Opinioni - FdI e Lega chiedono conto delle risorse, Forza Italia parla di "immoralità", mentre sullo sfondo emerge un curioso "duello" di stile tra righe sartoriali. Il corsivo del prof. Mario Costa
A destare una certa meraviglia non è stato il richiamo (duro o meno duro) all’amministrazione comunale di Cassino ad un “corretto utilizzo delle risorse pubbliche” dopo la decisione di autorizzare il sindaco a valutare la nomina di un avvocato per una eventuale querela per diffamazione a mezzo internet e, di conseguenza, a ritirare la relativa delibera, la n°243 del 13 maggio scorso.
Di quel “richiamo” pubblico del coordinamento locale di Fratelli d’Italia, a meravigliare non è stato neppure il plateale scavalcamento rispetto alle primarie competenze, nel caso di specie, dei loro consiglieri comunali.
E non lo è stato neanche l’arrivo a rimorchio, a distanza di qualche ora, della medesima richiesta della Lega di Cassino, difesa e rappresentata dall’avvocato Marrone. Se fatta anche in nome e per conto di Mario Abbruzzese, l’autorevole leghista doc locale, non è dato sapere. Anche se appare cosa alquanto probabile.
Pure perché in quella nota si fa esplicito richiamo ad un corretto uso di soldi pubblici e quindi, in questo campo, vale a dire quando si parla di “corretto uso di soldi pubblici”, il “modello Abbruzzese”, forse, andrebbe tenuto presente, ahinoi!
A ricasco, questa mattina, con ritardo rispetto agli alleati di Lega e FdI, ecco che è arrivato anche il neo coordinatore del circolo di Forza Italia che parla addirittura di "immoralità". Ma niente di tutto questo ha destato meraviglia.
E’ la nostra attenzione, invece, ad essere stata carpita - pensate un po’!? - dalla foto allegata all’articolo che ritrae i tre sorridenti del coordinamento di Fratelli d’Italia, capitanati dall’avvocato Alberto Borrea in rigoroso doppio petto, di un elegante rigato appena pronunciato.
In netto contrasto, il rigato, con quello vistoso, stile mafiosi anni Trenta del secolo scorso in America (ora tornato di gran moda), da qualche settimana in qua orgogliosamente indossato in occasioni importanti da quell’elegantone di Abbruzzese.
No, neppure il netto contrasto tra i due rigati, ci ha meravigliato. Ci ha meravigliato, invece, al di là della comunanza del doppiopetto, la difesa congiunta, di fatto, di chi, operatore dell’informazione, si è fatto cieco (?) strumento, consapevole o inconsapevole, di qualche inaffidabile figuro, per violare una legge dello stato in vigore a tutela di cittadini, di amministratori di enti pubblici, in una fase di indagine rigorosamente coperta dal segreto istruttorio.
Quanto al merito della questione, è stato già detto abbastanza. Ieri il vicesindaco Gino Ranaldi, a fronte delle due richieste di cui sopra, ha ribadito quanto già ampiamente motivato in delibera. E cioè che la nomina dell’avvocato non è in alcun modo finalizzata alla tutela dell’onore personale del sindaco pro-tempore, bensì alla difesa dell’immagine e della reputazione del Comune e dell’intera amministrazione comunale.
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