Prima dimezzano i parlamentari e poi si lamentano dell'astensionismo

Opinioni - Nella Prima Repubblica ogni parlamentare curava il territorio e aveva una segreteria efficiente, oggi una famiglia che necessita di una piccola attenzione è cosciente di non poter nemmeno incontrare la politica, quindi è consapevole del peso ininfluente  e non ne riconosce più la forza e l’autorevolezza. Il populismo ha fatto il resto...

Prima dimezzano i parlamentari e poi si lamentano dell'astensionismo
di autore Lello Valente - Pubblicato: 30-10-2024 00:43 - Tempo di lettura 2 minuti

Ad ogni elezione scende sempre di più il numero dei votanti, ed inevitabili ad ogni scrutinio gli allarmi dei politici su questo calo, con spiegazioni di alta politica, con giustificazioni che non trovano alcuna attinenza con il legame tra i cittadini e la politica. Ormai alle urne vanno solo i tifosi, figli del populismo di ogni colore incluso quello della Magistratura, ma anche i tifosi diminuiscono ad ogni competizione elettorale.

Come le curve degli stadi di calcio i tifosi sono contati, il loro numero è certo così come quelli della politica, quelli del centrodestra sono un po' più numerosi ma i due blocchi sono ormai consolidati da quasi venti anni e sono sempre gli stessi, l’unica variante sono stati i populisti del M5S, per il resto nessuna novità dalla nascita della Seconda Repubblica. Le ragioni di tanto disinteresse sono molteplici e tutte producono nell’elettore la percezione della inutilità della politica.

La prima ragione di disinteresse è un sistema elettorale che vede solo “premiati” e non eletti perché è stato sottratto all’elettore il voto di preferenza  e con  esso la percezione di poter incidere sull’elezione di un Parlamentare. A questo sistema elettorale ne consegue che ogni Parlamentare non si sente né vincolato al territorio né di rispondere ad un proprio elettorato.

Senza addentrarci in analisi di filosofia della politica basta solo analizzare l’evoluzione politica sul nostro territorio negli ultimi venti anni.  Nella Prima Repubblica non c’era Parlamentare che non curava il proprio territorio, che non aveva una segreteria efficiente per dare risposte ai propri elettori; il trasferimento del carabiniere, del militare, dell’insegnante, dell’impiegato delle poste, insomma ogni cittadino bussava a quella segreteria per chiedere qualcosa. 

Le segreterie smistavano richieste, ricevevano cittadini ed il Parlamentare conosceva perfettamente le esigenze del proprio territorio di riferimento e ogni cittadino aveva forte la percezione che la Politica era forte e poteva incidere sulle scelte. Basti pensare solo alla Segreteria del Sen. Angelo Picano quante richieste riusciva a smistare dell’intero collegio, quanti  inserimenti al lavoro sono stati agevolati, e quante speranze sono state generate, ed i cittadini al momento del voto non dimenticavano, si sentivano protetti dalla presenza di questa segreteria. 

Adesso qualcuno conosce  qualche segreteria di qualche Parlamentare che riesce a  svolgere quel ruolo? Non esistono più perché nel frattempo la stessa politica si è data delle regole per le quali quei virtuosi comportamenti sono al limite della legalità e si è dato delle Leggi con le quali si è auto tagliata fuori dalla gestione dei governo del territori. 

Una famiglia che necessita di una piccola attenzione è cosciente di non poter nemmeno incontrare la politica quindi è consapevole del peso ininfluente  e non ne riconosce più la forza e l’autorevolezza, e tutto questo si trasforma in menefreghismo e nell’allontanamento dal voto. E’ la stessa politica del populismo che ha danneggiato sé stessa e mortificato il proprio ruolo riducendo il numero dei Parlamentari realizzando in tal modo un ulteriore distacco dai territori.

Le soluzioni ci sono ma richiedono fatica e nessuno vuole più avere il  fastidio di  incontrare i propri elettori, si nascondono nelle liste di destra o di sinistra e sperano nell’immagine del capo che può riportarli in Parlamento. Poi sono i primi ad andare in televisione a mostrarsi preoccupati per l’astensionismo, ormai chi vince rappresenta una minoranza ma nessuno vuole cambiare il sistema.
 





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