Economia - I cancelli avevano aperto appena due settimane fa, il 27 gennaio, oggi tornano a chiudersi: arrivata la comunicazione di fermi per febbraio. Nei primi due mesi del 2025 su 41 giorni lavorativi, si lavorerà solo in 18, salvo che lo stop non si prolunghi ulteriormente. Marsella: "Gli ammortizzatosi sociali non cesseranno neanche con i nuovi modelli"
Il 2025 di Stellantis inizia peggio di come è finito il 2024. A poco più di trenta giorni dall’inizio del nuovo anno, già è arrivata la seconda comunicazione di stop. La prima risale ai primi giorni di gennaio: gli operai sarebbero dovuti tornare in fabbrica subito dopo l’Epifania, invece la pausa natalizia è stata allungata fino al 27 di gennaio. Appena tredici giorni di lavoro e giovedì della prossima settimana i cancelli chiuderanno nuovamente per riaprirsi solamente il 24 di febbraio. Conti alla mano, salvo ulteriore proroghe - fonti ben informate non escludono che lo stop possa prolungarsi fino alla fine di febbraio - nei primi due mesi dell’anno, su un totale di 41 giorni lavorativi le tute rosse lavoreranno solo 18 giorni: oggi è il decimo, dopodichè si lavorerà fino a mercoledì prossimo e poi nell’ultima settimana, dal 24 al 28 febbraio.
Significa cioè che nei primi due giorni le linee si fermeranno per 23 giorni, considerando che si lavora su un turno unico, a rotazione, in quanto il turno pomeridiano eliminato dall’inizio del 2024 non è stato più ripristinato, ogni operaio nei primi due mesi avrà lavorato meno di dieci giorni, nove per l’esattezza considerando che solo 18 saranno i giorni lavorativi alla fine di febbraio.
Un anno che inizia peggio del 2024 quando nei primi due mesi gli operai erano riusciti a varcare i cancelli per ben oltre venti giorni. E proprio nel mese di febbraio del 2024, l’allora Ceo di Stellantis Carlos Tavares spargeva ottimismo per il sito ciociaro e il sindaco di Piedimonte San Germano Gioacchino Ferdinandi non nascondeva l'entusiasmo: “Tavares ha annunciato la produzione di nuovi modelli premium, si parte dallo stabilimento di Piedimonte San Germano.
Il lavoro portato avanti dalla Consulta dei Sindaci del Lazio Meridionale, che, ricordiamo, ha incontrato il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha aperto un dialogo con le sigle sindacali e ha richiesto la convocazione di una Commissione Regionale che prossimamente si terrà proprio qui, nel nostro territorio, inizia a restituire i primi segnali di speranza e di riscontro positivo per il nostro stabilimento che ha cambiato le sorti del nostro territorio e che tanto potrà ancora dare in futuro".
Un anno è trascorso da quell'annuncio, ma nulla è migliorato. Anzi. Il primo nuovo modello, lo Stelvio full electric e in motorizzazione ibrida sarà sulle linee non prima di settembre. Ma non sarà quello il periodo di rilancio. Tutt’altro. Lo dicono i numeri. Quelli che ieri hanno costretto la dirigenza aziendale a diramare un nuovo fermo produttivo.
La catena di montaggio resta ferma per mancanza di commesse, soprattutto per quel che riguarda il Maserati Grecale che viene prodotto con il contagocce, poche unità al giorno. Difficile, se non impossibile, pensare ad un cambio di passo con lo Stelvio full electric.
Lo dice a chiare lettere anche il segretario provinciale della Fim-Cisl Mirko Marsella che argomenta: “Nonostante sia in programma il lancio delle nuove vetture è difficile immaginare che si possa mettere la parola fine agli ammortizzatori sociali. C’è l’ibrido, è vero, ma partirà non prima del 2026. Sfido chiunque, oggi, ad essere positivo sui volumi. Ed è chiaro che senza commesse la catena di montaggio si ferma e, a casacata, ci sono ripercussioni importanti sull’indotto”.
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