Economia - Lavoratori disperati dopo che l'azienda dell'indotto Stellantis ha avviato la procedura di licenziamento. C'è Paolo, 55 anni, in fabbrica dal 1991: "Per Lo Stato sono troppo giovane per andare in pensione ma ormai vecchio per un nuovo impiego". Le storie di chi ha acceso un muto e di chi, come Giovanni, 28 anni, con lo stipendio si manteneva gli studi e l'affitto
Panettone amaro per gli operai dell’indotto Stellantis: quest’anno, sotto l’albero, le tute blu non troveranno solamente cassa integrazione e ammortizzatori sociali, in alcuni casi si procede già con i licenziamenti. È il caso della De Vizia, la società che si occupa di pulizie all’interno dello stabilimento di viale Umberto Agnelli di Piedimonte San Germano, che occupa 32 unità. La dirigenza del gruppo automobilistico italo-francese ha fatto sapere di non voler più dare in appalto il servizio per il 2025: per questo motivo la De Vizia ha fatto partire la procedura di licenziamento collettivo e il 30 dicembre potrebbe essere l’ultimo giorno per i 32 addetti.
Il condizionale è d’obbligo, perché i sindacati hanno iniziato a dare battaglia: da ieri mattina, infatti, è partito lo sciopero ad oltranza con il presidio dinanzi ai cancelli dello stabilimento Stellantis. A guidare la protesta il segretario provinciale della Uilm Gennaro D’Avino, che spiega: “Lo sciopero è stato indetto anche a causa della mancata comunicazione, da parte di Stellantis, riguardo all’azienda che prenderà in carico l’appalto, come previsto dalla legge, che richiede un preavviso di almeno tre mesi prima della fine dell’appalto. L’adesione allo sciopero è stata totale, con una partecipazione del 100%. La Uilm di Frosinone - prosegue il sindacalista - non lascia soli i lavoratori De Vizia, siamo ancora una volta al loro fianco per sostenerli in questa difficile situazione”.
Prosegue ancora D’Avino: “Dopo il primo sciopero indetto ad aprile contro la procedura di licenziamento collettivo, abbiamo già fatto capire chiaramente allo stabilimento che le azioni di questo tipo non sono gli strumenti giusti per affrontare la questione. La Uilm continuerà a lottare con determinazione per difendere i diritti dei lavoratori e per cercare di trovare una soluzione che possa evitare ulteriori danni. Questo potrebbe essere solo l'inizio di una serie di vertenze, e siamo pronti a seguire la situazione con attenzione, sempre al fianco dei lavoratori”.
I sindacati sono battaglieri, i lavoratori, dal canto loro, fanno invece fatica a non far trapelare l’amarezza e il dispiacere, consapevoli che difficilmente l’azienda potrà ritirare la procedura di licenziamento collettivo se Stellantis conferma la revoca dell’appalto. C’è Giovanni Carlino, 47 anni, di Pontecorvo: lui con la De Vizia lavora da oltre sei anni. “Quando ho avuto questo lavoro - dice - ho fatto un finanziamento per la ristrutturazione del mio appartamento. Con il lavoro fai ovviamente dei progetti di vita, mai avrei immaginato che un bel giorno ci comunicassero il licenziamento in questo modo. Preoccupato? Più che preoccupato, perché a 47 anni non è assolutamente facile trovare un altro lavoro”.
Ma a soffrire non sono solo i padri di famiglia, ma anche i più giovani: c’è Giovanni Montanaro, 28 anni, residente a Roccamonfina, in provincia di Caserta, ma da ormai quasi dieci anni vive a Cassino. “Da otto anni - racconta - ho iniziato a lavorare con la De Vizia. Dopo l’assunzione, ho deciso di proseguire anche con gli studi, alcuni anni fa mi sono iscritto alla facoltà di Ingegneria di Cassino e con il mio stipendio riesco a pagare l’affitto e a mantenermi gli studi. Rispetti ai colleghi più avanti con l'età posso ritenermi anche fortunato, non avendo famiglia, ma ritrovarsi senza lavoro resta comunque una cosa bruttissima”.
Poi c’è Paolo Ciccone, lui di anni ne ha 55 ed ha iniziato giovanissimo a lavorare nel piazzale dell’allora Fiat, con diverse cooperative, fino al passaggio a De Vizia. Adesso non ci sarà nessuna cooperativa ad assorbire il personale, Stellantis ha intenzione di internalizzare il servizio. “Io - chiosa l’operaio - faccio questo lavoro dal 26 settembre del 1991, ho 55 anni e per lo Stato sono troppo giovane per andare in pensione ma allo stesso tempo troppo vecchio per immettermi sul mercato del lavoro. Siamo tutti molto preoccupati e angosciati per la procedura di licenziamento collettivo avviata dall’azienda, non possiamo far altro che continuare nella nostra battaglia”.
Articolo precedente
Rocca d’Evandro, ai blocchi di partenza il "Borgo dei Presepi"Articolo successivo
La banda dei ladri di pc torna a colpire le scuole della Ciociaria