"Siamo vittime, non carnefici". La Parrocchia Sant'Antonio si difende

Cronaca - Don Benedetto Minchella fa chiarezza dopo la denuncia di una fedele e ribatte: "Troviamo singolare che questa notizia sia stata resa pubblica proprio il 21 marzo, giorno dell’onomastico di uno di noi e festa del Santo Patrono. Tale tempistica appare come un tentativo di gettare ombre sulla nostra attività pastorale e sulla nostra comunità, che da anni si impegna con passione nel supporto ai più deboli"

"Siamo vittime, non carnefici". La Parrocchia Sant'Antonio si difende
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 22-03-2025 18:39 - Tempo di lettura 2 minuti

In merito alla notizia pubblicata ieri (LEGGI QUI: Cassino, incassavano soldi per viaggi mai fatti: parroco e diacono denunciati) dal parroco della chiesa di Sant'Antonio di Cassino, don Benedetto Minchella, riceviamo e pubblichiamo

La Parrocchia di Sant’Antonio chiarisce la sua posizione: “Siamo stati truffati, ma stiamo facendo il possibile per risarcire i fedeli”

A seguito delle notizie diffuse nei giorni scorsi, e in particolare il 21 marzo, giorno della festa di San Benedetto, riteniamo doveroso chiarire la posizione in merito alla vicenda legata ai viaggi parrocchiali che, purtroppo, non hanno avuto luogo.

La scorsa estate, con l’obiettivo di offrire ai fedeli un’esperienza di condivisione e crescita spirituale, abbiamo organizzato, come tante altre volte e con soddisfazione dei partecipanti, alcuni viaggi, tra cui una meta in Giappone e una a New York. Per la gestione logistica e operativa ci siamo affidati a un’agenzia di viaggi che si è rivelata essere gestita da un truffatore, il quale ha incassato le somme versate e poi è scomparso nel nulla, rendendo impossibile la partenza dei pellegrini.

Appena compresa la situazione, con senso di responsabilità e grande sacrificio personale, abbiamo restituito l’80% delle somme versate ai fedeli, attingendo dalle nostre risorse personali e con l'accensione di un finanziamento. Nei mesi successivi abbiamo inoltre continuato a incontrare coloro che attendevano ancora il rimborso, stabilendo un piano di restituzione che è stato condiviso con la quasi totalità delle persone coinvolte.

L’unica persona rimasta fuori da questa soluzione è una donna residente a Sant’Elia Fiumerapido, che ha scelto di non partecipare agli incontri né di aderire al piano di restituzione. È stata proprio questa persona, nei giorni scorsi, a presentare denuncia per truffa nei nostri confronti.

Troviamo singolare che questa notizia sia stata resa pubblica proprio il 21 marzo, giorno dell’onomastico di uno di noi e festa del Santo Patrono di Cassino. Tale tempistica appare come un tentativo di gettare ombre sulla nostra attività pastorale e sulla nostra comunità, che da anni si impegna con passione nell’accoglienza, nella solidarietà e nel supporto ai più deboli.

A testimoniare la nostra buona fede vi sono le parole di Maria Pia, insegnante di Cassino, coinvolta in questa vicenda:
“Ho aderito al piano di rientro stipulato in maniera informata dalla parrocchia e mi è stata restituita l’intera somma anticipata. Durante gli incontri ci è stato spiegato chiaramente il tutto e abbiamo molto apprezzato questo gesto di restituzione”.

Non possiamo non ricordare che, sempre la scorsa estate, un’altra agenzia di viaggi, totalmente estranea alla nostra parrocchia, ha truffato migliaia di euro a numerosi clienti, senza che nessuno abbia mai ottenuto alcun rimborso. Ciò dimostra che, purtroppo, truffe di questo genere sono realtà diffuse, ma nel nostro caso stiamo facendo tutto il possibile per riparare al danno subito dai nostri fedeli, dimostrando la nostra buona fede.

Affidiamo questa vicenda al senso di giustizia e alla verità, con la serenità di chi ha sempre agito con onestà e trasparenza.





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