Il treno Tav passa una volta sola, ma Cassino lo ha già perso

Politica - Paola Polidoro interviene sulla polemica della stazione dell'Alta velocità e ricorda i precedenti: "Nel 2020, quando era il centrosinistra a proporre l'opzione di Ferentino, Salera esultava per le due fermate del Frecciarossa. Per questo motivo gli interventi di questi giorni fanno sorridere"

Il treno Tav passa una volta sola, ma Cassino lo ha già perso
di Redazione - Pubblicato: 24-11-2024 05:25 - Tempo di lettura 2 minuti

"Certo che fanno sorridere gli interventi nel dibattito sulla Tav da parte di chi, qualche anno fa, ha “sacrificato” il progetto per la possibile realizzazione di una stazione, per obbedire a dinamiche di partito, propinandoci insieme al presidente della Regione Nicola Zingaretti, una semplice fermata del Freccia Rossa nella stazione di Cassino".

A parlare è Paola Polidoro, esponente di Jammi Cassino ed espressione dell'opposizione extraconsiliare di Cassino, che a proposito della polemica sulla Tav ricorda quando "nel 2020 uscì il progetto della realizzazione della stazione Tav a Ferentino e il sud della provincia venne accontentato con l’inserimento nella linea alta velocità (due treni al giorno), il sindaco Salera cosa diceva? Ve lo ricordate? Ve lo rammentiamo: “È una grande notizia l'arrivo della TAV a Cassino”. E continuava: “Per il turismo e per il commercio della nostra città sarà, a partire da luglio, una fondamentale occasione di rilancio”. Cosa che tra l’altro non si è mai verificata. Fermo restando che ad oggi ancora non sappiamo chi e come transita nella nostra città.

Il bicchiere pieno e strabordante di Salera si scontrava  pesantemente con il consesso territoriale. Il quale si opponeva fermamente all’intesa per la realizzazione della stazione alta velocità a Ferentino, senza però muovere un dito nei successivi 5 anni.

Siamo infatti a fine 2024 e “ricicciato” l’argomento, si è riaccesa la guerra tra “sudisti” e “nordisti”. Meglio Ferentino, meglio Roccasecca. Ah no meglio Pignataro. Il vero problema è che la città di Cassino ha smesso di avere un ruolo centrale nelle dinamiche politiche, economiche e culturali del basso Lazio, soprattutto grazie al lassismo di Salera & Co e la complicità anche di qualche altro sindaco “sudista”. Non esiste una visione, un modello di sviluppo del territorio. Inoltre sarebbe da chiedere al primo cittadino che fine ha fatto la “Commissione Grandi Opere”, mai più convocata dal 2020. Non era nata proprio per dare impulso a progetti per lo sviluppo del territorio? Magari si potrebbe pensare, vista l’attualità della tematica, di convocarla ufficialmente per la prima volta. 

Inoltre, la consulta dei primi cittadini del Lazio Meridionale è convocata solo per affrontare criticità insormontabili e fuori portata, mai per illustrare e condividere una idea progettuale che possa attrarre l’attenzione a livello nazionale. Ahinoi nemmeno a livello locale!

L’importante è contrapporsi a quello che succede dopo Ceprano, senza però avere la forza di poter affermare con determinazione un modello di sviluppo “indipendente” concepito sul territorio e per le caratteristiche del territorio. Intanto i treni passano… e Cassino, purtroppo, o li vede correre via, come Artemio a Borgo Tre Case, nel film “Il ragazzo di Campagna”, più affascinata dallo spettacolo che dal potenziale, o li prende addirittura in faccia. Grazie ad un manipolo di amministratori solamente “eletti e contenti”.





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