceso in città. In politica il solito e stucchevole gioco delle parti. Sul web, come sempre, sono tutti allenatori di calcio: spiegano come loro avrebbero fatto guardando gli altri faticare. E non manca l'ironia, anche se c'è poco da ridere

di Alberto Simone

Iniziamo a chiamare le cose con il loro nome: quella che si sta sperimentando al centro di Cassino non è una pista ciclabile. Sarebbe più corretto chiamarla corsia ciclabile. Ossia un percorso dedicato anche alle bici, non solo alle bici. Ed è un peccato. Probabilmente serviva più coraggio. Bisognava accelerare sul Piano Urbano del Traffico, realizzare un’isola pedonale permanente e contestualmente creare una vera e propria pista ciclabile: in sicurezza e con maggiore dignità per gli amanti della due ruote, per le famiglie che portano i bimbi in bici, per le associazioni che da anni si battono per avere una pista ciclabile in centro visto e considerato che le strade pianeggianti permettono di ospitare facilmente la pista. E diciamo subito un’altra cosa: Enzo Salera con grande astuzia ha scovato una norma all’interno del Decreto Rilancio che permette, anzi incentiva, la realizzazioni di piste ciclabili che possono essere percorse anche dalle macchine: quindi nulla di illegale o contro legge si sta commettendo.

Una critica si può muovere al sindaco, alla maggioranza, agli assessori e ai consiglieri che si sono dedicati al progetto: la mancanza di coraggio per non aver osato. La paura di prendersi le critiche di quei cittadini che della macchina non possono fare a meno e in fila in una sola corsia avrebbero certamente gridato: “Ma tu guarda se uno deve stare in fila per regalare mezza carreggiata alle bici!”.

La paura della rivolta dei commercianti che, immancabilmente, al primo cordolo che avrebbero visto per delimitare la pista ciclabile lamentavano “il 70% in meno del fatturato perchè la gente si scoraggia a venire in centro per restare intrappolata nel traffico a una sola corsia”. La litania andata già in scena con i parcheggi a pagamento, insomma, nulla di nuovo. Ad ogni cambiamento in atto in città corrispondono quasi sempre  “licenziamenti in arrivo nei negozi del centro”: neanche il Covid sembra aver fatto gli stessi danni delle strisce blu aumentate di 0,20 centesimi l’ora per alcuni esercizi commerciali. Morale della favola:  si è deciso di non osare e di andare per gradi. Di sperimentare. Decisione opinabile e che può essere giustamente criticata. Chi scrive avrebbe preferito maggior coraggio e meno indugi.

Ma nessuno, nel panorama politico attuale, sembra avere l’autorevolezza e la credibilità per fare questa critica. Perchè l’opposizione è composta in gran parte da persone che hanno già governato. Partiamo da quella extraconsiliare: il 12 maggio 2017 prendendo parte all’iniziativa “Per una città attiva, sostenibile, vivibile” promossa dal Comune di Cassino, dall'Uniclam e dall'Università di Ferrara, l’allora sindaco D’Alessandro e l’assessore all’Urbanistica Beniamino Papa dissero che “il governo cittadino condivide l’idea di creare un percorso ciclabile cittadino”. Bene: di quella pista non si è mai vista traccia.

La voleva realizzare anche Giuseppe Golini Petrarcone, unitamente all'isola pedonale: ha governato dal 2011 al 2016. Ha avuto cinque anni di tempo e una maggioranza granitica nei primi anni. Nella sua squadra aveva personalità molto sensibili alle tematiche ambientali come Riccardo Consales, che in quegli stessi anni aveva dato il via alla raccolta differenziata. Bene: anche con lui quella pista non si è mai vista. Prima del 2011, nei dieci anni di governo Scittarelli-Mignanelli, una pista ciclabile in sicurezza, o una simile a quella attuale realizzata oggi da Salera nel centro città, neanche risulti sia mai stata realizzata. Così, a occhio!

Durante la recente campagna elettorale delle comunali 2019 la pista ciclabile non sembrava in cima ai programmi elettorali (almeno di quelli scritti in maniera originale e non provenienti da altre regioni) e il candidato sindaco Salera finì nel mirino dei detrattori perchè propose di illuminare la pista ciclabile parallela a via Lungofiume Madonna di Loreto. Poi quella promessa è stata realizzata e uno dei più critici è stato il consigliere comunale Salvatore Fontana spiegando che con quella cifra si potevano illuminare altre zone più importanti della città.

A mettere in fila i fatti c’è come l’impressione che ci sia una certa antipatia proprio per i ciclisti, più che per l’amministrazione. Le luci sulla ciclabile? Non va bene! Il percorso in centro? Sul web parte l’ironia: “Accoppa il ciclista”. E c’è come l’impressione che qualcuno davvero speri che possa accadere qualcosa, per poi poter dire: “Ecco, noi l’avevamo detto che così non andava bene ed era rischioso” . 

Si poteva fare meglio e più in fretta, è vero. Ma è un primo passo, o meglio una prima pedalata, finora mai data da nessuno.  Adesso dovrebbero tutti pedalare, piuttosto che compulsare dalla tastiera del proprio smartphone per criticare e fare ironia su un progetto che tante associazioni chiedono disperate da anni. E non è giusto mortificare le loro battaglie e il loro impegno: con la loro passione stanno regalando alla città qualcosa che non ha mai avuto. E che probabilmente, questo è il nostro augurio, con gli anni andrà migliorando. In ogni caso è meglio accendere una piccola fiamma, che maledire l’oscurità.





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