Opinioni - Dal Manifesto di Ventotene ai giorni nostri: come l'idea di Europa ha diviso e unito la politica italiana tra conversioni tardive e coerenze storiche
“Panta rei” era la filosofia di Eraclito, in un mondo dove tutto scorre e tutto cambia, e nel cambiare è lecito anche cambiare idea per gli uomini. Nella vita, soprattutto quella politica, la coerenza è una dote di grande valore, ma, superato un certo limite, il rischio è di risultare ridicoli se non addirittura stupidi o testardi. Secondo una ricerca pubblicata su Harvard Business Review, un deciso mutamento di opinione rispetto a ciò che si affermava precedentemente è giudicato come un segno di intelligenza, di versatilità e di apertura mentale.
Però qualche limite bisogna averlo o perlomeno giustificare questo mutamento totale in alcune scelte ideali della politica. Cambiare idea si può, è sinonimo di democrazia ma quali sono i limiti per non disorientare l’elettore non è dato ancora saperlo, l’unico metro di valutazione sono i risultati elettorali che decretano se il cambiamento sia apprezzato o meno.
Il tema attuale è il manifesto di Ventotene ma ancora di più l’europeismo, chi era contrario nel 1957 oggi è un ultra europeista e chi era favorevole è stato per anni un euroscettico. Nel 1957 alla Camera dei Deputati viene votata la ratifica dei trattati di Roma, Il Partito Comunista col proprio relatore, il Senatore Giuseppe Berti, espresse voto contrario quella ratifica.
Oggi i figli di quel PCI sono gli ultrà dell’europeismo tanto da danzare intorno ad Altiero Spinelli come fosse un totem ideologico , dimenticando che furono fieri avversari di quelle idee. I trattati di Roma costituenti dell’UE furono approvati con il voto favorevole oltre che della della DC , del PRI e del PLI, anche dal MSI ,il deputato missino Augusto De Marsanich disse in Aula: “Diamo la nostra leale adesione e il nostro voto a questi trattati, confidando che essi possano in realtà produrre un incremento di civiltà in Italia e in tutta Europa”.
Gli eredi del MSI sono stati quelli che nel corso degli anni hanno mostrato la maggiore diffidenza verso l’Europa. Non è un mistero che FDI abbia votato contro il primo governo della Von der Leyen , oggi oltre ad aver espresso un vice presidente della Commissione UE è uno dei più fedeli alleati della Von der Leyen.
Lo stesso Partito Socialista Italiano, partito di appartenenza di Spinelli, si astenne nel votare i trattati costituendi l’UE, ma da decenni si è convertito ad un forte europeismo.
Gli unici che sono rimasti fedeli a quel pensiero sono gli eredi della Democrazia Cristiana di quel grande statista che risponde al nome di Alcide de Gasperi che fu il vero motore per la creazione del primo nucleo dell’UE.
Il Manifesto di Ventotene non necessita di una attenta analisi grammaticale, è un fatto che è tra i primi, non l’unico, scritto che faceva riferimento all’Europa degli Stati. In realtà nel Codice di Malines, i cattolici del Belgio parlavano della necessità di una collaborazione maggiore tra i Paesi dell’Europa, il successivo Codice di Camaldoli, dal quale nacque il pensiero della DC, pur non parlando apertamente di Europa faceva perno su valori condivisi tra i Paesi dell’Europa. Ed ancora prima di tutti dall’esilio di Londra Don Luigi Sturzo padre fondatore della DC parlava della necessità di unire i popoli europei.
Non è un caso se recentemente il Cardinale Zupi abbia proposto un nuovo Codice di Camaldoli per l’intera UE Che oggi gli eredi del PCI e quelli del MSI abbiano cambiato idea è un fatto positivo, ma utile precisare che l’UE è nata sotto la spinta riformatrice di quei partiti cattolici che erano predominanti in Italia, in Germania, in Francia ed in Belgio e contro la sinistra europea, ancora incantata dal Patto di Varsavia. Antonio Tajani , segretario di Forza Italia, il vero erede di quel pensiero fa benissimo a precisare che non farebbe mai parte di un Governo antieuropeo, segno di credere fortemente in quei valori non negoziabili e sui quali cambiare idea non si può.
Ai Parlamentari, ciociari e non, che sono andati a rendere omaggio alla tomba di Spinelli ed a chieder scusa per non aver sostenuto per decenni quel progetto di costituzione dell’UE, consiglierei anche di rendere omaggio a chi poi sotto quei trattati ha apposto la propria firma, Alcide de Gasperi. Cambiare idea si può, ma prima di accusare gli altri di averla cambiata, sarebbe opportuna una sbirciata nella propria bisaccia, quella sulle spalle…
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