Sport - L'ex preside dell'Itis di Cassino trionfa nella prestigiosa ultramaratona, stabilendo un nuovo record assoluto e dimostrando che l'età è solo un numero quando la passione e la tenacia non conoscono limiti. "Con il passare degli anni, abbiamo una scelta: arrugginirci o consumarci. Io preferisco consumarmi". Leggi l'intervista
Mario Venturino, 76 anni, per oltre un quarto di secolo preside dell'Istituto Tecnico Industriale statale di Cassino, città dove ancora oggi risiede, ha scritto un'altra pagina indimenticabile nella storia dello sport master italiano.
Da quasi dieci anni, ovvero da quando ha raggiunto il traguardo della pensione, il prof. si è dedicato alle gare ed è reduce da una strepitosa vittoria alla "50 km di Romagna", una gara internazionale di altissimo livello che si corre ogni anno il 25 aprile con partenza ed arrivo a Castel Bolognese, dove non solo ha conquistato il primo posto nella categoria Veterani D (70-80 anni) ma è diventato anche Campione Italiano master delle ultramaratone SM75 (75-80 anni), stabilendo il nuovo record assoluto della competizione per tutte le precedenti 42 edizioni.
Un risultato eccezionale che si aggiunge al suo titolo di Campione Italiano master di maratona, vinto lo scorso febbraio. Con oltre 120 maratone e mezze maratone all'attivo in tutto il mondo, inclusa la partecipazione alle prestigiose World Marathon Majors, e tre secondi posti consecutivi alla "100 km del Passatore", Mario Venturino incarna la passione, la tenacia e la vitalità di un “giovane 76enne” che continua a stupire e ispirare.
Prof. Venturino, un risultato che la fa entrare nella storia della “50 km di Romagna”, soddisfatto?
“Certamente, anche perché 4 ore, 32 minuti e 19 secondi è un tempo davvero straordinario, sono risultato primo in classifica anche nella categoria Veterani C (60-70 anni)”.
Un risultato certamente frutto di mesi di preparazione, passione e tenacia. Un'impresa che parla di sacrifici quotidiani e di un amore infinito per la corsa. Quando inizia questa passione?
“Sin da quando ero preside, da giovanissimo sono stato anche paracadutista militare, ma solo da 9 anni, cioè da quando sono in pensione mi sono dato alle gare. Il perché di questa scelta? È presto detto. Con il passare degli anni, abbiamo una scelta: arrugginirci o consumarci. Io preferisco consumarmi. Correre è fondamentale per armonizzare il corpo, la mente e l'anima".
Una nuova giovinezza grazie alla corsa, insomma?
“Nella corsa non esiste un limite se non quello che la mente ci impone! Bisogna liberare la mente e correre, sorridere e divertirsi. La corsa genera in ognuno di noi una miriade di sensazioni fisiche e mentali, ma soprattutto uno stato di concentrazione, di benessere e di euforia, tale da farci sentire bene con noi stessi e, appunto, sempre giovani”.
New York, Chicago, Boston, Londra, Berlino e Tokyo: grazie alla corsa sta girando il mondo?
“Sono state tutte bellissime esperienze. Negli ultimi tre anni sono stato anche vice campione italiano master delle 100 km per ben tre volte, correndo i 100 km del Passatore, da Firenze a Faenza”.
Una delle esperienze più belle di questi anni?
"Difficile dimenticare quella del 2021: primo nella mia fascia d’età a l’ultra trail del Lavaredo: 120 km con un dislivello di 5.800 metri, su e giù per le vette delle montagne intorno alle tre cime del Lavaredo, con partenza notturna da Cortina d’Ampezzo alle ore 23:00 e quote da 1200 a 2500 metri di altitudine. Tempo impiegato 25 ore”.
Più facile vincere le maratone o fare il preside?
“Non si possono fare paragoni. Io ho fatto il preside praticamente per quasi 30 anni, dopo i primi anni a Pisa ne ho trascorsi 26 all’Itis di Cassino ed è stata una bella esperienza professionale. Così com’è bella la corsa".
E oggi, da osservatore esterno, come vede la scuola?
“Mi sembra che stenta ad adeguarsi ad una società in continuo cambiamento e permangono le principali annose criticità, come la scarsa motivazione e preparazione degli studenti, i programmi di studio obsoleti e troppo teorici, le dotazioni tecnologiche inadeguate”.
Il suo nome resterà inciso nella storia della “50 km di Romagna”: oltre alla vittoria, quale ricordo porta con sé? E cosa ha in serbo per il futuro?
“Tra i momenti più emozionanti sicuramente il minuto di raccoglimento prima della partenza in omaggio a Papa Francesco, la toccante commemorazione della staffetta partigiana nel giorno dell'80° anniversario della Liberazione e la gara dei bambini delle scuole, che ha visto la partecipazione di ben 150 giovani corridori. Il mio futuro? Continuare a correre, presto altre maratone”.
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