Abbruzzese 'il laureando' scatena il dibattito tra Costa e Nicosia

Opinioni - "Non mi scandalizza la satira, né l’ironia. Ma quando il sarcasmo prende di mira una persona, insistendo ad esempio sull’età di un “laureando” per suscitare un sorriso amaro, non siamo più sul piano dell’informazione, ma della caricatura". La controreplica di Dario Nicosia

Abbruzzese 'il laureando' scatena il dibattito tra Costa e Nicosia
di Dario Nicosia - Pubblicato: 27-05-2025 19:59 - Tempo di lettura 3 minuti

Caro Direttore,

la replica al mio intervento, lungi dal rappresentare un contributo chiarificatore, mi sembra più orientata a forzare il senso delle mie parole, attribuendomi intenzioni e finalità che non ho mai espresso.
La replica, introdotta con un “siamo costretti”, lascia intendere un tono collettivo o addirittura di necessità, ma in realtà risponde nel segno di una precisa scelta polemica, che rispetto ma che non condivido.

Non difendo nessuno, né entro nel merito della vicenda politico-amministrativa. Mi limito a constatare — e lo ribadisco — che la derisione personale, soprattutto se reiterata, nuoce alla qualità del confronto pubblico.

Non mi scandalizza la satira, né l’ironia. Ma quando il sarcasmo prende di mira una persona, insistendo ad esempio sull’età di un “laureando” per suscitare un sorriso amaro, non siamo più sul piano dell’informazione, ma della caricatura. A quel punto non si stimola la riflessione: si alimenta solo una reazione di scherno.

Vedo con stupore che si arriva perfino a mettere in dubbio lo status di “laureando”, attribuendo a priori scarsa trasparenza all’interessato. È legittimo nutrire diffidenza verso il potere, ma non dovrebbe esserlo insinuare senza prove. La libertà di critica non è licenza di sospetto generalizzato. Ancora più sorprendente è che il mio richiamo al rispetto — definito “buono e giusto” — venga subito dopo attenuato e quasi ridicolizzato, contrapponendovi un’idea di “verità” che dovrebbe essere detta da chi ha ruoli pubblici. Ma chi decide dove finisce la verità e dove comincia la retorica? E da quando l’ironia, per quanto sottile, è automaticamente legittima solo perché dichiarata “politica”?

La parte finale della replica, con il riferimento alla “famelica fauna umana” intenta a “ciucciare le mammelle delle casse pubbliche”, assume toni che richiamano, più che il dibattito democratico, un certo lessico da stagione epurativa. Eppure si sostiene di voler avviare una battaglia “unitaria” e “dal basso”.

Ma se davvero volessimo aprire quel capitolo, ci accorgeremmo che le cronache locali, da tempo immemore, sono piene di biberon svuotati. Segno che le “mammelle” pubbliche sono state, vengono e — temo — continueranno a essere ciucciate. Con zelo, sì, ma anche con singolare selettività nel ricordarlo.

Resto convinto, oggi più di ieri, che la nostra città abbia bisogno di uno spazio di confronto civile. Dove si possa anche dissentire, ma senza sarcasmo. Dove si possa criticare, ma senza ridicolizzare. Dove si possa ironizzare, certo, ma con garbo, non con livore.

Confido che questa lettera, come la prima, possa essere letta per ciò che è: un invito a recuperare misura, e non una difesa di qualcuno. Perché il punto, in fondo, non è il nome di chi è bersaglio della critica, ma la qualità della critica stessa. E dunque la qualità del dibattito che ne consegue.

Con cordialità,
Dario Nicosia





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