Scuola e Università - Il docente di storia contemporanea dell'Università degli Studi di Cassino Marco De Nicolò boccia la riforma Valditara: "Complessivamente mi pare che si voglia mettere una divisa agli insegnanti in una scuola che si vuole trincerare a difesa della cultura occidentale concepita come superiore"
Stop alla geostoria e latino sin dalla scuola media. Più musica, letteratura, epica e grammatica alla primaria. Le nuove indicazioni per la scuola sono state presentate nei giorni scorsi in Consiglio dei Ministri, sotto forma di decreto.
Le linee guida del primo ciclo di istruzione sono state messe a punto con l’obiettivo di "prendere il meglio della tradizione per una scuola capace di costruire il futuro". "Fra le tante novità - dice ancora Valditara-, sin dalla prima elementare avvicineremo i bambini alla musica, alla sua comprensione, alla civiltà musicale"
Dal secondo anno delle elementari, si propone l'apprendimento a memoria di filastrocche. E poi, verrà anche incoraggiata la lettura di nuovi testi, dalla Bibbia alla saga di Percy Jackson da affiancare ai poemi di Omero e Virgilio e ai classici per ragazzi (Verne e Stevenson, per citarne due).
Ad allarmare Marco De Nicolò, presidente della Società italiana per lo studio della storia contemporanea (Sissco), e docente presso il dipartimento di Lettere dell'Università degli Studi di Cassino non è solo il netto richiamo alla storia dei popoli italici. È l'impianto, "la visione ideologica" contenuta nelle nuove linee guida per la primaria e le medie anticipate dal ministro Valditara.
Sipiega il docente: "Quello che più mi preoccupa è che si parla di una nuova centralità della narrazione di quel che è accaduto in Italia, dai tempi antichi fino ad oggi, senza fare riferimento al metodo storico. Non vorrei che si celasse il pericolo di allontanare gli studenti dal concetto delle fonti e dal loro uso. Nulla in contrario alla conoscenza della storia nazionale - precisa - ma questa va inserita in un contesto che non abbia la retorica identitaria come riferimento. Trascurare o abbandonare la storia di tutto ciò che è a Oriente e a Sud significa trincerarsi nel fortino democraticamente malandato dell'Occidente"
Lo studio della Bibbia? "Non mi sopreprende più di tanto. Anche in questo caso l'idea non è quella di una lettura critica di testi religiosi che invece sarebbe opportuno mettere a confronto con quelli delle altre religioni monoteiste. Complessivamente mi pare che si voglia mettere una divisa agli insegnanti in una scuola che si vuole trincerare a difesa della cultura occidentale concepita come superiore".
Ci sarà però qualcosa di positivo? "Si, l'abolizione della geostoria, che all'epoca fu introdotta più per esigenze di tagli. Piuttosto si recuperino ore per la storia e la geografia. La formazione è una questione nazionale che coinvolge anche altre discipline e non si risolve con indirizzi unilaterali. Si è passati dalle tre “i” — internet, inglese, impresa – della destra berlusconiana con il primato del fare sul pensiero, al primato del pensiero nazionale della destra attuale, dove si torna a una visione tradizionale e ideologica dell'insegnamento"
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