Cronaca - Studenti da tutta Italia sul piede di guerra. Oltre dieci esclusi alle selezioni della preselettiva si sono rivolti ad un legale per chiedere di rifare tutte le prove di accesso. I corsisti che arrivano da fuori regione, invece, vogliono il rimborso: con il cambio dei giorni delle lezioni e dei laboratori si dicono impossibilitati a seguire
Non c’è pace per l’Università di Cassino: dopo il terremoto giudiziario che ha portato all’arresto di due docenti e di un dipendente nell’ambito dell’inchiesta ‘Luna Viola’ condotta dalla Guardia di Finanza, adesso sull’Unicas sono pronti a piovere una serie di ricorsi.
Da un lato ci sono coloro che, rimasti fuori per mezzo punto o un punto alle prove di selezione del Tfa di sostegno, intendono far ripetere quegli esami annullando il tutto. A mettere mano alle carte bollate sono però anche i corsisti che stanno seguendo il Tfa ma che adesso non hanno più la possibilità di seguire solo il sabato come avvenuto finora e che dalla prossima settimana dovranno essere in ateneo finanche la domenica: per le migliaia di studenti che provengono dal Nord Italia e dalle Isole si tratta di un disagio non di poco conto, per questo motivo in assenza di un rimborso totale delle spese, sono pronti a presentare ricorso perché impossibilitati a poter seguire le lezioni con il calendario stravolto.
Andiamo con ordine, partiamo dagli esclusi. A pochi giorni dallo scoppio dell’inchiesta che ha portato agli arresti dei professori Diletta Chiusaroli e Giovanni Arduini, nonché del responsabile delle risorse umane dell’Unicas Massimiliano Mignanelli e del titolare della scuola Cervantes di Sora Giancarlo Baglione, in sei avevano contattato un noto legale di Frosinone per impugnare quel bando.
Con il passare dei giorni e delle settimane - ormai quasi un mese - il fronte si è allargato e tramite il tam tam sui social, il gruppo ha raggiunto e superato la doppia cifra. Per questo motivo l’avvocato ha anzitutto chiesto un incontro al rettore Marco Dell’Isola per avere maggiori delucidazioni: un incontro, però, che al momento ancora non è stato fissato.
Nella sostanza dei fatti gli esclusi chiedono di annullare quel bando del Tfa finito sotto la lente della magistratura: vogliono che l’ateneo dia nuovamente modo a tutti loro di sostenere la prova preselettiva e poi a seguire quella scritta e l’orale. "Chiaramente - spiega una di loro - senza che questo comporti per noi un nuovo aggravio di spesa, nessun bollettino da pagare: la prova va rifatta senza che nessuno debba pagare nulla, visto che abbiamo già versato quanto dovuto”.
Una richiesta che, se accolta, andrebbe di fatto ad annullare il percorso fatto fino ad adesso da coloro che hanno superato tutte le prove e che hanno seguito e stanno ancora seguendo tutte le lezioni per arrivare all’abilitazione. Appare dunque difficile che l’ateneo possa concedere tale opportunità, ma gli esclusi non hanno paura ad andare avanti per le vie legali, e anzi precisano: “Se il ricorso non andrà in porto, siamo comunque pronti a costituirci parte civile in un eventuale processo perché in questa vicenda le uniche vere vittime siamo noi”.
Ma i guai non finiscono qui. Anche molti dei corsisti che stanno seguendo le lezioni sono pronti ad intraprendere le vie legali perché da dopo lo scandalo, con i nuovi docenti, è stato deciso che a partire da questo mese di febbraio non basterà più seguire solamente il sabato come avvenuto finora - punto di forza dell’Unicas, che per questo motivo ha attirato iscritti dal Nord a Sud dell’Italia - ma anche il venerdì e la domenica.
“Io ho scelto Cassino per la comodità del sabato, perché dal lunedì al venerdì lavoro a scuola, altrimenti da Genova non certo avrei pensato di fare il Tfa a Cassino” dice una studentessa.
Gli fanno eco altri colleghi quasi tutti del Nord Italia: “Abbiamo scelto Cassino perché partendo il venerdì notte con il bus, il sabato avevamo modo di frequentare tutta la giornata di sabato e poi di rientrare. Adesso, con i nuovi orari, significa perdere almeno un giorno di lavoro, oppure la domenica, con la beffa di dover spendere soldi anche per dormire e già abbiamo visto che fino a maggio in alcuni weekend sono pieni tutti i B&B. Dormiamo in stazione?”.
L'ateneo ormai da giorni è tempestato di telefonate agli uffici di segreteria da parte di studenti che chiedono il rimborso, non potendo avere il nullaosta per trasferirsi in altri atenei. E vogliono un incontro urgente con il rettore: "Dicevano che non sarebbe cambiato nulla per noi, invece cambia tutto. A questo punto ci ridiano i nostri soldi".
Sull'Unicas sono insomma pronti a piovere migliaia di ricorsi.