Stellantis, Cassino è lo stabilimento maggiormente in difficoltà

Economia - Lo ha detto Stefano Boschini, coordinatore nazionale auto della Fim-Cisl, giunto a Cassino nella sede del sindacato insieme al segretario provinciale Mirko Marsella. Uliano scettico sulle promesse di Elkann: "Ancora nessuna certezza per MaseratI"

Stellantis, Cassino è lo stabilimento maggiormente in difficoltà
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 20-03-2025 13:34 - Tempo di lettura 2 minuti

“Siamo in una particolare crisi per quel che riguarda Stellantis, ma tra gli stabilimenti maggiormente in difficoltà c’è sicuramente quello di Cassino”. A parlare è Stefano Boschini, coordinatore nazionale auto della Fim-Cisl, giunto a Cassino nella sede del sindacato insieme al segretario provinciale Mirko Marsella. I delegati hanno fatto il punto sullo sciopero in programma il prossimo 28 marzo, con un presidio in programma anche dinanzi la prefettura di Frosinone per protestare contro il mancato rinnovo del contratto da parte di Federmeccanica, dopodiché si sono soffermati sulla crisi di Stellantis e in particolar modo dello stabilimento di Cassino che Boschini ha spiegato essere “particolarmente fragile”.

Incalzato sulle criticità che attanagliano lo stabilimento ai piedi dell’abbazia, il coordinatore nazionale auto della Fim-Cisl ha spiegato: “Cassino desta preoccupazione perché noi stiamo aspettando l’uscita dei nuovi modelli - sui quali comunque rimane l’incognita della risposta del mercato - ma oggi la preoccupazione è data dal fatto che questi nuovi modelli saranno prodotti con ritardo: questo significa che il 2025 sarà un anno di particolare sofferenza dal punto di vista delle produzioni e, dunque, del lavoro”.

Il sito pedemontano, dall’inizio dell’anno ad oggi, ha lavorato appena 22 giorni e a breve è attesa la comunicazione di un lungo stop per il mese di aprile, quando scadranno anche i contratti di solidarietà. Boschini si è soffermato anche sull’aspetto degli ammortizzatori sociali ed ha spiegato: “Gli ammortizzatori non sono infiniti e non è possibile pensare che i lavoratori passino lunghi periodi in cassa integrazione o in solidarietà”.

La svolta, anche per il coordinatore nazionale auto della Fim-Cisl è l’ibrido: “Noi - ha spiegato - stiamo chiedendo a Stellantis di spingere sull’uscita dei modelli ibridi che dovrebbero avere una risposta sul mercato sicuramente migliore rispetto a quelli elettrici e quindi potrebbe esserci maggiore produzione e più lavoro rispetto ad oggi per Cassino”. Resta però l’incognita sui tempi per la partenza dei modelli ibridi, anche per questo motivo la situazione di Cassino desta preoccupazione e ancora più preoccupante è la situazione dell’indotto: tutte le aziende della componentistica sono costrette a fare i conti con questa difficile situazione.

E intanto arrivano anche le prime reazioni alle parole di Elkann. Ferdinando Uliano della Fim-Cisl spiega: "Riteniamoche nella comunicazione di John Elkann manchino risposte chiare sul rilancio di Maserati negli stabilimenti italiani. Tale rilancio è necessario per mettere in sicurezza l’occupazione in realtà strategiche. Inoltre, reputiamo indispensabile che Stellantis investa in una gigafactory nel nostro paese".

Conclude Uliano: "È cruciale, inoltre, un intervento strutturale sul costo dell’energia per eliminare ogni possibile alibi agli investimenti industriali nel nostro paese. Allo stesso tempo, la politica e i parlamentari italiani devono lavorare per modificare le posizioni del piano UE sull’auto, destinando un fondo specifico per il settore, sul modello del Next Generation EU. Solo così sarà possibile mettere in sicurezza un comparto strategico dell’economia italiana e difendere l’occupazione nel settore automobilistico".
 





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